Locarnese

Alta Vallemaggia, due vitelline ferite dal lupo

Accertamenti in corso all’Alpe Sfille, ma l’attacco del predatore presente da mesi in zona, è dato per certo

Bovini sui pascoli in quota attaccati dal predatore
(archivio Ti-Press)
17 agosto 2022
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Ancora lui, il lupo, in Alta Vallemaggia. La feroce e ingombrante presenza del predatore è data per certa in zona: da mesi miete vittime nel triangolo della pastorizia tra l’Alpe Sfille, Porcarescio (Onsernone) e Cravariola (Italia). Dopo l’uccisione di diverse pecore, questa volta le vittime delle affilate zanne sono due vitelline: due femmine di circa 7-8 mesi che lassù, a circa duemila metri di quota, pascolano nella bella stagione, spesso assieme a mucche adulte. Il lupo ha attaccato martedì, ferendo una delle bovine al muso e l’altra a una coscia. Sul posto, oltre al veterinario che dovrà curare le povere bestie, anche il guardacaccia, per gli accertamenti del caso.

L’attacco alle vitelline, già svezzate, preoccupa e non poco. «Di solito – spiega Armando Donati, presidente dell’Associazione ticinese protezione del territorio dai grandi predatori – i lupi non attaccano le mucche se non sono in branco. All’allevatore va tutta la nostra solidarietà e speriamo che il veterinario possa curare le due vitelline». Donati ricorda pure che in zona questo è solo l’ennesimo attacco. All’alpe Cravariola, raggiungibile salendo anche dalla Rovana (alta Vallemaggia) e situato appena oltre il confine svizzero, due lupi avevano ucciso un vitello meno di due mesi fa, ed erano poi stati cacciati da un cane da guardia. «A Porcarescio alcuni giorni fa la fototrappola ha "catturato" due lupi che scorrazzavano alle quattro del mattino», prosegue Donati.

‘Il Ticino è quello che sta messo peggio’

Stando all’intervistato il nostro cantone è quello che proporzionalmente ha il numero più alto di predazioni in tutta la Svizzera: «In Grigioni nel 2021 i capi uccisi sono stati 263 su un totale di circa 50mila presenti sugli alpeggi. Quest’anno in Ticino sono già 180 le predazioni su 18mila animali che pascolano in quota; e siamo solo alla metà d’agosto. Quindi stiamo messi peggio. Ci si potrebbe attendere che le autorità facciano qualcosa e che il Cantone decreti l’abbattimento, per salvaguardare il settore. Però non lo fa. L’unica decisione in tal senso era stata annullata lo scorso 10 giugno, visto che non si trattava di un esemplare unico, ma di un branco. E in questi casi la competenza passa a Berna, che però dimostra il più assoluto immobilismo. Mi risulta che ad oggi non abbia nemmeno effettuato un sopralluogo».

Intanto la frustrazione e la rabbia degli allevatori cresce. In Leventina e in Riviera – dove sono state uccise diverse pecore – c’è chi ha deciso di scaricare precipitosamente, e in anticipo sulla stagione, le greggi dall’alpe, riportandole ai monti e al piano, dove tuttavia l’erba scarseggia a causa del periodo di siccità.

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