Coca-Cola, McDonald’s e Starbucks sospendono le attività in Russia

Da McDonald’s a Coca-Cola: i big americani chiudono in Russia

La sospensione delle attività è stata decisa a seguito delle pressioni sui colossi simbolo del consumismo. Segui il Live de LaRegione

L’Ucraina entra nel 13esimo giorno di guerra e le città stremate e sotto assedio sperano nella tregua annunciata per stamani dai russi, la quarta dopo tre consecutive cadute nel vuoto.

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22:23
Coca-Cola, McDonald’s e Starbucks sospendono le attività in RussiaCoca-Cola sospende le attività in Russia. Lo annuncia la società in una nota, sottolineando che “continuerà a monitorare la situazione“. Inoltre, anche McDonald’s cede alla pressione e alle minacce di boicottaggio e, dopo quasi due settimane dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, il colosso degli hamburger annuncia la chiusura temporanea di tutti i suoi 850 punti vendita nel Paese. "Continueremo a monitorare la situazione e valutare se ulteriori misure sono necessarie. In questo momento è impossibile prevedere quando potremo riaprire”, afferma l’amministratore delegato Chris Kempczincki, precisando comunque che McDonald’s continuerà a pagare i suoi 62.000 dipendenti in Russia. "I nostri valori ci spingono a non ignorare la sofferenza umana inutile” che si sta verificando in Ucraina, aggiunge. La decisione di chiudere dovrebbe placare l’ira dei social e accontentare il grande pubblico, che da giorni chiede alle aziende di essere moralmente responsabili ed agire con forza in protesta dell’invasione dell’Ucraina. Lo stop dell’attività è una vittoria anche per gli investitori, preoccupati da eventuali danni irreparabili alla reputazione in caso del proseguimento dell’attività ma anche dai crescenti rischi legali e di rispetto delle sanzioni e dei diritti umani.
20:44

La Russia dichiara una nuova tregua temporanea da domattina

 

La Russia dichiara una nuova tregua temporanea a partire dalle 10 ora locale per consentire corridoi umanitari. Lo riferisce il ministero russo della Difesa citato dalla Tass. Lo stesso ministero menziona corridoi umanitari da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol.

20:42

La Russia sospesa dal Cern

 

Si allarga la frattura tra il mondo della scienza russo e la comunità scientifica internazionale: ultima in ordine di tempo è la sospensione alla Russia dello status di Osservatore comunicata dall'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern). Rottura dei rapporti anche tra l'Associazione delle università europee (Eua) e le università russe che si sono schierate pubblicamente a sostegno dell'invasione dell'Ucraina, mentre la rivista Nature invita alla moderazione: "non lasciare che la guerra ci divida", ha scritto oggi sul suo sito, dichiarando che continuerà a pubblicare articoli di ricercatori russi.

La decisione del Cern, di cui l'Ucraina è uno Stato membro associato, al termine di una sessione straordinaria del suo Consiglio, ha comunicato la sospensione dello status di Osservatore della Russia, annunciando che "non intraprenderà nuove collaborazioni con la Federazione Russa e le sue istituzioni fino a nuovo avviso". Solidale con i russi che si oppongono all'invasione, il Cern è comunque intenzionato a rispettare "tutte le sanzioni internazionali applicabili".

Nel mondo delle università la tensione è altrettanto forte ed è esplosa in seguito alla lettera pubblicata il 4 marzo sul sito dell'Unione Russa dei Rettori, nella quale si sostengono le azioni militari della Russia in Ucraina e che in pochi giorni è stata sottoscritta da oltre un centinaio di rettori universitari. Una presa di posizione netta, in cui si legge che occorre "stringersi efficacemente attorno al nostro Presidente, rafforzando con il nostro esempio lo spirito ottimista", che ha prontamente fatto reagire la comunità accademica europea.

La risposta dalle università europee non si è fatta attendere e l'Eua ha deciso di "sospendere la membership di quelle università i cui rettori hanno firmato la dichiarazione, diametralmente opposta ai valori europei che si sono impegnati a condividere iscrivendosi alla Eua".

Diversa la posizione della rivista Nature, che sul suo sito comunica l'intenzione di continuare a pubblicare articoli di ricercatori russi. Secondo i responsabili della rivista il governo russo sta giustamente affrontando severe sanzioni finanziarie, economiche e commerciali, che si stanno estendendo alla ricerca e all'istruzione superiore, "Ma Nature, in comune con molte altre riviste, continuerà a considerare gli articoli di ricercatori in qualsiasi parte del mondo. Questo perché pensiamo che in questo momento un simile boicottaggio farebbe più male che bene. Dividerebbe la comunità di ricerca globale e limiterebbe lo scambio di conoscenze accademiche". Nello spiegare questa posizione Nature rinnova anche l'invito a "non lasciare che la guerra ci divida".

Anche la ricerca italiana sta prendendo le distanze dalla ricerca russa. Lo fa attraverso la Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca (ConPer) che, rileva in una nota, "si unisce alle forti prese di posizione delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea e del nostro Governo contro l'aggressione subita dall'Ucraina". Per la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Maria Chiara Carrozza, non si devono interrompere i progetti europei in corso con l'Ucraina.

18:50

Quasi finita l'evacuazione da Sumy

 

L'evacuazione da Sumy sta per finire. Lo ha comunicato il governatore della regione nord-orientale dell'Ucraina, spiegando che «dopo le 19.30 il checkpoint chiude perché il regime di cessate il fuoco è stato concordato fino alle 21». «Al momento, i cittadini vengono evacuati con i propri veicoli. La colonna organizzata è partita in direzione della città di Romny; lì ci sono auto private. Sono accompagnate da un'auto della Croce Rossa», ha reso noto Voitovych Dmytro Zhyvytsky.

La città di Sumy negli ultimi giorni ha subìto pesanti attacchi russi, ed è quasi tagliata fuori dal resto del Paese. la notte scorsa, in un attacco aereo, sono state uccise ventuno persone.

18:13

Zelensky a Westminster: 'Non ci arrendiamo'

 

«Noi non vogliamo perdere ciò che è nostro come un tempo voi non avete voluto arrendervi di fronte all'invasione nazista». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a proposito dell'invasione russa, in un discorso in video collegamento in diretta trasmesso ai deputati di una Camera dei Comuni britannica strapiena. Discorso che è stato accolto con una prolungata standing ovation.

17:39
Stop al petrolio ‘in stretta consultazione con gli alleati’Biden: ‘Il bando sul petrolio russo è stato preso in stretta consultazione con gli alleati’.
17:18

Il Pentagono stima tra 2'000 e 4'000 i soldati russi morti


Il Pentagono stima che nelle quasi due settimane di invasione in Ucraina siano morti tra i 2'000 e i 4'000 soldati russi. Lo ha riferito a una commissione del Congresso il generale Scott Berrier, direttore dell'agenzia di intelligence militare della difesa Usa.
 
 

17:16

‘I russi hanno distrutto ospedale di Izymun’

 

Le truppe russe hanno completamente distrutto l'ospedale centrale di Izyum, nella regione di Kharkiv, in Ucraina Orientale. Lo riporta il Kyiv Independent, citando il sindaco della città, Volodymyr Matsokin, che su Facebook ha anche postato alcune foto che mostrano un'ala dell'edifico crollata.

17:01

Tre adulti morti e tre bambini feriti dall'esplosione di una mina

 

Tre adulti sono stati uccisi e tre bambini feriti nell'esplosione di una mina nella regione di Chernihiv, 150 km a nord di Kiev. Ne riferisce Liudmyla Denisova, responsabile dei diritti umani nel parlamento ucraino.

«Gli adulti sono morti sul posto e i bambini, con vari gradi di ferite, sono stati ricoverati in ospedale. Le mine antiuomo posate dall'esercito della Federazione Russa nella regione di Chernihiv sono vietate; l'uso di questo tipo di armi contro la popolazione civile è un crimine contro l'umanità».

Questa è la prima volta dall'inizio dell'invasione russa, il 24 febbraio, che un funzionario ucraino ha parlato ufficialmente di persone uccise da questo genere di mine. I testimoni hanno detto che le stesse erano «nascoste lungo la strada, sotto paglia e spazzatura».

 

Un ‘crimine di guerra’

Chernihiv, una delle località strategiche a nord di Kiev, vicino al confine con la Bielorussia, Paese alleato della Russia, negli ultimi giorni è stata bombardata da aerei russi. Amnesty International ha denunciato il 28 febbraio l'uso di bombe a grappolo in Ucraina, sottolineando che questo dovrebbe episodio dovrebbe essere oggetto di indagine come potenziale ‘crimine di guerra’.

Questi dispositivi possono contenere diverse decine di mini-bombe che vanno a spargersi su una vasta. Ma non tutte esplodono: alcune diventano mine antiuomo che, al contatto, possono uccidere e mutilare anche molto tempo dopo il conflitto.

16:23

Biden vieta import petrolio russo


Il presidente americano Joe Biden annuncia l'embargo sulle importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia nell'ambito di una nuova stretta contro l'invasione dell'Ucraina, mentre un gruppo bipartisan di senatori americani punta a introdurre un provvedimento che impedisca a Mosca di vendere le sue riserve di oro per aggirare le sanzioni.

Intanto, se si allunga la lista dei grandi marchi che hanno sospeso le loro attività in Russia, ci sono alcuni giganti - McDonald's, Starbucks e Coca-Cola - che ancora operano nel Paese e su di loro la pressione sta crescendo, tanto da spingere molti a pensare a una campagna di boicottaggio.

Era nell'aria da giorni ma adesso è ufficiale: il presidente americano ha deciso di vietare le importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia, a prescindere da quello che sarà l'atteggiamento degli alleati europei che sull'argomento sono divisi.

Il segretario di Stato Antony Blinken dall'Estonia ha chiesto all'Europa di liberarsi dalla dipendenza energetica russa. Parlando in una conferenza stampa a Tallinn con la premier estone Kaja Kallas, Blinken ha sottolineato che «in questo momento c'è un'opportunità, non solo significativa ma imperativa, per molti Paesi in Europa, di liberarsi dalla dipendenza dall'energia russa». La Russia, ha insistito, «usa l'energia come un'arma».

Oltre al petrolio, Washington punta a colpire l'oro di Mosca con un gruppo di senatori democratici e repubblicani che intende introdurre un provvedimento in questo senso. «Le massicce riserve di oro sono uno degli ultimi asset che Putin può usare per prevenire il collasso dell'economia russa. Imponendo sanzioni sulle riserve possiamo isolare ancora di più la Russia e rendere più difficile per Putin finanziare la sua campagna militare», affermano i senatori augurando un'approvazione della misura già in settimana.

Intanto cresce la pressione negli Usa su alcuni giganti che non hanno ancora interrotto le loro attività in Russia tanto da spingere molti a pensare a una campagna di boicottaggio. I marchi nel mirino sono McDonald's, Kfc, Burger King, Starbucks, PepsiCo e Coca-Cola che finora hanno scelto di adottare un profilo basso restando per lo più in silenzio dell'invasione dell'Ucraina. Sui social media però la pressione iniziare a salire a dismisura.

 

Reazioni a catena: anche in Gran Bretagna stop all'oro nero

Così come gli Stati Uniti, anche il Regno Unito ha annunciato il suo impegno a ridurre a zero le sue forniture energetiche di gas e petrolio dalla Russia già entro la fine del 2022. ne ha dato notizia oggi il governo di Boris Johnson. L'isola, a differenza di diversi Paesi dell'Europa continentale, importa da Mosca un quantitativo residuale di queste materie prime rispetto al suo fabbisogno complessivo.

14:35
13:42
Unicef, un milione di bambini fuggiti dall’Ucraina“Un milione di bambini sono scappati dall’Ucraina, in meno di due settimane”. Lo ha scritto su Twitter James Elder, portavoce di Unicef. “Una buia prima volta nella storia”. Elder, in un’intervista alla Cnn, ha sottolineato che si tratta di una cosa senza precedenti: “Non avevamo mai affrontato una crisi di rifugiati di questa velocità e di questa portata”. Stamani l’Unhcr ha fatto sapere che sono oltre due milioni i rifugiati dal conflitto.
13:19

‘Assalto a Kiev in 24-96 ore’

 

Le forze russe attaccheranno Kiev «nelle prossime 24-96 ore»: è la previsione del think tank statunitense Institute for the Study of War (Isw). Lo riporta il Guardian. «Le forze russe si stanno concentrando nella periferia orientale, nord-occidentale e occidentale di Kiev per un assalto alla capitale...», scrive l'istituto nel suo aggiornamento quotidiano sulla guerra sottolineando che le truppe di Mosca sono afflitte da problemi logistici, ma stanno «portando rifornimenti e rinforzi, oltre a condurre attacchi di artiglieria, aerei e missili per indebolire le difese e intimidire i difensori prima dell'assalto» alla capitale. Questo potrebbe annunciare l'inizio di un momento critico della guerra, proseguono gli esperti dell'Isw.

12:08

Kiev: i russi non rispettano corridoio umanitario Mariupol

Il ministero della Difesa ucraino accusa i russi di non rispettare il corridoio umanitario di Mariupol.

"La Russia tiene in ostaggio 300mila civili a Mariupol, impedisce l'evacuazione umanitaria nonostante gli accordi con la mediazione del CICR (Comitato internazionale della Croce Rossa, ndr). Un bambino è morto di disidratazione ieri! I crimini di guerra fanno parte della strategia deliberata della Russia. Esorto tutti gli Stati a chiedere pubblicamente: RUSSIA, LASCIA ANDARE LA GENTE!", ha scritto oggi il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un tweet.

11:34

In corso l'evacuazione di civili anche a Irpin (Kiev)

L'evacuazione dei civili attraverso i corridoi umanitari è in corso anche a Irpin, sobborgo ad ovest di Kiev, teatro negli ultimi giorni di pesanti combattimenti. Lo riporta la Bbc, citando il governatore della regione Oleksiy Kuleba.

"L'aggressore sta impedendo l'evacuazione della popolazione. In un giorno quelli che potevano raggiungere il luogo di raccolta sono usciti da Irpin da soli. Ora il quartiere si sta preparando per un'evacuazione su larga scala e la consegna di aiuti umanitari", ha detto.

11:15
Zelensky: su Crimea e Donbass ok al compromesso, ma niente capitolazione

“Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere”: lo ha detto alla ABC il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi alla Crimea e alle “pseudo Repubbliche” separatiste del Donbass. “Sono pronto a un dialogo, non alla capitolazione”, ha sottolineato.

08:31

Scattato il cessate il fuoco per l'evacuazione

È scattata alle 9, ora locale (le 8 in Svizzera), il cessate il fuoco in Ucraina per permettere l'evacuazione di civili da Kiev, Kharkiv, Mariupol, Chernihiv e Sumy secondo l'accordo siglato ieri.

L'intesa è arrivata a conclusione del terzo incontro negoziale tra la delegazione ucraina e quella Russa dopo il flop dei corridoi umanitari che ieri non hanno avuto alcun esito.


 
 

08:03

Attacco a Sumy, oltre 10 vittime anche bambini

Le forze russe hanno lanciato ieri notte un attacco aereo contro la città ucraina di Sumy, nel nordest del Paese, provocando oltre 10 vittime, tra cui anche un numero imprecisato di bambini. Lo ha reso noto il capo dell'amministrazione militare regionale, Dmytro Zhyvytsky, secondo quanto riportano i media internazionali.

"Sfortunatamente ci sono bambini tra le vittime", ha detto Zhyvytsky in un video postato su Facebook, spiegando che le vittime sono più di 10. C'è stata una "battaglia impari" con le forze russe che hanno bombardato i civili, scrive nel post: "Ci sono morti e feriti, i soccorritori sono al lavoro".

07:15
Nuovo tentativo tregua da questa mattina

L’Ucraina entra nel 13esimo giorno di guerra e le città stremate e sotto assedio sperano nella tregua annunciata per stamani dai russi, la quarta dopo tre consecutive cadute nel vuoto.

Dopo una notte di apparente diminuzione della violenza sul terreno - ma in cui è stato colpito un centro medico radiologico, senza conseguenze -, dalle 9 locali (le 8 in Svizzera) il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato corridoi umanitari per evacuare i civili da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol, suscitando qualche speranza dopo il nulla di fatto degli ultimi tentativi per i quali Mosca e Kiev si sono scambiati accuse di sabotaggio.

Il Pentagono ieri ha dichiarato di aver notato pochissimo movimento nelle truppe russe sul terreno. Ma la notte si era aperta con la notizia di esplosioni a Odessa, anche nella zona del porto, che da giorni aspetta l’attacco russo. Come lo aspetta anche Kiev, dove i russi stanno raccogliendo le forze, in attesa che scatti l’offensiva finale sulla capitale. A Mariupol l’assedio dura ormai da una settimana e le 200.000 persone che la abitano - nelle parole di Human Rights Watch - sono “intrappolate in un incubo gelato e senz’acqua né luce e vivono sotto la costante minaccia dei bombardamenti russi”.

Nella snervante attesa, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con l’ennesimo messaggio video, ha voluto ribadire di essere a Kiev: “Rimango qui, rimango a Kiev, a Bankova (gli uffici presidenziali), senza nascondermi e senza paura di nessuno. Questo serve per vincere questa guerra", ha tuonato, accusando il nemico di usare "tattiche medievali” per punire gli ucraini.

Nel frattempo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha comunicato che è stato colpito un altro sito pericoloso, dopo la notte di terrore mondiale per l’incendio alla centrale nucleare di Zaporizhzhya: un impianto di ricerca che produce radioisotopi per la medicina nucleare è stato danneggiato dai bombardamenti russi vicino a Kharkiv, ha fatto sapere il segretario generale dell’agenzia, Rafael Grossi, che ha però precisato che non ci sono fughe di materiali radioattivi.

Nella notte la direzione dei servizi segreti militari ucraini ha fatto sapere è stato ucciso in combattimento a Kharkiv un alto comandante militare russo: il generale Vitaly Gerasimov, 45 anni, vicecomandante della 41esima Armata russa, decorato per le operazioni nella seconda guerra cecena, in Siria e in Crimea nel 2014. Se la notizia verrà confermata - intanto l’ha confermata l’agenzia investigativa Bellingcat e l’ha rilanciata il Guardian - , si tratta del secondo generale russo ucciso dagli ucraini in una settimana. Alcuni giorni fa, infatti, gli stessi media russi hanno confermato l’uccisione in Ucraina del vicecomandante delle operazioni, il generale Andrei Sukhovetsky, anche lui vicecomandante della 41esima Armata.

In attesa del quarto round di colloqui fra i delegati russi e ucraini, si attende per giovedì l’incontro ad Antalya, il primo dall’inizio della guerra, fra i due ministri degli esteri nemici, il russo Serghei Lavrov e l’ucraino Dmytro Kuleba. A provare la mediazione, stavolta, dopo il silenzio caduto sul tentativo del premier israeliano Naftali Bennett, è il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

E mentre si stringe sempre più la morsa delle sanzioni sulla Russia e negli Stati Uniti potrebbe vedere la luce un accordo bipartisan in Congresso per boicottare il petrolio russo, oggi il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz - ha annunciato l’Eliseo - incontreranno in un vertice in videoconferenza il leader cinese Xi Jinping. La speranza è che Pechino, alleato strategico di Mosca, possa tentare qualcosa. Se non un’iniziativa di mediazione, che la Cina eserciti almeno la sua influenza sull’alleato russo.