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Ascona, nel grande zoo del Golf... mazze, palline, gufi e volpi

Intanto due enormi sculture in legno di Giar Lunghi diventano simboli (anche turistici) del lavoro svolto dal ‘superintender’ Garrouste e il suo team

Volpacchiotti sul sedime patriziale
17 febbraio 2022
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Non sono opere d’arte fini a se stesse, quelle che sta realizzando in zona Golf patriziale ad Ascona l’artista e scultore del legno Raymond Garrouste, "superintender" del Golf club, unitamente alla sua squadra.

Se Garrouste è l’uomo che qualche anno fa ci descriveva gli elementi del concime organico "miracoloso" che era la base del trattamento del prato verde (un mix di letame di pecora, sangue animale, corna, succo di barbabietole, cuoio di pecora, noce di cacao, scarti di caffè, legno di pino e, dulcis in fundo, minerali), Giar Lunghi è l’artista chiamato oggi a ingentilire la zona del Golf con autentiche opere a tema, intagliate nel legno. Nel caso specifico il pioppo, che all’altezza dell’entrata est del Lido lo scultore ha trasformato in un grande e coloratissimo martin pescatore, e che poco più in là sta declinando in forma di civetta. Entrambi sono volatili i cui destini non sono estranei al territorio che la squadra dei giardinieri del Golf cura all’insegna dell’innovazione e dell’ecocompatibilità.

Trasformati due pioppi

L’occhio dell’Azienda forestale del Patriziato di Ascona sulle opere di Giar era caduto a Ponte Brolla, dove la cima di alcuni alberi nella zona dei Grotti ha preso vita con tre figure umane in grandezza naturale realizzate un anno fa scolpendo i tronchi con la motosega. Steve Rizzi, caposquadra dell’Azienda forestale patriziale, le aveva viste e ne era rimasto affascinato. Stabilito il contatto, Giar, residente a Roveredo – per le sue attività no profit, in cerca di sostegno, si veda www.roreinsem.com – dalle Terre di Pedemonte si è spostato ai bordi del lago, dove negli scorsi giorni ha ultimato l’enorme martin pescatore, di oltre 2 metri di altezza, le cui fattezze, anche cromatiche, stanno incuriosendo chiunque si ritrovi a passare. «Anche a Ponte Brolla il terreno era patriziale, ma ero stato contattato da un privato perché alcune piante pericolanti dovevano essere tagliate. Così ero intervenuto realizzando un uomo, una donna e un bambino, accompagnati ognuno da un uccellino diverso». Ad Ascona, invece, i soggetti principali sono i due volatili, "nati" da altrettanti pioppi (albero che tra l’altro non si presta molto per le sculture, nota Lunghi) che dovevano essere ridimensionati. Per ultimare il martin pescatore Giar ha impiegato 5 giorni e mezzo di lavoro, mentre qualche ora in meno gli servirà per la civetta, attualmente "in cantiere". «Devo dire che entrambe le sculture stanno incuriosendo i numerosi passanti. C’è anche chi ha avuto da ridire, ma in genere, mentre sono al lavoro, le persone si fermano, si complimentano e si interessano sul perché e il percome dell’iniziativa artistica».

Iniziativa che grazie agli sgargianti colori in acrilico spicca anche in quanto motivo di interesse turistico. Ma, come detto, non solo. Spiega infatti Rizzi che «la scelta del martin pescatore è legata al progetto di nidificazione condotta da Garrouste. Due anni fa, dietro lo stagno, vicino a dove sarebbe poi sorta la scultura, aveva creato un nido per il volatile (che nidifica a terra, scavando nella sabbia) con la speranza che prima o poi un esemplare si facesse vedere. Con grande stupore di tutti, in primis dei "bird watchers" (gli osservatori di uccelli) dopo due settimane un martin pescatore vi aveva preso casa, come dimostrano le immagini della foto-trappola. Quanto alla civetta, si è… meritata una scultura dopo la scoperta che all’interno del Golf aveva nidificato un esemplare di specie piuttosto rara».

Una grande oasi ecosostenibile

Perfettamente in linea con l’esplosività creativa e la sensibilità ambientale di Garrouste e della sua squadra, questo filone si amplierà con la realizzazione di alcuni pannelli informativi in tema ornitologico che verranno piazzati lungo la passeggiata giro-Golf, in collaborazione con Chiara Scandalora. Ma non è, questa iniziativa, che una delle mille intraprese da Garrouste a favore del sedime da 45 ettari del Golf club, di cui circa 30 occupati dal campo. Dalle appassionate spiegazioni del "superintender" di origine transalpina emerge il quadro di un’autentica oasi ecosostenibile costruita mano a mano nel corso degli anni; oasi dalla quale fra l’altro, da ormai 10 anni, sono stati completamente eliminati gli insetticidi chimici. Anche grazie a questo accorgimento si è messa in moto una rigenerazione naturale in cui proliferano insetti, uccelli e animali boschivi di ogni tipo e sorta (compresa una quindicina di volpi, i cui esemplari più giovani, pur mantenendo le debite distanze, hanno già fraternizzato con gli addetti, primo fra tutti lo stesso Garrouste).

Cifre e dati restituiscono l’ampiezza dell’impegno naturalistico e ambientale: «Per quanto riguarda gli uccelli – dice Raymond –, sul sedime abbiamo 230 nidi di 19 tipologie diverse per 105 specie di volatili. Tutti i nidi sono registrati su un piano Gps per poterli localizzare. Dai rilevamenti risulta che sono occupati al 96%. La rigenerazione naturale messa in atto ha fatto proliferare i lombrichi. Ve ne sono di 3 varietà, che operano a profondità diverse del terreno portando ossigeno, concimando e facendo anche naturalmente da nutrimento agli uccelli, che sono di riflesso ben contenti di quest’abbondanza». Poi un lavoro specifico viene effettuato per favorire la presenza di pipistrelli, farfalle e libellule; è in atto una campagna di impollinazione per le api; dal 2015 sono stati piantati circa 300 nuovi alberi, di cui un centinaio da frutta; sono state immesse trote nel laghetto interno; e nuovi "alberghi per insetti", realizzati con tronchi naturali, andranno ad aggiungersi a quelli già presenti da anni lungo il perimetro dell’area.

Tornando al martin pescatore assurto ora a simbolo del Golf club, per la costruzione del nido Garrouste si è avvalso della collaborazione di Pietro Teichert, responsabile della zona protetta cantonale adiacente al Castello del Sole: «È stata un’operazione importante, eseguita con tutti i crismi, a partire dalla sabbia utilizzata, molto fine e a facile compattazione: siamo andati a prenderla nella zona del lago di Costanza». Poi ci fa vedere un breve filmato in cui il volatile entra nel nido, ma non prima di essersi fermato un attimo, con fare circospetto, su un tronco posizionato in orizzontale: «Lo abbiamo lasciato lì apposta – conclude Garrouste – perché sappiamo che il martin pescatore, prima di entrare in casa, vuol capire se è tutto tranquillo o valga la pena riprovarci più tardi».