Le analisi del Dna confermeranno qual è l’autore dell’attacco. I capi ‘non erano protetti adeguatamente’.
Ancora nessuna certezza su quale sia l’animale ad aver sbranato lunedì notte dieci agnelli e tre pecore a Novazzano. Al momento l’Ufficio della caccia e della pesca (Ucp) avanza l’ipotesi che ad attaccare gli ovini sia stato un lupo o un cane di simili dimensioni. Saranno le analisi del Dna sui prelievi raccolti dai guardacaccia di zona a confermare quale sia l’autore dell’attacco.
In attesa di un riscontro sicuro, il caso viene trattato come se l’aggressione fosse stata effettuata da un lupo. "In questo caso per il nostro Cantone si tratterebbe della presenza più a sud e in un’area particolarmente edificata. Proprio quest’ultimo aspetto porta a ipotizzare che si tratterebbe verosimilmente di un esemplare in transito", si legge nel comunicato.
Le verifiche svolte dal competente Ufficio della consulenza agricola confermano che al momento dell’attacco gli ovini "non erano protetti adeguatamente (presenza di una recinzione priva dell’elettrificazione e con una installazione e manutenzione non corrette)". Va detto però che per i casi di predazione da lupo, il Cantone Ticino indennizza anche i capi non protetti.
Il perimetro è presidiato dai guardacaccia con un maggior monitoraggio attraverso foto trappole e con ronde notturne. In caso di avvistamento di lupi in prossimità degli insediamenti, gli agenti della polizia della caccia sono autorizzati a eseguire dei tiri di disturbo con proiettili di gomma.
"Queste prime azioni hanno l’obiettivo di comprendere il comportamento di questo predatore e di evitare che lo stesso si abitui alle persone e alle zone densamente abitate". Nel caso dovesse manifestare un comportamento problematico, ad esempio se non ha timore dell’uomo o se si avvicina almeno tre volte all’abitato durante le ore diurne, le autorità competenti possono valutare un eventuale abbattimento. Questo sulla base della Strategia lupo Svizzera.