I Giochi (e le imprese) di Noè Ponti, Ajla Del Ponte, Filippo Colombo, Ricky Petrucciani, Michele Niggeler e Maria Ugolkova
Inizio col botto per Maria Ugolkova, autrice del record svizzero nella sua prima gara in questa sua seconda Olimpiade della carriera. Il 24 luglio la 32enne ticinese d’adozione ha nuotato nelle qualificazioni dei 100 farfalla in 58”22, migliorando il già suo primato nazionale di 34 centesimi. Un tempo che le è valso il sesto posto di batteria ma che (con il 17esimo rango totale) non le ha permesso di un soffio l’accesso alle semifinali, sfuggitele per soli 14 centesimi.
Debutto amaro per Michele Niggeler a Tokyo, il quale però avrà tempo e modo di rifarsi nel peraltro deludente concorso a squadre. Il ticinese si è infatti dovuto arrendere nel primo turno della gara individuale allo statunitense Yeisser Ramirez, che si è imposto con un inequivocabile 15-6. Contro un avversario parecchio più alto di lui, il 29enne della Lugano Scherma non ha trovato il modo per impensierire il 34enne di origine cubana, che ha dominato il duello.
«Peccato, ho sbagliato la partenza, poi ho recuperato bene. Alla luce di quanto successo in primavera, non posso lamentarmi». Si era espresso così, diviso tra soddisfazione e una punta di rammarico, Filippo Colombo, dopo il 12esimo posto nella prova di cross-country vinta dal 21enne talento britannico Thomas Pidcock. La Nazionale svizzera si è dovuta “accontentare” dell’argento di Mathias Flückiger e dell’amaro quarto posto del campione uscente Nino Schurter, beffato proprio negli ultimi metri dallo spagnolo David Valero Serrano. A completare l’ottima prestazione d’assieme, la Svizzera ha piazzato Filippo al 12esimo rango, un risultato che non ha soddisfatto pienamente il ticinese, ma che, considerando la caduta di inizio maggio ad Albstadt, con conseguente frattura del bacino, può essere salutato con una standing ovation.
«Sono partito decisamente male – ha ammesso con non poco rammarico –. Non so cosa sia successo, probabilmente mi è mancato un po’ il ritmo gara, a causa del tempo perso con l’infortunio di inizio maggio. Dopo essermi ritrovato davvero molto indietro, sono riuscito a recuperare piuttosto bene nel corso dei primi due giri. Stavo per agganciarmi al gruppo dei migliori quando ho commesso un errore davvero stupido in salita (ha dovuto scendere di sella, ndr) che mi è costato diverse posizioni. Era il punto meno indicato per sbagliare, ma sono cose che succedono. Sono contento di come ho reagito e delle sensazioni avute nella seconda parte di gara. Mi sarebbe piaciuto poter proporre lungo tutta la gara un livello come quello avuto nel finale, ma purtroppo non è andata così. Se penso a quanto è successo negli ultimi mesi, non posso che essere soddisfatto. L’esperienza vissuta in Giappone mi servirà in futuro».
L’avventura olimpica di Noè Ponti si è aperta con la staffetta svizzera 4x100, la quale ha mancato la qualificazione alla finale. È dunque stato piuttosto amaro il debutto ai Giochi Olimpici per il giovane ticinese Noè Ponti, che ha gareggiato come terzo staffettista (con un crono di 48”62), e che, al fianco di Nils Liess, Roman Mityukov e Antonio Djakovic ha fatto segnare un tempo totale di 3’14”65. Un crono – a 0”24 dal record nazionale e a 1”52 dall’ultima qualificata – che ha posto i rossocrociati al 14esimo e terz’ultimo posto.
L’indomani Noè Ponti è rimasto fuori dagli otto migliori nei 200 farfalla. Al ticinese sarebbe bastato il suo nuovo record svizzero (1’55”05) stabilito nelle batterie ma ha fermato il cronometro a 1’55”37, sinonimo di esclusione oltremodo beffarda per la miseria di 6 centesimi. Il ticinese nella sua azione è stato disturbato dall’ungherese Kristof Milak, autore del miglior tempo, al fianco del quale ha nuotato le quattro vasche con il decimo tempo complessivo.
Nel giorno in cui Federica Pellegrini (detentrice del record del mondo dal 2009) ha scritto la storia centrando la quinta finale olimpica nei 200 stile libero (prima donna a riuscirci), è ancora più beffardo il verdetto nei 200 misti, la disciplina prediletta della locarnese d’adozione: miseri sei centesimi l’hanno infatti privata della finale. 2’10”65 il suo tempo, prima delle escluse dalle otto che si sono contese le medaglie.
Per niente destabilizzante, l’esclusione dalla finale dei 200 farfalla, per Noè Ponti, il quale si è rifatto con gli interessi nei 100 farfalla. Noè tre giorni dopo aver masticato un po’ amaro per la finale sfiorata dei 200, si è guadagnato la finale dei 100 farfalla con una prova stratosferica in semifinale. 50”76 il suo tempo. Davanti a lui soltanto l’americano Caeleb Dressel. Per Ponti si è trattato del terzo tempo assoluto nelle due batterie. Il ventenne gambarognese ha abbassato il suo record svizzero realizzato lo scorso dicembre di ben 39 centesimi.
Venerdì 30 luglio segna l’entrata in scena di Ajla del Ponte. L’avvio di Olimpiadi della velocista di Bignasco è al fulmicotone. Nelle batterie dei 100 metri Ajla Del Ponte ha infatti stampato un meraviglioso 10”91, soffiando il record a Mujinga Kambundji e qualificandosi per le semifinali grazie al secondo posto alle spalle di Shelly-Ann Fraser-Pryce (10”84). La bernese ha pure passato il turno qualche minuto prima della locarnese eguagliando il suo vecchio record in 10”95.
Cinque giorni dopo la prova individuale incolore, sul piano personale, Michele Niggeler si è riscattato appieno. Il portacolori della Lugano Scherma è stato il migliore nella gara di spada a squadre (ha in effetti vinto oltre la metà dei punti della squadra svizzera), ma il quartetto rossocrociato è eliminato già ai quarti dalla Corea del Sud (44-39). Delusione amarissima per gli spadisti svizzeri più affermati Max Heinzer e Benjamin Steffen, nettamente al di sotto delle aspettative. Prima dell’ultimo assalto di Benjamin Steffen la Svizzera conduceva 34-30. In quello che è stato l’ultimo impegno della carriera, il basilese è però stato nettamente dominato da Sang-Young Park, il campione olimpico di Rio de Janeiro nell’individuale. Dopo questa amara sconfitta, i rossocrociati hanno perso anche con la Francia (37-45) e l’Italia (34-36), chiudendo all’ottavo posto.
Sullo slancio dell’ingresso in finale, denotando un crescendo di forma irresistibile a testimonianza di una programmazione perfetta della sua Olimpiade, Noè Ponti ha conquistato un pazzesco e storico bronzo nei 100 farfalla. Il ticinese ha stampato un meraviglioso 50”74, ritoccando ancora il suo record svizzero e classificandosi alle spalle di Caeleb Dressel (medaglia d’oro con tanto di nuovo primato mondiale in 49”45), e Kristof Milak. Quella di Ponti è stata la terza medaglia svizzera nel nuoto nella storia delle Olimpiadi, la seconda di Tokyo 2020 dopo il bronzo ottenuto da Jérémy Desplanches nei 200 misti. Noè è anche il secondo ticinese ad aver partecipato a una finale dopo Flavia Rigamonti (Sydney 200, 800 metri), nonché il primo ticinese dopo Heidi Robbiani nell’equitazione a Los Angeles 1984 e Michel Ansermet nel tiro a Sydney 2000 a tornare a casa con al collo una medaglia dei Giochi estivi.
Poche ore dopo la medaglia di bronzo di Noè Ponti nei 100 farfalla, il Ticino ha festeggiato un’altra presenza in una finale olimpica. Ajla Del Ponte ha colto il secondo posto alle spalle della giamaicana Elaine Thompson-Herah. Un piazzamento sinonimo di qualificazione diretta con un fantastico 11’’01, seconda miglior prestazione personale. La Svizzera ha festeggiato addirittura una storica doppia presenza in finale, perché dopo l’exploit di Ajla, è arrivato, nella terza semifinale, anche quello di Mujinga Kambunji che ha strappato al fotofinish il secondo posto alle spalle della giamaicana Shelly-Ann Frazier-Pryce. Ottimo il tempo della bernese, con un 10’’96.
Poche ore dopo, la consacrazione mondiale, per la valmaggese. Strepitoso il suo quinto posto in finale (10’’97), davanti a Mujinga Kambundji sesta a due centesimi dalla ticinese. La Giamaica ha piazzato la triipletta (Eliane Thompson-Herah ha vinto in 10”61, davanti a Shelley-Ann Frasier-Pryce e a Shericka Jackson).
Il risultato delle due elvetiche è storico, travolgente il finale di Ajla. Se avesse azzeccato i primi passi avrebbe senza dubbio potuto lottare per un quarto posto che non avrebbe certamente avuto il sapore del legno. «Non so cosa dire – aveva commentato a caldo Ajla –. C’erano in pista le otto donne più veloci al mondo e io ero tra di loro, nella mia prima finale olimpica. Sono partita con un mezzo inciampo, ma ho continuato a battermi e il risultato mi ha ripagata. È stato semplicemente magnifico. Anche prima del via abbiamo vissuto emozioni molto intense, con la scenografia allestita dagli organizzatori e che ha cercato di sopperire all’assenza del pubblico, assenza molto pesante per noi atleti. Sugli spalti non c’era nessuno, ma ho sentito il calore dei tifosi a casa, per cui questa Olimpiade rimarrà indimenticabile».
Ultimo ticinese a debuttare ai Giochi di Tokyo, Ricky Petrucciani, ha centrato il suo primo obiettivo lunedì 2 agosto. Il 21enne locarnese si è qualificato per le semifinali dei 400 metri, centrando il terzo posto in una batteria nella quale ha preceduto al fotofinish lo statunitense Randolph Ross con il tempo di 45”64.
L’indomani la splendida avventura di Ricky Petrucciani nei 400 dei Giochi di Tokyo si è però chiusa in semifinale. Il ticinese campione europeo U23 ha comunque disputato un’ottima gara, chiusa al sesto posto fermando il cronometro su 45”26 (45’’02 il suo personale). Un tempo che è valso al più giovane tra i semifinalisti la 14esima piazza assoluta e la terza tra gli europei.
Metabolizzata la sbornia di emozioni della prova individuale, Ajla Del Ponte è tornata in pista per la 4x100, qualificata in maniera brillante alla finale. Riccarda Dietsche, Ajla Del Ponte, Mujinga Kambundji e Salomé Kora hanno abbassato di 13 centesimi il precedente primato, portandolo a 42”05 (quarto tempo complessivo) e terminando la propria gara in seconda posizione alle spalle della Germania (42”00).
Due giorni dopo è arrivato un quarto posto che ha lasciato un po’ di amaro in bocca (oro alla Giamaica). Il quartetto elvetico non è infatti riuscito ad abbassare ulteriormente il tempo fatto segnare in semifinale: 42”08, a venti centesimi da una medaglia di bronzo che sarebbe stata possibile (a scapito della Gran Bretagna) e allo stesso tempo incredibile. Del Ponte e compagne hanno pagato un passaggio di testimone non perfetto tra Mujinga Kambundji e Salomé Kora. In ambito maschile vittoria dell’Italia che ha trionfato nella staffetta 4x100m, grazie a una seconda splendida frazione di Jacobs (titolato nel 100) ma soprattutto a un incredibile finale di Filippo Tortu.