Lo ha dichiarato oggi Patrick Mathys, dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), durante il consueto appuntamento settimanale coi media
La fascia d’età fra i 20 e i 29 anni è attualmente quella più toccata dalle infezioni di coronavirus. La variante Omicron è ormai responsabile di più della metà dei casi in Svizzera e la pressione sugli ospedali è destinata a crescere.
Lo ha dichiarato oggi Patrick Mathys, dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), durante il consueto appuntamento settimanale coi media.
“Omicron è arrivata in Svizzera e si sta diffondendo molto rapidamente”, ha dichiarato il capo della sezione Gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell’Ufsp. I nuovi casi raddoppiano nel giro di 3-5 giorni.
L’occupazione dei reparti di terapia intensiva è in aumento. Attualmente ci sono 336 pazienti Covid nelle cure intense, ciò che corrisponde a quasi il 40% dei posti disponibili. La pressione sugli ospedali cresce e il responsabile dell’Ufsp prevede che nelle prossime settimane non sarà possibile una presa a carico ottimale.
In ogni caso non si prevede un allentamento della situazione, ha detto Mathys. La vaccinazione rimane la misura migliore per arginare la pandemia.
Le nuove infezioni giornaliere rimangono a un livello alto. L’incidenza, con 1’450 casi ogni 100 mila abitanti è la più alta in Europa. Il responsabile dell’Ufsp ha citato in proposito anche il caso del Ticino, con l’incidenza più bassa fra i cantoni che è però aumentata del 95% nell’ultima settimana.
Tanja Stadler, presidente della task force scientifica Covid-19 della Confederazione, ha detto di aspettarsi fino a 20 mila infezioni da coronavirus al giorno dalla prossima settimana.
Nella maggior parte degli scenari di previsione, il valore di riproduzione di Omicron è intorno a due, ciò che rappresenta una crescita esponenziale “mai vista finora”. Il valore R della variante Delta è invece al di sotto di 1, ciò che indica un calo delle infezioni.
Stadler ha avvertito di non prendere alla leggera l’ipotesi che la variante Omicron porti a decorsi meno gravi della malattia. Il fattore decisivo nella lotta contro la pandemia rimane la rapidità con cui grandi parti della popolazione possono essere vaccinate, in particolare con il booster. La vaccinazione protegge dall’infezione, ma non completamente.
I vaccini, i test, l’uso di mascherine, la ventilazione delle aree interne e la limitazione dei contatti rimangono quindi strumenti importanti, ha sottolineato la presidente della task force Covid-19.
Alla domanda di un giornalista, Tanja Stadler ha precisato che al momento non è chiaro per quanto tempo la dose di richiamo del vaccino può proteggere dalla variante Omicron. In base ai pochi dati finora disponibili, provenienti principalmente da Israele, Stadler stima che la protezione dalla nuova variante dovrebbe rimanere altra per dieci o dodici settimane.
In alcuni ospedali si stanno raggiungendo i limiti di capacità, ma per il momento il coordinamento e il trasferimento dei pazienti fra ospedali funziona bene, ha detto Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali (Amcs).
“Nel complesso, il carico di lavoro negli ospedali è gestibile”, ha detto il medico cantonale di Zugo. In alcuni cantoni il tracciamento dei contatti ha tuttavia raggiunto il limite e non è possibile risalire a tutti i contatti stretti.
Hauri ha inoltre ricordato i focolai che hanno interessato in particolare le squadre di hockey su ghiaccio, che sono probabilmente causate dalla variante Omicron. Per fortuna non si registrano per il momento casi gravi fra i giovani atleti.
Il medico cantonale ha quindi ribadito l’invito a rispettare rigorosamente le misure igieniche e le restrizioni. Viene in particolare raccomandato di indossare correttamente la mascherina nei trasporti pubblici. Quando si viaggia in veicoli più piccoli con persone di famiglie diverse, è inoltre consigliato di indossare una maschera FFP2.