Il Consiglio federale revoca la maggior parte delle misure di protezione. E cancella la raccomandazione al telelavoro.
Da domani niente più mascherina e certificato Covid per accedere a negozi, ristoranti, istituzioni culturali, altre strutture aperte al pubblico e manifestazioni. Il Consiglio federale ha revocato oggi la maggior parte delle misure di protezione, ad eccezione dell’isolamento delle persone risultate positive e dell’uso obbligatorio di mascherine nei trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie; tali provvedimenti rimarranno in vigore fino a fine marzo.
“Oggi facciamo un passo decisivo verso la normalità”, ha detto il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ai media. Il 16 marzo 2020 il Consiglio federale dichiarava la situazione straordinaria, oggi, esattamente 23 mesi dopo, il governo revoca la maggioranza misure, ha aggiunto.
L’evoluzione della pandemia è positiva e la tendenza dovrebbe proseguire con l’arrivo della primavera. “Questa nuova fase richiede una capacità di adattamento per imparare a convivere con questo virus”. “Più libertà significa anche più responsabilità”, ha specificato Cassis, invitando la popolazione a mostrare rispetto e solidarietà reciproca, soprattutto verso le persone più vulnerabili.
“Non sappiamo ancora quale impatto avrà il virus nei prossimi mesi o anni. Per questo dobbiamo rimanere vigili ed essere pronti a reagire in caso di bisogno”, ha dichiarato dal canto suo il consigliere federale Alain Berset ricordando le oltre 12’000 vittime del Covid, le persone che si sono ammalate gravemente, quelle che ancora oggi soffrono per le conseguenze del virus e il peso sopportato dal personale curante e da alcuni settori economici.
Da domani sarà abolito l’obbligo di certificato per l’accesso a ristoranti, cinema, teatri, eventi e altre strutture. Non si dovrà più indossare una mascherina nei negozi, nei locali pubblici, nelle imprese e nelle strutture aperte al pubblico. Decadono pure l’obbligo di richiedere un permesso per grandi eventi e le restrizioni per le riunioni private.
“La revoca di queste misure per alcuni è un sollievo, per altri motivo si preoccupazione”, ha commentato il ministro della sanità Alain Berset, ribadendo la necessità di rispettare chi decide di continuare a proteggersi.
L’Ufficio federale della sanità pubblica ha stralciato anche la raccomandazione del telelavoro. Saranno quindi le imprese a decidere se continuare a far lavorare i dipendenti da casa e imporre l’uso della mascherina nei loro locali visto che per legge sono tenute ad adottare le precauzioni necessarie per proteggere i collaboratori. Rimarranno in vigore fino a fine marzo invece le disposizioni per tutelare i dipendenti particolarmente a rischio.
Con la revoca delle misure di protezione viene meno anche la necessità di mantenere la maggior parte delle misure di sostegno all’economia, precisa un comunicato governativo. Da domani quindi non sarà più possibile richiedere indennità per perdita di guadagno in seguito alla chiusura o alla limitazione dell’attività lucrativa a causa delle restrizioni.
Fino a fine marzo potranno domandare un indennizzo le persone che devono interrompere il lavoro perché particolarmente vulnerabili, mentre chi opera nel settore degli eventi e ha dovuto limitare l’attività a causa delle misure potrà inoltrare richiesta fino al 30 giugno. “La rapida revoca dei provvedimenti dovrebbe comportare una riduzione delle spese di centinaia di milioni di franchi rispetto agli importi stanziati”, stando all’esecutivo.
“Il governo ha operato una revisione totale ordinanza COVID-19 situazione particolare che ora sarà limitata a fine marzo. Se tutto procede come previsto, si tornerà alla situazione normale come previsto dalla legge federale contro le epidemie”, ha precisato Berset.
Rimangono al momento in vigore le disposizioni sull’isolamento dei positivi per cinque giorni e l’obbligo di mascherina sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie (i residenti delle case di riposo e di cura sono esentati). I cantoni sono comunque liberi di imporre misure più severe o di esentare dall’obbligo della maschera.
La Confederazione continuerà a finanziare i test ripetuti nelle strutture sanitarie e nelle aziende che garantiscono l’operatività di infrastrutture critiche per impedire penurie di personale. Per le scuole i costi saranno coperti fino alla fine di marzo, poiché la circolazione del virus fra i più giovani è ancora molto alta.
I test individuali continueranno ad essere gratuiti per chi presenta sintomi o ha avuto contatti stretti con persone positive. Sarà garantito anche il finanziamento di nuovi farmaci per pazienti a rischio di un decorso grave della malattia.
Le misure sanitarie per l’ingresso in Svizzera saranno totalmente abolite. Inoltre non saranno più rilasciati i cosiddetti certificati Swiss Covid, introdotti dall’autunno 2021, ma solo certificati Covid riconosciuti dall’UE.
Il mandato della Task Force, che ha fornito gratuitamente consulenza dalla primavera del 2020, si concluderà alla fine di marzo. I singoli membri continueranno comunque ad essere a disposizione del Consiglio federale e dell’Amministrazione federale.