Il Municipio chiede un credito di 100mila franchi per avviare un progetto pilota che coinvolgerà l’intero territorio comunale
Il Municipio di Morbio Inferiore è sulla stessa lunghezza d’onda del quadro di riferimento globale adottato dall’Onu nel settembre 2015. Ed ecco che il Municipio ha richiesto un credito di 100mila franchi per la realizzazione di un progetto pilota per la biodiversità negli insediamenti urbani. Tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, al punto 15 viene dichiarato quanto segue: "proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità".
Come ci spiega il vicesindaco Matteo Mombelli, quello di Morbio Inferiore «è una prima a livello ticinese». A occuparsi dello studio pilota è stata l’associazione Alleanza Territorio e Biodiversità che negli anni passati si è già resa attiva con varie proposte urbane come il progetto ‘Charta castanile’ che ha visto coinvolto il parco Canavée e la Villa Argentina di Mendrisio, il frutteto di Cornaredo a Lugano e altre diverse iniziative per preservare le specie autoctone come il progetto ‘Torna a casa melo’. Ora, per la prima volta in Ticino, con lo studio d’ingegneria Oikos di Bellinzona che si è occupato anche della rinaturazione del riale Müfeta, il progetto di promozione della biodiversità è esteso a tutto un intero comune.
Nella prima fase lo scopo dello studio è stato mappare gli spazi pubblici appartenenti al Comune di Morbio Inferiore, al Cantone e alla Confederazione. Un lavoro che ha permesso di valutare ogni tipo di habitat, la qualità ecologica di partenza delle varie superfici, la connettività che ognuna permette all’interno del territorio e il potenziale di valorizzazione della biodiversità. In totale sono stati inventariati 73 oggetti, pari a 10,3 ettari. Nella fase pilota l’attenzione sarà rivolta su poche superfici che saranno monitorate nei prossimi anni per valutare l’efficacia degli interventi. Per il Municipio le aree interessate dovranno trovarsi in luoghi dove in futuro non sono previste delle ristrutturazioni, per esempio la scuola elementare o la piazza del Municipio; dovranno essere visibili alla popolazione, pertanto i siti scelti saranno sparsi nel Comune in modo da portare degli esempi in tutto il territorio e infine gli interventi saranno di varie tipologie. La scelta definitiva, spiega il municipale esponente di Morbio 2030, «sarà fatta in accordo tra il comune e lo studio d’ingegneria della capitale, ma prima dobbiamo aspettare che il credito venga accettato». Per il momento il Municipio ha proposto le seguenti aree: il parco giochi Nucleo, la scuola dell’Infanzia Mesana, il posteggio del cimitero (parte inferiore), il parco giochi Balbio, il posteggio Fontanella e il posteggio Funtì.
Uno degli obiettivi più importanti è ricreare una infrastruttura ecologica che permetta uno scambio tra i vari ambienti urbani e naturali. Per il territorio di Morbio Inferiore si potrebbero pertanto creare dei corridoi tra il bosco nella zona Cognane, le gole della Breggia e la Val di Spinée, queste ultime due fanno anche parte dell’inventario federale dei siti di riproduzione degli anfibi d’importanza nazionale.
Lo scopo del progetto è portare la biodiversità in ambienti urbani. Come scritto nel messaggio municipale, "la biodiversità deve trovare spazio anche negli insediamenti, poiché svolge importanti funzioni naturali e climatiche, contribuisce a promuovere la salute e serve alle attività di svago e alla sensibilizzazione della popolazione". Su quest’ultimo punto si è soffermato anche il vice sindaco: «Anche se di misure ancora ridotte, poiché è stato deciso di partire con una fase pilota, vuole essere un esempio per i cittadini. Vogliamo coinvolgere la popolazione a essere attiva in questo processo di promozione di spazi naturali». I gesti da compiere «sono piccoli rispetto al beneficio. Per esempio possono diversificare le piante presenti nelle loro proprietà, piuttosto che piantare solo siepi di lauro si potrebbero aggiungere delle piante autoctone, magari che producano anche qualche frutto che può servire da nutrimento agli animali, ma anche a loro stessi. Oppure, come ho fatto in una parte del mio giardino, si può lasciar crescere l’erba in maniera naturale. I risultati si notano già con questi gesti, come successo nel mio terreno che sono ritornate le lucciole».
Per la fase pilota è stato definito un importo di 100mila franchi suddiviso nel seguente modo: 72mila franchi per l’esecuzione degli interventi e 28mila franchi per l’onorario per la progettazione e monitoraggio ante-operam e post-operam per il periodo 2022-2027. Questi soldi saranno versati dall’associazione Alleanza Territorio e Biodiversità che darà un contributo di sette mila franchi, dall’Ufficio natura e paesaggio e dalla confederazione con un sussidio di 68mila franchi e dal Comune con una spesa di 25mila franchi. L’investimento verrà poi contabilizzato con un ammortamento della durata di 15 anni. Inoltre, come precisa il vicesindaco, «dove c’è una gestione naturale si interviene molto meno e dunque ci potrebbero anche essere dei minori costi di gestione del verde pubblico». Qualora dovesse essere accettato il messaggio, conclude Matteo Mombelli, «inizieremo questa primavera: lo studio di progettazione sta già lavorando per partire il più presto possibile».