Parlano le vittime di coazione sessuale e violenza carnale. Emerge anche un caso del 1987. La politica è intenzionata a far chiarezza con un audit esterno
Hanno parlato pubblicamente per la prima volta le vittime dell’ex funzionario del Dipartimento della Sanità e della socialità (Dss), attivo nell’ambito delle politiche giovanili, condannato lo scorso mese di aprile a 18 mesi di detenzione sospesi per coazione sessuale e violenza carnale. Intervistate da ‘Falò’, le ragazze hanno voluto raccontare quanto subito “affinché la società si doti di strumenti per evitare che fatti del genere si ripetano”. Anche la politica è intenzionata a fare luce sull’operato dell’Amministrazione cantonale all’epoca dei fatti. La seconda richiesta di creare una Commissione parlamentare d’inchiesta o un audit esterno – verosimilmente sarà questa la via scelta, se ne saprà di più nei prossimi giorni – è ancora pendente. I comportamenti, “le avances”, dell’ex funzionario sono stati segnalati al suo superiore nel 2005; un altro caso risale al 2007 (con una ragazza con fragilità ha denunciato di subire molestie), ma non sono stati presi provvedimenti nei suoi confronti. Le segnalazioni sono comunque precedenti, visto che un caso di violenza è già stato segnalato nel 1987. “Ero molto ingenua – sono state le parole della donna, allora 14enne –. Ero al primo anno di apprendistato nell’ufficio dell’ex funzionario. Mi ha invitata a pranzo, ero a scuola e l’ho raggiunto”. Invece del pranzo la ragazza ha trovato “la richiesta molto esplicita di un rapporto sessuale: non aveva tutti i vestiti addosso. Non ha ottenuto quello che voleva quando sono uscita dalla porta”.
Le problematiche comportamentali erano note anche all’interno del suo ufficio, al punto da coinvolgere il capodivisione sociopsichiatria cantonale per “capire come affrontare una persona che si comporta in maniera così aggressiva”. Il rapporto, nel 2004, è stato inviato al capo sezione risorse umane Raniero Devaux, il quale “non ravvisa violazioni di servizio tali da giustificare provvedimenti disciplinari”. Scartata l’ipotesi di uno spostamento, per l’ex funzionario viene scelta una soluzione interna legate a mansioni amministrative e gli vengono tolte le mansioni legate al Forum dei giovani. “Era l’agosto 2004 e mi illudevo, dopo un anno di abusi, di essermene liberata. Poche settimane dopo si è ripresentato e sono ricominciati gli abusi. Me lo sarei evitato se chi doveva faro, fosse intervenuto davvero”, ha commentato una vittima. “Non c’è mai stato alcun tipo di controllo”, ha aggiunto un’altra.
Al momento dei fatti, le ragazze intervistate avevano 16, 17 e 14 anni. “Era una persona adulta e importante per noi. Mi sono resa conto che qualcosa non andava, ma ci sono voluti anni per capire che sono stata io la vittima. Quello che percepivo era vergogna, schifo e disprezzo in me stessa. Siamo stati lasciati soli, in balìa di una persona folle”, è stato uno dei racconti. “È stato un periodo veramente di terrore – ha aggiunto un’altra –. Mi illudevo di essere al riparo da questa situazione, ma una sera mi ha portato a casa sua e la situazione è degenerata: mi ha messo le mani addosso, ero completamente paralizzata per una cosa che non avrei mai concepito come possibile e mi sono trovata in trappola”. Da un’altra testimonianza è invece emerso che “a casa sua c’erano alcol e canne, ovvero tutto quello che non potevamo condividere con gli adulti, e piano piano tesseva la sua tela”. Un’altra donna ha infine raccontato che “quando ha capito i miei rifiuti, mi ha aggredito fisicamente. Non è possibile che nessuno si fosse accorto di niente nell’ambiente lavorativo”. La denuncia che ha dato avvio al procedimento penale è stata depositata nel 2017. L’ex funzionario è stato sospeso dal lavoro, senza privazione del salario, per 8 mesi. Fino a quel momento, secondo dichiarazione dei suoi stessi superiori, ha dato consulenza per 900 progetti con giovani e gruppi privati che incontrava personalmente. Avrebbe anche partecipato a diverse manifestazioni a contatto con i giovani.