Si sta pure studiando un piano per un eventuale razionamento. Negli ultimi mesi i flussi di gas dalla Russia all’Ue sono diminuiti costantemente
La Confederazione, assieme ai partner del settore, si sta preparando a un’eventuale penuria di gas per l’inverno prossimo, specie dopo la decisione della Russia di tagliare ulteriormente le forniture. Si sta anche studiando un piano che contempla il razionamento.
È quanto stabilito oggi dal Consiglio federale, che ha preso atto dei lavori in corso e di quanto già fatto finora, alla luce del peggioramento dell’approvvigionamento negli ultimi mesi: i flussi di gas dalla Russia all’Unione europea sono diminuiti costantemente e per ora rappresentano solo il 15% circa delle importazioni di gas dell’Ue, si legge in una nota governativa odierna. Oltre al calo della domanda di gas russo, le ragioni sono da ricercare nelle forniture attraverso il gasdotto "Nord Stream 1" che sono state ridotte da Mosca a partire da metà giugno.
Stando alla ministra dell’energia, Simonetta Sommaruga, l’Europa e con essa la Svizzera si trovano al centro di una crisi energetica mondiale dovuta alla guerra in Ucraina, caratterizzata da un calo delle forniture di gas e dall’esplosione dei prezzi dell’energia.
Vista la situazione, da tempo il Governo, assieme a tutti gli attori interessati, si sta preparando a una penuria di energia, per esempio obbligando le centrali idroelettriche a creare delle riserve di energia per questo inverno, strumenti giuridici per evitare problemi (leggi fallimenti, n.d.r) alle imprese energetiche e accordi con la Germania per la fornitura di gas. Tuttavia, nonostante tutti questi preparativi esperiti e quelli che verranno, ha sottolineato la consigliera federale, su come evolverà la situazione nel prossimo futuro "non ci sono certezze"; non si possono escludere insomma "colli di bottiglia".
Dal canto suo, il ministro dell’economia Guy Parmelin ha chiaramente detto che c’è un rischio concreto che in inverno dovremo ridurre il consumo di gas. Il riempimento dei serbatoi di stoccaggio prosegue, nonostante la riduzione delle forniture dalla Russia, ma più lentamente di quanto auspicato.
Diversi Paesi europei hanno già ridotto i consumi proprio per riempire i serbatoio in vista del prossimo inverno, ha sottolineato il consigliere federale vodese, facendo riferimento alla forte dipendenza del nostro paese dalla Germania. Poiché la Svizzera non dispone di strutture di stoccaggio proprie, dipende completamente dalle importazioni, specie da questo Paese (fino a tre quarti delle forniture di gas alla Svizzera passano per la Germania).
Se la Germania e l’Ue dovessero avere problemi con le forniture, ciò si ripercuoterebbe quindi sulla Confederazione. Insomma, se gli impianti di stoccaggio non possono essere riempiti secondo i piani, non si può escludere una carenza nel prossimo inverno. la guerra in Ucraina non ha fatto altro che mettere sotto gli occhi di tutti la forte dipendenza da Mosca, ha sottolineato Parmelin.
Stando al consigliere federale, inoltre, la Svizzera potrebbe avere anche problemi con l’elettricità, visto che le centrali atomiche francesi hanno ridotto la produzione. Diversi impianti sono infatti stati spenti.
Il 18 maggio scorso, il Consiglio federale aveva preso atto del piano della task force - istituita dalle aziende del gas sotto la guida dell’Associazione Svizzera dell’industria del gas ASIG, in cui sono rappresentate anche le autorità federali - per la creazione di una riserva invernale di gas, obbligando i fornitori regionali ad attuarlo.
Il piano prevedeva due misure: in primo luogo la creazione di una riserva fisica di gas in impianti di stoccaggio nei Paesi limitrofi, destinata a coprire il 15% (circa 6 TWh) del consumo annuale di gas della Svizzera (circa 35 TWh). In tal modo, la Svizzera contribuisce anche a riempire gli impianti di stoccaggio europei.
In secondo luogo si aggiunge la ricerca di opzioni per forniture aggiuntive di gas non russo per un totale di 6 TWh (circa il 20% del consumo invernale della Svizzera), a cui fare ricorso all’occorrenza con breve preavviso.
Nel frattempo, il Consiglio federale ha invitato la task force a ultimare il piano entro la fine di giugno 2022 e, in particolare, a regolamentare l’attuazione (gestione e utilizzo della riserva, prezzi, trasparenza sui contratti e sui costi, garanzia delle necessarie capacità di importazione dalla rete). Oggi il Governo ha preso atto del fatto che il piano è pronto, e ha potuto verificare lo stato dei lavori nelle aziende del gas – Erdgas Ostschweiz Ag (Ego), Gasverbund Mittelland Ag (Gvm), Gaznat Sa, Erdgas Zentralschweiz Ag (Egz), Aziende Industriali di Lugano Sa (Ail) – per l’istituzione di una riserva invernale.
Circa la riserva fisica di gas negli impianti di stoccaggio nei Paesi limitrofi, sono attualmente garantiti quasi 3,8 TWh, ossia circa il 60% dell’obiettivo di 6 TWh. Per le opzioni di forniture supplementari sono disponibili delle offerte, a cui ora si dà seguito. Il piano prevede che le società regionali gestiscano con cautela e ottimizzino l’uso del loro gas di stoccaggio all’interno del normale portafoglio, indipendentemente dal livello di crisi.
I fornitori terzi hanno accesso al gas di stoccaggio a condizioni di mercato. Il ricorso alle opzioni è soggetto a standard minimi (ad esempio, clausola di consegna in caso di mancata fornitura di gas russo, meccanismo del prezzo, periodo di conservazione). Si può ricorrere alle opzioni solo se la situazione si aggrava: l’avvio viene dato da un’organizzazione di crisi del settore.
I fornitori terzi pagano alle compagnie regionali il prezzo di costo delle opzioni più un sovrapprezzo del 3%. Le società regionali tengono una contabilità separata per le spese e le entrate nell’ambito della riserva invernale di gas, che viene verificata da una società di revisione riconosciuta e indipendente.
Frattanto sono in corso colloqui e lavori esplorativi per accordi con i Paesi vicini. Durante l’incontro al Forum economico mondiale (Wef) di Davos (Gr) tra Simonetta Sommaruga e Guy Parmelin col vicecancelliere tedesco Robert Habeck, è stato deciso di concludere un accordo in tal senso. Un primo ciclo di negoziati con i partner tedeschi si è svolto nel mese di giugno.
L’Ufficio federale dell’energia sta inoltre esaminando come favorire la costituzione di capacità di stoccaggio del gas in Svizzera e informerà il Consiglio federale sullo stato dei lavori entro la fine di agosto 2022.
Nell’ambito dei lavori in corso sull’efficienza energetica, l’Ufe sta preparando una campagna di risparmio a livello nazionale da attuare in collaborazione con il mondo economico per illustrare alla alla popolazione e alle imprese misure di risparmio energetico semplici e veloci da attuare.
Oltre ai provvedimenti già adottati o avviati per prevenire le insufficienze, il Consiglio federale - insieme con i Cantoni e le aziende del settore energetico - sta vagliando diversi scenari per prepararsi a un’eventuale mancanza di gas o di elettricità.
Quest’ultima sembra sempre più probabile anche in Svizzera, sia a causa delle difficoltà che hanno le centrali nucleari in Francia sia dei previsti livelli idrici nei laghi artificiali svizzeri, attualmente inferiori alla norma.
La Confederazione intende contrastare un’eventuale penuria di gas con diverse misure. In caso di un’imminente mancanza di gas, la Confederazione e le aziende inviteranno gli utenti a ridurre i consumi in modo significativo, attraverso una campagna informativa, hanno affermato Sommaruga e Parmelin.
Coloro che dispongono di impianti bicombustibili, cioè funzionanti sia a gas naturale che a gasolio, passerebbero alla seconda modalità. Parmelin ha raccomandato agli utenti degli impianti bicombustibili di riempire ora le cisterne nonostante i prezzi elevati.
Se invece gli appelli al risparmio e la commutazione obbligatoria degli impianti bicombustibili non bastassero, il consumo verrebbe contingentato, ha spiegato il consigliere federale democentrista. Verrebbero limitati per primi tutti gli impianti che non rientrano nella categoria dei consumatori protetti; sarebbero escluse quindi le famiglie collegate a una rete di distribuzione di gas naturale per la fornitura di calore e i servizi sociali di base, ma non l’educazione e la pubblica amministrazione.
Affinché la riduzione delle forniture di gas si limiti allo stretto necessario per tutti i consumatori, a tutti i clienti "non protetti" verranno assegnati contingenti senza ordine di priorità. Inoltre, sono attualmente allo studio anche alcune restrizioni, ossia il divieto di consumare gas per certe utilizzazioni, come per le palestre o gli immobili vuoti.
Il Dipartimento dell’economia, d’intesa con l’industria, sta attualmente rielaborando il piano di contingentamento dell’Approvvigionamento economico del Paese (AEP) e lo sottoporrà al Consiglio federale alla fine di agosto 2022.