Il Municipio di Breggia difende il progetto di ampliamento della sede di Lattecaldo. ‘Sostenibile per le finanze, necessario per la didattica’
A Breggia è un nervo scoperto. L’ampliamento del comparto scolastico, lì a Lattecaldo, in Valle tocca sensibilità e vissuti che rischiano di dividere la popolazione in due fazioni. Su un fronte i favorevoli al progetto – in testa il Municipio locale –, sull’altro i contrari, cementati in un Comitato e promotori di quel referendum che il 30 ottobre prossimo chiamerà i cittadini a dirimere il contenzioso. E qui si intuisce subito che in gioco nel futuro del Comune c’è ben più di una nuova sede della scuola dell’infanzia e una mensa per le Elementari. Di fatto nessuno oggi contesta il diritto di rafforzare strutture e servizi scolastici. Il punto è un altro, almeno per chi si è messo di traverso al piano d’azione dell’amministrazione. Non è questo per i referendisti il momento di lanciarsi in nuove operazioni e altri investimenti. Ne va, dicono, della solidità finanziaria comunale.
L’esecutivo, da parte sua, difende il dossier a denti stretti: l’ambizione di mettere mano alle scuole, del resto, è sul tavolo dal 2013. Tanto per cominciare, chiarisce subito il sindaco di Breggia Sebastiano Gaffuri, «non è nostra intenzione aumentare il moltiplicatore (oggi al 95 per cento, ndr)». E anche le cifre del Piano finanziario (commissionato ad hoc) non sono così brutte come le dipingono, fa capire il capodicastero Finanze e imposte Stefano Coduri. Pur nella consapevolezza che si parla di un investimento da oltre 6,7 milioni – 5,2 dei quali destinati alla sede scolastica – che, però, tranquillizza Coduri, al netto comporterà per il Comune un impegno da 4,2 milioni. Tanto più si sottolinea a più voci, che l’orizzonte di riferimento è quello dei prossimi 50 anni.
In realtà, la preoccupazione dentro le quattro mura della sala municipale è un’altra. Serve una tattica per frenare la decrescita e attrarre nuove famiglie. «A differenza di altri Comuni – spiega Gaffuri – non abbiamo risorse fiscali straordinarie. I nostri argomenti sono il paesaggio e la qualità di vita che possiamo offrire a fronte di un target quale quello dei giovani nuclei familiari. Ecco che questo investimento – in discussione i 687mila franchi per la progettazione del complesso, ndr – rappresenta uno dei pilastri portanti di questa strategia».
La parola d’ordine, insomma, è frenare lo spopolamento. E la chiave di volta per l’autorità comunale sta nei servizi che il territorio è in grado di garantire. Oggi, fa presente Coduri, «la Valle vive di fatto due tendenze: nella parte Bassa si registra una crescita, in quella Alta una decrescita superiore però alla prima». Ecco che agli occhi del Municipio uno degli antidoti sta nella scuola. In effetti, rivela la direttrice dell’Istituto scolastico Laura Terzi, «una delle domande ricorrenti che ci pongono le famiglie è relativa a ciò che possiamo offrire».
Si innesta qui, dunque, la scelta del Comune di puntare su Lattecaldo. «Peraltro – tiene a sottolineare ancora il sindaco – un esempio di qualità nell’ambito delle infrastrutture scolastiche. Con il progetto previsto non facciamo altro che replicare quanto realizzato negli anni Settanta, continuando a centralizzare le diverse strutture didattiche. All’epoca è stato un notevole salto di qualità, oggi è un deciso balzo in avanti».
Questo approccio, visto dai contrari, è un altro tasto dolente. C’è chi fatica ad accettare lo spostamento delle sezioni dalle frazioni di Caneggio e Morbio Superiore a Lattecaldo. Anche se a livello comunale si hanno già dei piani per entrambe le sedi: la prima diventerà la base di un asilo nido, di cui ora, si fa notare, si sente la mancanza, la seconda darà modo all’amministrazione di allargarsi. «Per noi rappresenta la soluzione ideale – conferma Mariella Maghetti, a capo del Dicastero educazione –. Se vogliamo convincere nuove famiglie a trasferirsi dobbiamo dare quei servizi che adesso sono scarsi». Il pensiero oltre che alla mensa – frequentata da una ventina di bambini – e al nido va pure al doposcuola e alla possibilità di ottimizzare, esemplifica la vicesindaca, i trasporti scolastici. Ne è convinta: «Essere tutti sotto lo stesso tetto porterà dei vantaggi».
Non tutti, però, la vivono così. «Un rischio dal punto di vista emotivo nelle popolazioni delle due frazioni c’è – riconosce il sindaco – mancherà qualcosa. Ma è realistico domandarsi che tipo di scambi ci sono nella quotidianità tra la scuola e il territorio». Il timore di vedersi impoveriti, comunque, resta. «Sarà così se non potremo far venire da noi altre famiglie», rilancia la vicesindaca.
«Uno dei nostri obiettivi – rassicura dal canto suo la direttrice scolastica – è quello di essere presenti, come scuola, sul territorio, organizzando eventi e iniziative nelle varie frazioni». Negli anni, rende attenti, la realtà scolastica è cambiata: Laura Terzi ne fa un fatto di contenuti (didattici) ma anche di contenitore. «La scuola oggi a Breggia funziona, la sede di Lattecaldo è funzionale, ma vi sono margini di miglioramento. Questo progetto ci dà l’opportunità di guadagnare in qualità, nel segno di una realtà scolastica più snella e flessibile. Sarà possibile armonizzare Elementari e scuola dell’infanzia, rafforzare la collaborazione tra i docenti e permettere ai bambini dell’Alta e della Bassa Valle di accedere a servizi come la palestra e la biblioteca e conoscersi reciprocamente in modo naturale».
La scuola è chiamata, in ogni caso, a fare i conti anche con la demografia. Tra i temi sollevati dai contrari vi è proprio pure quello della popolazione scolastica. Ci si chiede se, a fronte di altre priorità, il progetto si giustifichi ancora qualora gli scolari non dovessero aumentare di numero. Breggia ha delle proiezioni in tal senso? «In prospettiva – ci confermano sia Maghetti che Terzi – si preannuncia una certa stabilità. Fra tre anni si ipotizza pure la presenza di qualche bambino in più alla scuola dell’infanzia». I toni, in altre parole, si mostrano rassicuranti.
Per finire, per far pendere la bilancia dalla parte del ‘sì’, il sindaco Gaffuri aggiunge pure le «altre diverse opportunità» che l’intervento a Lattecaldo porta con sé. Il riferimento esplicito è alla costruzione del rifugio pubblico da 497 posti, sussidiato per intero e che, si ricorda, va a colmare una lacuna, e, soprattutto la ristrutturazione dell’attuale sede scolastica. Riattazione che, tiene a rimarcare il sindaco, sarà realizzata di pari passo alla nuova opera.
Il confronto a Breggia si annuncia, dunque, serrato.