Bellinzonese

Ridotta la pena all’autore dei botti, uscirà presto dal carcere

Come chiesto dalla difesa, la Carp ha abbandonato i capi d’imputazione riferiti alle esplosioni riconoscendo una violazione del principio ‘ne bis in idem’

(Ti-Press)
23 novembre 2021
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Non tre anni e mezzo di carcere come sancito in primo grado bensì due, sospesi, per consentirgli di far fronte alla sua turba psichica in una struttura specializzata. La Corte di appello e di revisione penale (Carp) di Locarno ha ridotto la pena nei confronti del 22enne di Bellinzona responsabile, singolarmente e in correità con terze persone, dei botti notturni tra il gennaio del 2019 e il marzo del 2020, compresa l’esplosione alle Scuole Sud di Bellinzona del febbraio 2020 quando non era tuttavia stato lui l’autore materiale della deflagrazione ma l’amico al quale aveva affidato il potente ordigno artigianale da lui assemblato. Dietro le sbarre dal marzo 2020, alla luce della sentenza odierna della Carp il 22enne dovrebbe essere presto trasferito in un apposito centro per seguire la cosiddetta misura per giovani adulti.

Sul conto del 22enne la Carp ha confermato il reato di delitto contro la Legge federale sugli esplosivi (per avere importato e confezionato illegalmente almeno 26 petardi che poi smontava per estrarre la polvere pirica e confezionare ordigni più grandi) unitamente a quello di ripetuto danneggiamento e quello di fabbricazione, occultamento e trasporto di materie esplosive. Sono invece caduti i capi d’imputazione riferiti alle deflegrazioni, nello specifico il reato di uso delittuoso di materie esplosive. C’è infatti stato l’abbandono, e di conseguenza il proscioglimento, per tutti i sei episodi. In questo senso la Corte presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore Niccolò Giovanettina il quale in apertura del processo bis aveva sollevato una questione pregiudiziale. Il legale aveva portato all’attenzione della Carp quella da lui ritenuta una violazione del cosiddetto principio ‘ne bis in idem’ da parte della Corte delle assise. Nell’atto d’accusa la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis (battutasi per una conferma della sentenza pronunciata in primo grado) chiedeva la condanna per uso delittuoso di materie esplosive. Subordinatamente, chiedeva l’uso colposo. In prima istanza la Corte delle assise aveva optato per l’uso delittuoso, prosciogliendo il giovane dell’uso colposo. Così facendo, spiega da noi contattato un evidentemente soddisfatto Niccolò Giovanettina, è stato violato il principio svizzero che non permette di condannare e assolvere (e quindi giudicare una persona due volte) per lo stesso fatto. Una violazione formale ravvisata dalla Carp, che non è dunque nemmeno entrata nel merito dell’analisi dei fatti e ha di conseguenza prosciolto il giovane dai reati riferiti alle esplosioni. Ricordiamo che il giovane ha ammesso di essere l’autore materiale dei botti notturni in zona Golena a Giubiasco, sostenendo però che non era d’accordo con il complice (condannato a 16 mesi sospesi) sul fatto di far esplodere il sesto ordigno alle Scuole Sud.

A differenza del processo in prima istanza, il 22enne è stato prosciolto anche dal reato di discriminazione e incitamento all’odio per avere indossato un costume dell’esercito militare tedesco con svastiche al Carnevale di Bellinzona: per la Carp la volontà non era quello di propagare un’ideologia nazista.

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