La 35enne è accusata di tentato omicidio intenzionale, accuse che ha contestato, ritenendo di averlo colpito per difesa e senza intenzione di ferirlo
Due ex coniugi, un coltello e tante versioni diverse sull’accaduto. In aula, dinanzi alla Corte delle Assise criminali, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, verrà oggi fatta chiarezza. Alla sbarra si è presentata la 35enne che accoltellò a marzo, a Pura, l’ex marito e padre di suo figlio. L’uomo era stato colpito mentre stava uscendo dalla casa di lei, a seguito di un acceso litigio non isolato. Infatti, i due erano già noti alle autorità per i frequenti alterchi. La ferita, lunga 11 centimetri e mezzo non è stata fortunatamente tale da metterne in pericolo la vita. La donna è però accusata di tentato omicidio intenzionale, accuse che lei stessa contesta: «Volevo solo spaventarlo, ero terrorizzata. Così ho afferrato il coltello e in un momento in cui ci siamo girati entrambi c’è stato il contatto. Non mi sono accorta di averlo ferito, neanche di averlo sfiorato. Solo dopo essere rientrata in casa e aver visto il coltello insanguinato ho capito di averlo colpito». La procuratrice pubblica Chiara Buzzi ha proposto una pena di 4 anni e 10 mesi. Richiesta alla quale si è allineata anche l’avvocata della vittima che si è costituita accusatore privato, Micaela Negro, richiedendo inoltre 15’000 franchi a favore del 50enne per torto morale. La donna è inoltre accusata di guida in stato di inattitudine, contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti e infrazione alle norme della circolazione.