Mendrisiotto

‘A Chiasso vogliamo motivare e sollevare le famiglie’

Il sindaco Bruno Arrigoni spiega la strategia finanziaria cittadina. E non le manda a dire sulle aggregazioni

Gli indicatori economici positivi non mancano
(Ti-Press)
3 novembre 2022
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Anche il moltiplicatore d’imposta (come la vita) è fatto a scale: c’è chi scende e c’è chi sale. Chiasso ha tutta l’intenzione di prendere l’ascensore verso il basso. Il Municipio ha fatto due conti e ha deciso di presentarsi davanti al Consiglio comunale con una proposta ben precisa: ridurre la pressione fiscale di due punti, passando dal 90 – lì dove la cittadina veleggia dal 2018 – all’88 per cento. Un ritocco verso il basso calcolato a ragion veduta. Ovvero avendo ben presente le spese che lievitano (di 2 milioni e mezzo), i margini di autonomia comunale che si restringono, la difficoltà di essere attrattivi per le imprese restando a certe quote. Si è messo in conto, altresì, che il Preventivo 2023 prospetta un bilancio in rosso, di quasi 1,4 milioni. Un risultato che doppia abbondantemente le previsioni di un anno fa. Del resto, è già dal 2021 che l’autorità comunale medita un tale passo, poi frenato dalla crisi sanitaria da Covid-19.

‘Lanciamo un segnale positivo’

Il messaggio dell’esecutivo è chiaro; ed è rivolto alla popolazione e fors’anche al comprensorio del Basso Mendrisiotto, dove il processo aggregativo stenta sempre a decollare. «In un momento in cui si è martellati dai rincari – motiva il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni –, volevamo dare un segnale positivo alla popolazione – in leggera ripresa con 7’727 abitanti a fine ottobre, ovvero 150 chiassesi in più, ndr –, restituendo un po’ di motivazione e sollievo alle famiglie». E ciò a fronte di un gettito che assomma a 25,2 milioni di franchi; e annuncia le persone fisiche a quota 13,9 milioni e quelle giuridiche a quasi 9,9 milioni. Il sindaco non si nasconde, puntare verso la rotta di un moltiplicatore al ribasso è l’espressione di «una discussione interna all’esecutivo, chiusa con diverse sfumature». Un dibattito che ha portato l’autorità comunale a darsi tutta una serie di «paletti». E ciò pur accingendosi a investire, al netto, 6,6 milioni. Un pacchetto che include, lista alla mano, la nuova sede dell’Ufficio tecnico comunale, la progettazione definitiva della riqualifica del torrente Faloppia e il risanamento delle vasche della piscina comunale.

Questione di voci

E in cima alla lista, come fa sapere il sindaco, c’è soprattutto la volontà di «non diminuire la qualità delle strutture e dei servizi offerti alla cittadinanza». Anzi, in aprile nel Quartiere Soldini aprirà i battenti un nuovo Centro sociale in collaborazione con il Cantone, che ha l’ambizione di divenire un punto di riferimento. L’attenzione si concentrerà, piuttosto, sulle uscite e le entrate dei singoli dicasteri, secondo degli «obiettivi mirati». In effetti, solo la metà dei comparti cittadini è riuscita a diminuire la spesa pubblica. E al contempo vi sono voci che i costi li fanno lievitare. È il caso del capitolo anziani (che passa da 5,7 a 6,1 milioni), dei trasporti (che viaggiano sul milione mezzo) e delle spese energetiche (cresciute del 12 per cento). A pesare per il 55 per cento del totale è poi la nota legata al personale (con quasi 2 milioni in più) a fronte di una realtà amministrativa che conta oltre 420 collaboratori, ai quali il Comune ha riconosciuto rincaro e scatti: un’operazione tecnica che vale, si fa sapere, un milione e mezzo.

Sull’altro piatto della bilancia flette, invece, la cifra dedicata all’assistenza, che si attesta sul milione e 450mila franchi. Anche se, annota Arrigoni, resta ancora da capire se è un caso o una tendenza. Allo stesso modo la nascita del Consorzio per il Servizio idrico del Basso Mendrisiotto porterà nelle casse comunali 8 milioni sull’arco di due anni: a tanto ammontano i crediti che la cittadina vanta sul versante degli acquedotti comunali. Un ricavo, riconosce Arrigoni, che contribuirà ad aggiustare i problemi di liquidità.

Gli indicatori economici

Di indicatori che alimentano la fiducia del Municipio, come lascia intendere il sindaco, in ogni caso non ne mancano. «Penso – esplicita – alla promozione immobiliare nell’ambito degli uffici commerciali. Il nuovo complesso che ha preso il posto dell’ex Fernet Branca all’ingresso sud della cittadina, pronto tra giugno e luglio, ha già venduto o affittato l’80 per cento dei suoi spazi. E questa è una nuova fonte di entrate per Chiasso».

Senza trascurare i piani di sviluppo e crescita che la cittadina ha sul comparto ferroviario, dove nel 2027 si insedierà pure il cosiddetto Polo di formazione della moda e dove tra il 2024 e il 2025 si spera di varare il progetto di area di svago e tempo libero immaginata alla Piccola velocità.

Pista del ghiaccio, Comuni chiamati alla cassa

E a proposito di entrate ‘extra’, il Municipio chiassese ha in animo, altresì, di condividere alcune delle spese legate alla gestione delle proprie infrastrutture a valenza regionale con i vicini. Per mano dell’Ente regionale per lo sport, fa sapere ancora il sindaco, ci si prefigge di ripartire parte del disavanzo cumulato dalla pista del ghiaccio – di circa 400mila franchi – sugli enti locali limitrofi secondo una chiave puntuale. L’intento, chiarisce, è recuperare dai 130 ai 150mila franchi.

Il nodo aggregativo

Se c’è un cruccio che resiste tra le pieghe delle strategie future di Chiasso è, infine, quello dell’aggregazione. «I segnali che giungono da alcuni Comuni – ammette Arrigoni – non sono entusiasmanti. Ed è un peccato. Oggi, infatti, è sempre più difficile gestire un Comune, soprattutto se piccolo, non tanto nell’amministrazione ordinaria, bensì nelle visioni per il futuro. Lo abbiamo visto di recente con l’esito dei referendum che hanno portato al voto i cittadini di Novazzano, Morbio Inferiore e Breggia. Ciò dovrebbe indurre i politici a capire che se non si uniscono le forze per il benessere dei cittadini, si rischia di vivacchiare sul pano finanziario, ma senza dei progetti concreti. Ma – rincara – vedo che manca la volontà politica dei diversi Municipi e di questo sono abbastanza preoccupato».

La storia

Più di un contabile

In 35 anni di lavoro alle dipendenze del Comune di Chiasso, lì dal suo ufficio di capo contabile, di numeri e di faccende Claudio Bernasconi ne ha visti tanti. Basta pensare che ha collaborato con quattro sindaci. Quello ancora fresco di stampa sarà dunque, il suo ultimo preventivo, prima della pensione. L’ultimo di una lunga serie: «Ne ho allestiti una trentina», dice. Giusto in tempo per registrare una nuova oscillazione del moltiplicatore. «Quando ho fatto il mio ingresso a Palazzo civico, nel 1988, la pressione fiscale era al 65 per cento – ricorda –. Poi nel 1992 si è saliti all’85 per cento, arrivando in seguito a toccare anche quota 95. All’epoca, però, si andava riducendo il gettito bancario e la costruzione del Comune si faceva più onerosa. Una crescita non controbilanciata da un aumento delle imposte. Senza trascurare che negli ultimi anni sono lievitati i contributi cantonali». Insomma, ne sono passati di bilanci... sotto i ponti.

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