La Confederazione concederebbe ai rifugiati un diritto di soggiorno senza passare per la procedura d’asilo ordinaria. Berna sosterrà i Cantoni
Per i rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina sarà attivato lo statuto di protezione S, che conferisce un diritto di soggiorno in Svizzera senza espletare una procedura d’asilo ordinaria. È quanto ha proposto oggi il Consiglio federale che, prima di decidere in via definitiva, consulterà i Cantoni e le organizzazioni di aiuto e l’Unhcr entro metà della settimana prossima.
Dopo l’aggressione russa, oltre un milione di persone hanno già lasciato l’Ucraina in direzione dello spazio Schengen, e il loro numero potrebbe aumentare ulteriormente, ha affermato in conferenza stampa a Berna la ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter.
"Non posso ancora fornire dati sugli ucraini che arriveranno in Svizzera", ha proseguito, aggiungendo che è previsto un crescente afflusso di persone che cercheranno rifugio nel nostro Paese, dove possono entrare senza visto e soggiornare liberamente per 90 giorni come in tutto lo spazio Schengen.
Sono 320 finora le persone registrate nei centri federali d’asilo dopo aver lasciato l’Ucraina: 200 sono rimaste in queste strutture, le altre hanno raggiunto dei parenti, ha da parte sua precisato la segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener. La maggior parte dei circa 7000 ucraini che già vivevano in Svizzera risiedeva in quattro cantoni: Zurigo, Berna, Argovia e Vaud.
La soluzione dello statuto S consente alla Svizzera di aderire alla strategia adottata ieri dalla maggioranza degli Stati membri dell’Ue, i cui dettagli saranno noti ulteriormente. Si tratta di un strumento che permette di accordare provvisoriamente protezione a persone esposte a un pericolo generale grave, in particolare durante una guerra.
È nato negli anni Novanta dalle esperienze maturate con le guerre nell’ex-Jugoslavia allo scopo di sgravare il sistema d’asilo, in quanto consente di continuare a destinare risorse sufficienti alle procedure ordinarie di richiedenti provenienti da altri Paesi.
I profughi ucraini otterrebbero un diritto di soggiorno di un anno, prorogabile, e la possibilità di chiedere il ricongiungimento familiare. Questo dispositivo consente anche la scolarizzazione dei bambini, ha spiegato Keller-Sutter.
Il Consiglio federale propone comunque qualche ritocco, ad esempio riguardo alla libertà di viaggiare o a quella lucrativa, per renderlo equivalente a quello conferito ai profughi ucraini dagli Stati membri dell’UE.
Ciò permetterebbe alle persone protette di viaggiare nello spazio Schengen anche una volta trascorsi 90 giorni e di lavorare dopo appena un mese dal loro arrivo. Chi riceve lo statuto S sarà alloggiato direttamente nei Cantoni, anche in abitazioni private. "La solidarietà nella popolazione è grande", ha rilevato Keller-Sutter.
Se qualcuno volesse mettersi a disposizione per ospitare rifugiati, può contattare la Segreteria di Stato della migrazione (Sem), che sarà responsabile della gestione degli arrivi e dell’assegnazione degli alloggi, è stato precisato nel corso della conferenza stampa.
I Cantoni riceveranno dalla Confederazione una somma forfettaria a copertura delle spese per l’alloggio, l’assicurazione malattia obbligatoria e l’assistenza diretta. Se il Governo non sospende la protezione temporanea entro cinque anni, i titolari dello statuto S otterranno un permesso B.
In consultazione sarà esaminato anche se conferire questo statuto a persone che non sono di nazionalità ucraina ma risiedevano in quel Paese, ha precisato la consigliera federale rispondendo a una giornalista.
"La guerra della Russia contro l’Ucraina concerne l’Europa e la Svizzera fa parte dell’Europa", ha sottolineato la ministra, aggiungendo che "è da decenni che non conoscevamo un movimento di popolazione così massiccio e rapido" e per questo dobbiamo coordinarci.
Interpellata sul perché non sia stata adottata una soluzione analoga per gli afghani, Keller-Sutter ha affermato che la situazione in Ucraina è diversa e "in Afghanistan non c’era una guerra". Inoltre, stiamo parlando di persone che possono viaggiare liberamente all’interno dello spazio Schengen, ha rilevato.