Mendrisiotto

Comparto Valera, i commissari ci mettono la firma

Consegnato il rapporto che apre la strada al dibattito in Gran Consiglio. Sui banchi un Puc da 17 milioni di franchi

Un triangolo di territorio che farà la differenza
(Ti-Press)
1 settembre 2022
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Atteso lo era da tempo. Dato per imminente in un paio di occasioni – l’ultima nel novembre scorso –, il rapporto su Valera alla fine si arenava sempre su qualche scoglio. E la speranza di veder approdare sui tavoli del Gran Consiglio il dossier su uno dei comparti cruciali del Mendrisiotto sembrava affievolirsi. Questa volta, però, per il futuro dei circa 190mila metri quadrati ritagliati tra Rancate, Genestrerio e Ligornetto (Quartieri di Mendrisio) è arrivata davvero la volta buona. Oggi pomeriggio la Commissione ambiente, territorio ed energia ha lasciato la riunione dopo aver consegnato il rapporto che apre la strada al dibattito parlamentare. Ad apporre una firma in calce al documento è stata la maggioranza dei commissari. Del resto, riuscire a fare l’unanimità – come si è capito in questi anni – appariva assai arduo. Il solo fatto di aver chiuso l’esame del Puc, il Piano di utilizzazione cantonale messo a punto dall’autorità cantonale, con un unico rapporto è già un risultato importante.

Ora tocca al Gran consiglio

Il parere staccato dalla Commissione ha tutta l’aria, quindi, di essere un buon viatico per il Puc di Valera. Conquistata lì la maggioranza dei granconsiglieri, la strada verso la decisione finale dovrebbe essere un po’ meno in salita. Da quanto da noi accertato, infatti, in un solo caso non si è aderito al lavoro dei colleghi, mentre alcuni deputati hanno espresso delle riserve, che scioglieranno a ridosso del voto. Detto altrimenti, uno scenario promettente in vista della prossima seduta di Gran Consiglio, in programma per questo mese, il prossimo 19 settembre.

Sia chiaro, tagliare il traguardo per la Commissione non è stato semplice. Anche oggi, da quanto trapelato, la discussione è stata lunga e accesa. Come lungo e travagliato è stato il percorso dell’esame commissionale, durato più del previsto. Il nodo gordiano? La questione finanziaria, che si intreccia alle diatribe giuridiche aperte con i privati (meglio i due maggiori proprietari della zona). La posta in gioco? Restituire un destino verde a Valera. Con il Puc, messo in consultazione nel febbraio del 2019, il Cantone è pronto a investirci 17 milioni di franchi, riservandone 6 agli espropri.

La popolazione attende da anni

Del resto, sono in molti nel Mendrisiotto ad attendere da tempo il riscatto del comparto nel ‘cuore’ del Distretto, che nei piani ora sarà restituito all‘agricoltura, alla natura e allo svago della popolazione locale. Nessuno dimentica le 6’800 firme raccolte nel 2012 da ’Cittadini per il territorio’, Società agricola del Mendrisiotto e Unione contadini ticinesi con l’intento di attirare l’attenzione su quel triangolo di territorio tanto strategico e consolidare la sua salvaguardia.

Il nodo finanziario

Sulla destinazione di Valera da sempre, però, è in atto anche un braccio di ferro con i due maggiori prioritari privati, determinati a perorare la loro causa davanti alle istanze giudiziarie. Il punto? Il valore dei terreni, al centro ancora di recente di una perizia richiesta, il marzo scorso, all’interno della Commissione speciale. Un mandato assegnato a un esperto esterno sul quale si esprime oggi il rapporto finale.

Sul tema, d’altro canto, non mancavano già i pareri. Su tutti quello pronunciato nel marzo del 2019 dal Tribunale di espropriazione che, di fatto, aveva rispedito al mittente (ancora una volta i due proprietari) le pretese di indennità.Il verdetto aveva sancito, infatti, la non edificabilità delle superfici (anche perché in origine vi era una pianificazione non rispettosa delle disposizioni federali). Ergo, agli occhi dei giudici per quegli appezzamenti andrebbe pagato un costo in linea con i terreni agricoli. Una decisione rimessa in discussione e portata poi davanti al Tribunale cantonale amministrativo. Insomma, una storia infinita.

Una zona di pianificazione per fare da cuscinetto

Giunti sin qui, la scelta del parlamento sarà quindi importante. Il Consiglio di Stato, dal canto suo, non ha mai fatto un passo indietro. A tal punto che, scaduti i due anni di blocco edilizio, l’aprile scorso si è corsi ai ripari istituendo, di nuovo, una zona di pianificazione all’interno del perimetro del comparto. Questo strumento pianificatorio, in effetti, permette di congelare la situazione per i prossimi tre anni (con la possibilità di prorogare la misura). L’obiettivo dichiarato a livello cantonale è quello di difendere il Puc. Non a caso il dispositivo messo in campo pone il veto sulla "trasformazione, il cambiamento di destinazione e l’ampliamento degli edifici esistenti". Ma soprattutto, "non sono ammesse nuove edificazioni". Di fatto potranno essere realizzate solo le opere di manutenzione, da sottoporre all’approvazione del Municipio di Mendrisio e al preavviso cantonale.

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