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Lugano, Venuti accusa Quadri di mobbing

Il vicepresidente cantonale del Ps e dipendente della Città chiede al Municipio di intervenire nei confronti del direttore del ‘Mattino’

Adriano Venuti e Lorenzo Quadri (a destra)
17 novembre 2021
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Continui attacchi personali, ripetute offese proferite a mezzo stampa e violazione della sfera intima. Sono solo alcune delle ragioni che hanno spinto Adriano Venuti, dipendente della Città di Lugano, vicepresidente cantonale del Ps e municipale a Massagno, a chiedere all’esecutivo di intervenire nei confronti del municipale leghista Lorenzo Quadri, direttore del ‘Mattino della domenica’. Il dipendente comunale vorrebbe che l’autorità politica lo tutelasse dai continui attacchi contro la sua persona che vengono pubblicati, con una certa regolarità, sul domenicale del movimento di via Monte Boglia. Venuti si è pertanto rivolto al suo datore di lavoro, il Municipio di Lugano, siccome il foglio leghista non perde occasione per attaccarlo e denigrarlo, ridicolizzando le sue origini meridionali e mettendo in discussione il suo impiego professionale presso la Città di Lugano.

‘Attacchi che si ripetono da anni’

Al Municipio, il dipendente chiede: “Come è possibile che un municipale della Città di Lugano si permetta di fare mobbing nei confronti di un impiegato comunale? Come è possibile che l’intero Municipio, che il responsabile delle risorse umane e che il mio direttore (il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, ndr) permettano che ciò accada”? Secondo Venuti ogni limite è stato superato: «Sono anni che questa storia si ripete. Mi aspetto che il Municipio reagisca. Intanto, mi sembra giusto informare l’opinione pubblica. Se mi si vuole attaccare politicamente lo si faccia pure ma non posso accettare che mi si metta in discussione professionalmente, nel ruolo di funzionario pubblico». Interpellato da laRegione, il sindaco di Lugano Michele Foletti si è limitato a dire che la questione verrà discussa in seduta di Municipio. Dal canto suo, il municipale di Lugano e direttore del ‘Mattino della domenica’ Lorenzo Quadri comprende che Venuti non possa essere contento, ma gli pare artificiosa l’accusa di mobbing: «Il Mattino della domenica non è il suo datore di lavoro». Il municipale leghista rincara la dose: «Da che pulpito! Adriano Venuti ha insultato l’ex leader della Lega Giuliano Bignasca, il sottoscritto e di recente, in merito all’ex Macello, ha definito ‘barbarie’ l’agire del Municipio, che è il suo datore di lavoro. In ogni caso, il ‘Mattino della domenica’ non è il suo datore di lavoro e nemmeno l’organo della Città di Lugano».

‘Insulti a Bignasca? Sono stato assolto!’

Venuti non è però stato condannato penalmente, né sanzionato a livello amministrativo e lui lo ribadisce nella missiva indirizzata all’esecutivo cittadino: “Ora, i fatti che mi hanno visto protagonista nel 2014 dovrebbero essere noti a tutti e noti sono anche gli esiti dell’inchiesta amministrativa aperta dalla Città di Lugano nei miei confronti e del procedimento penale promosso dagli eredi di Giuliano Bignasca, mio ex capodicastero. Il Municipio mi ha invitato a essere più attento e così ho fatto. Ho accolto con grande serietà l’invito a prestare maggiore attenzione quando nell’ambito della mia attività politica e privata mi esprimo in merito a persone o fatti legati al mio datore di lavoro, la Città di Lugano. Il secondo procedimento mi ha visto assolto sia in primo che in secondo grado: non sono un insultatore di morti! Che un municipale rappresentante del mio datore di lavoro si permetta di definirmi continuamente insultatore di morti, che dichiari che insulto l’intero Municipio è sconcertante oltre che falso e calunnioso”. «Il fatto che sia stato assolto non vuol dire che non abbia insultato Giuliano Bignasca, perché non ogni insulto è penalmente rilevante – ribatte Quadri –. Venuti è recidivo: la demolizione dell’ex Macello è stata decisa dal Municipio di Lugano, ossia il suo datore di lavoro e lui l’ha dipinta come barbarie. Nel settore privato, avrebbe già perso l’impiego il giorno dopo. Continuo a considerare che Venuti andava licenziato dopo le esternazioni che si è permesso di fare. Altri dipendenti della Città sono stati sanzionati per cose molto meno gravi».

Quadri: ‘Anche lui ha un doppio ruolo’

Ma al ‘Mattino’ pare l’abbiate preso di mira? «La questione è riemersa perché il socialista Aurelio Sargenti ha minacciato una querela nei confronti di un dipendente della Città di Lugano che in un post si è espresso sopra le righe nei confronti di un consigliere comunale – ribatte il municipale leghista –. Quindi, il ‘Mattino’ ha solo rimarcato che questi socialisti sono suscettibili e molto di parte, visto che sul loro vicepresidente cantonale che insultò il suo capodicastero morto non dicono nulla». Però, lei, come municipale in rappresentanza del partito che ha la maggioranza nell’esecutivo e come direttore del giornale della Lega, non convive con una certa ambiguità o ambivalenza di funzioni? «D’accordo, ma visto che non esiste il Berufverbot (divieto di lavoro) e considerato che l’attività di municipale è al 50%, evidentemente devo lavorare per l’altro 50%. Questa presunta ambiguità è la conseguenza del nostro sistema di milizia. Non è che, visto che io sono direttore del giornale e municipale di Lugano, il ‘Mattino’ debba rinunciare alla libertà di stampa e non scrivere più nulla a proposito del Municipio di Lugano. Peraltro, anche Venuti ha il doppio ruolo di dipendente comunale e di politico, vicepresidente del Ps e in questa veste si permette di esprimere pareri pesanti nei confronti del suo datore di lavoro».

Il codice che non vale per il Municipio

Il codice di comportamento relativo all’uso dei social che l’esecutivo ha diramato diversi anni fa a tutti i dipendenti non vale per il Municipio? «I municipali non sono dipendenti della Città di Lugano, non abbiamo un contratto di lavoro. In caso di non ricandidatura o di rielezione, non abbiamo diritto alla disoccupazione e comunque non mi sembra che Venuti lo rispetti», precisa Quadri. Stride comunque il fatto che il codice non venga rispettato da un membro dell’organo che lo ordina. Non le pare un accanimento che va oltre la dialettica politica, quello del ‘Mattino’ contro Venuti? «Non lo considero accanimento, fa parte del confronto politico». Beh, i continui riferimenti alle origini italiane di Venuti e al suo recente matrimonio non paiono questioni politiche. Se il Municipio la invitasse a non pubblicare più articoli su Venuti? «In quel caso, risponderei ‘caro Municipio la linea del Mattino non la decidi tu’».

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