La fondazione è attiva da anni nell’assistenza a persone con disabilità. ‘Servizi cambiati, ma non la passione’. Pubblicato un libro di testimonianze
Una presenza radicata sul territorio, capace negli anni di evolvere per rispondere alle necessità dei suoi utenti. Un percorso di assistenza sociale che ha portato la fondazione Provvida Madre di Balerna, giunta al traguardo dei 50 anni, a essere un punto di riferimento per l’intera regione (e non solo). «La fondazione è stata creata negli anni 70 con lo scopo di costruire e gestire un istituto per bambini e ragazzi disabili. Con il tempo i nostri servizi sono cambiati e ora ospitiamo per la maggior parte adulti, ma non solo. Il nostro utente più giovane ha 3 anni, quello più anziano 89. Questo fa capire come l’offerta è davvero rivolta a tutti» ha spiegato Fiorenzo Robbiani, attuale presidente del consiglio di fondazione. Due le importanti novità, che verranno presentate al pubblico questo sabato in occasione delle porte aperte: la pubblicazione del libro ‘Provvida Madre: i primi 50 anni di storia’, che ripercorre attraverso numerose testimonianze il passato della fondazione, e l’inaugurazione di Casa Ursula, la nuova struttura da 11 milioni che potrà accogliere 14 persone residenti e offrire 20 posti per le attività occupazionali diurne. «Vogliamo poter aprire le porte e festeggiare con la popolazione. Sono stati anni difficili che ci hanno costretti a rinviare la celebrazione di questo importante traguardo. Momenti duri per noi operatori ma soprattutto per gli ospiti, che non potevano abbracciare i loro cari. Fortunatamente la tecnologia ha aiutato».
Situata in via Primavesi a Balerna, la nuova struttura è un vero gioiellino. Oltre alla posizione dominante sul Basso Mendrisiotto che offre una vista a 360 gradi, l’edificio è pensato per garantire i migliori servizi agli utenti. «Le stanze e la zona dei foyer si trovano in due edifici separati. In questo modo gli ospiti vengono accompagnati a preparare e gestire in autonomia una giornata» ha affermato il direttore Adriano Cattaneo. «La mattina si preparano ed escono per recarsi a svolgere le loro attività. Devono uscire e attraversare il cortile, un gesto utile per separare i due momenti. All’interno dei due edifici lavorano poi collaboratori diversi, questo per aiutare ulteriormente gli utenti a capire che i due momenti della giornata sono indipendenti». Il costo della struttura, pagata 11 milioni di franchi, è stato coperto in parte dal Cantone che ha versato 5 milioni a fondo perso. «Il resto della somma è stato raccolto da donazioni di associazioni e privati» ha raccontato Robbiani. «È stato un percorso lungo. Specialmente trovare il terreno ideale si è rivelato complicato». A ottobre le prime persone hanno potuto prendere possesso dei nuovi spazi abitativi e usufruire degli atelier. La piena occupazione sarà invece raggiunta solo nei prossimi mesi.
Il traguardo dei cinquant’anni è anche l’occasione per guardarsi alle spalle e valutare come il servizio e i bisogni degli utenti siano cambiati nel tempo. «Attualmente accogliamo in totale, nelle varie strutture, 122 persone. 26 sono minorenni», ha spiegato Cattaneo. Un numero destinato a salire nel prossimo periodo, visto che la richiesta è tanta e c’è una lista d’attesa. Importante è quindi anche la presenza di personale formato per rispondere alle necessità, che si cerca di rendere il più possibile aderente a ogni ospite. «Il nostro personale è composto da 220 unità, per 162,5 posti di lavoro a tempo pieno. La maggior parte dei dipendenti, infatti, ha una percentuale ridotta. Una scelta spesso necessaria per questo tipo d’impiego che è piuttosto faticoso». L’offerta, dal primo istituto inaugurato nel 1975, ha continuato ad ampliarsi e diversificarsi. Tra i progetti seguiti dalla fondazione si possono citare gli appartamenti che accolgono le unità abitative esterne, l’atelier-negozio La Butega, Casa Clerici a Mendrisio e il centro diurno di Coldrerio.
«È stato un piacere ricordare i tanti anni passati alla fondazione, lavorando al libro» ha ammesso con una certa emozione Dolores Rizza, che dal 1977 al 2001 è stata direttrice della Provvida Madre. All’interno del volume, che sarà possibile acquistare sabato in occasione delle porte aperte, sono raccolte le testimonianze di tanti amici e collaboratori della fondazione. La parte più emozionante, senza nulla togliere alle altre, è sicuramente quella dei racconti di ospiti e famiglie», ha aggiunto Robbiani. «È stato davvero un progetto entusiasmante. Si tratta di una struttura nata quasi dal niente, dal volontariato delle persone. Un’impresa ancora più importante se pensiamo che è stata realizzata in una realtà cosi piccola come Balerna e il Ticino. È stato come spacchettare 50 anni di storia e vedere il contenuto. A lasciare tutti soddisfatti è anche la qualità delle prestazioni offerte dalle strutture sparse sul territorio momò, che hanno saputo essere proattive».
Appuntamento importante sarà quindi quello di questo fine settimana. Venerdì si terrà l’inaugurazione, riservata alle autorità, di Casa Ursula. Sabato è invece in programma un appuntamento aperto a tutta la popolazione che prende il nome di ‘Provvida tour’. Si tratta di un circuito pedestre tra Balerna e Mendrisio, che porta alla scoperta di tutte le sedi della fondazione. L’evento inizierà alle 13.30 e andrà avanti fino alle 17.30, quando ci sarà la Messa a Balerna. In seguito un ricco aperitivo. «Sarà un bel momento per ritrovarci e festeggiare insieme dopo anni difficili», ha concluso Robbiani.