Iniziativa parlamentare di Fonio (primo firmatario), Ermotti-Lepori, Pini e Polli: ‘Sfruttare le singole discipline per sensibilizzare i più giovani’
«La sostenibilità è un processo inevitabile e necessario, la situazione dell’ambiente preoccupa e le risorse su questa Terra sono sempre più sfruttate. Basti pensare che l’‘Overshoot day’, il giorno in cui l’umanità arriva a consumare le risorse prodotte dal pianeta per l’intero anno, arriva sempre prima: nel 2022 è stato il 28 luglio». E quindi, «in questo contesto si inserisce l’importanza di educare, formare e sensibilizzare i giovanissimi. Nella speranza di crescere una generazione più consapevole e attenta su questo tema».
Lo spiega a ‘laRegione’ il deputato del Centro Giorgio Fonio che come primo firmatario, assieme a Maddalena Ermotti-Lepori e ai liberali radicali Nicola Pini e Maristella Polli, ha presentato un’iniziativa parlamentare elaborata ambiziosa nella sua semplicità: portare a scuola, nelle varie materie, la sostenibilità ambientale. Con una modifica alla Legge cantonale della scuola, "al fine di rendere i giovani coscienti dell’impatto di tutte le attività riguardo all’ambiente, e di educarli alla responsabilità di fronte alla scarsità delle risorse materiali ed energetiche" si chiede infatti che "in ogni ordine di scuola vengano promossi e garantiti l’insegnamento e lo studio della sostenibilità ambientale".
A questo scopo, "in ogni materia si tiene conto di questa finalità, modulata a seconda degli ordini di scuola". Non una materia a se stante quindi, ci mancherebbe. Ma uno sfruttare ambiti e settori che interessano ogni singola disciplina per trattate il tema e, quindi, sensibilizzare i più giovani. L’insegnamento professionale, si legge ancora nell’iniziativa, "deve tenere conto della necessità di nuove competenze conseguenti alla transizione energetica". E anche i docenti saranno chiamati a fare la loro parte, dal momento che la loro formazione "verrà adattata", così come l’orientamento professionale.
Una modifica legislativa che per gli iniziativisti è necessaria, poiché "a fronte dell’importanza del tema occorre codificare ancora meglio e in modo più strutturato il concetto di sostenibilità ambientale, in particolare sfruttando ancora meglio tutte le potenzialità interne sia alla scuola, sia all’amministrazione". Occuparsi di sostenibilità a scuola "non deve essere più qualcosa di marginale, un tema lasciato alla discrezione dei docenti o dei direttori d’istituto. Ma deve diventare un tema ricorrente ed essere tematizzato in tutte le strutture e gli ordini scolastici".
Insomma, occorre fare di più. Oggi questa sensibilizzazione "è limitata a singole iniziative" che, però, "devono essere inquadrate, elaborate, e sostenute nell’ambito di un vero e proprio programma scolastico educativo, che riguarda trasversalmente tutte le materie". In più, l’aggiornamento del Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese – scrivono ancora gli iniziativisti – "àncora peraltro l’educazione allo sviluppo sostenibile come orientamento sistemico della formazione generale e quindi dà ulteriori strumenti ai docenti che vogliono trattare questo tema nelle loro lezioni".
Ma perché fare tutto questo anche a scuola? Il ragionamento dei firmatari dell’iniziativa è che "la sostenibilità ambientale richiede tra l’altro il raggiungimento dei seguenti obiettivi per il benessere della comunità: economia circolare, risparmio energetico e delle risorse, transizione energetica verso forme di energia rinnovabile e rispettose dell’ambiente". E il raggiungimento di questi obiettivi "presuppone l’impegno responsabile da parte di tutta la cittadinanza per cui è necessario sensibilizzare, educare, e formare cittadini e cittadine fin dalla più giovane età".