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Tassa base rifiuti: molti distinguono, Bellinzona è al palo

Su economie domestiche e attività economiche la Turrita aggregata è lontana dalle altre città ticinesi e dai Comuni della regione

Un servizio indispensabile i cui costi fissi vengono altrove meglio ripartiti sull’utenza (Ti-Press)
15 novembre 2021
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Il balzello deciso dal Municipio di Bellinzona in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con il quasi raddoppio della tassa base che a partire dal prossimo gennaio è destinata a passare dagli attuali 80 franchi a 150 per economia domestica, permetterà d’incassare annualmente 1,8 milioni in più mirando all’obiettivo di copertura integrale delle spese (oggi 69%) ed evitando così allo specifico conto comunale di accumulare un forte disavanzo (poi difficile da ridurre) che in base alle disposizioni cantonali non può essere ‘smaltito’ tramite il prelievo fiscale riferito al moltiplicatore d’imposta (93%). Quasi tutte le formazioni politiche sono insorte ritenendo eccessivo il raddoppio, non da ultimo perché operato senza distinzioni tra single e famiglie piccole o numerose, mentre il Municipio si è preso un anno di tempo per elaborare una diversificazione delle attività economiche, oggi accomunate da una tassa base unica e identica di 200 franchi, che si tratti di un baretto o di un grande ristorante o magazzino. Se diversificazione dev’essere – questo l’auspicio espresso anche da diversi abitanti intervenuti sui social – allora lo sia anche per le economie domestiche. Così facendo, la parte fissa dei costi generati dai rifiuti verrebbe recuperata presso l’utenza con una forma un po’ più vicina a quella causale già applicata con la tassa sul sacco. A ogni modo andranno modificati il Regolamento comunale sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti e l’Ordinanza che fissa annualmente le tariffe.

Il primo della classe

D’altronde la maggioranza dei Comuni e Città ticinesi ha già da tempo diversificato per fasce sia le economie domestiche sia le attività economiche. Partiamo dal Bellinzonese non aggregato. Arbedo-Castione (91% di moltiplicatore d’imposta) può essere considerato il primo della classe vantando sin dal 2019 una copertura integrale delle spese. Quanto agli utenti, la distinzione viene operata nelle economie domestiche non in base al numero di persone, come invece fanno gli altri Comuni, ma per numero di locali: si parte dai 50 franchi per un locale e mezzo e si sale di 20 franchi a locale fino ai 130 per più di quattro locali e mezzo; 70 per le case secondarie. Articolata la differenziazione nel settore economico: per gli esercizi pubblici e loro sottocategorie si ragiona in posti a sedere e posti letto; per le aziende fanno stato la superficie occupata e il numero di dipendenti. Negozi, discount e grandi magazzini pagano invece tutti 2’400 franchi annui, mentre per gli artigiani si distingue fra meno e più di 40 metri quadrati. Contemplate infine le fabbriche (minimo di 480 franchi più 48 per ogni posto di lavoro) e le aziende forestali e agricole (75 franchi). Non sfuggono al conteggio scuole, asili e asili nido (230 franchi più 2 franchi ad allievo) e le case anziani e cliniche (480 più 4 per posto letto). Sull’acquisto dei sacchi vengono poi concesse riduzioni sociali ai contribuenti con basso reddito d’imposta.

Cadenazzo e Biasca casi isolati

Restando nel Bellinzonese, Sant’Antonino (65% di moltiplicatore d’imposta) registra attualmente una copertura delle spese per rifiuti pari al 70% e dallo specifico conto comunale – viene spiegato nel Preventivo 2022 – giungono segnali che invitano il Municipio a incamerare di più. La situazione sarà rivista quando la popolazione avrà esaurito le scorte di sacchi gratuiti distribuiti negli anni passati quando non vi era ancora l’obbligo della tassa sul sacco, ciò che al momento continua a limitare gli introiti rispetto a quelli attesi. Qui, come in tanti altri Comuni, la tassa per le economie domestiche si basa sul numero di persone (una 100 franchi, due 110, più di tre 120 e case secondarie 110). Cinque le categorie di attività economiche: agricole 120, economiche 180 o 120 se piccole, aziende senza stabilimento o accasate in altre ditte 60, fino ai 1’500 franchi per i servizi comunali. Discorso inverso, e simile a quello di Bellinzona, nel confinante Cadenazzo dove già oggi la tassa base per le economie domestiche ammonta a 150 franchi senza alcuna distinzione, mentre quella per uffici e piccolo commercio ammonta a 200 e quella per tutte le altre attività (più grandi) sale a 430. Più a nord Lumino adotta un sistema simile a quello di Sant’Antonino per le economie domestiche prelevando 100 franchi per single, 150 per due persone e 180 per tre o più; ma è simile a quello di Arbedo-Castione diversificando le imprese per dimensioni e numero di lavoratori occupati, chiedendo però di meno ai lavoratori indipendenti attivi in casa (50) e agli uffici e piccoli commerci (150). Appena più a nord Riviera incamera 120 franchi dai single e 200 da due o più persone, mentre per le attività economiche opera una distinzione simile a quella di Arbedo-Castione. Biasca si comporta più o meno come Bellinzona e Cadenazzo con 118 franchi per abitazioni primarie e secondarie, 203 per esercizi pubblici e alberghi, 160 per uffici, commerci e aziende. Nel Locarnese il Comune di Losone adotta un sistema tutto suo che comprende una tassa base di 82 franchi identica per le persone fisiche e giuridiche, cui ne viene sommata una individuale pari a 27 franchi valida sia per le persone formanti le economie domestiche sia per il numero di lavoratori.

Gli altri grossi centri

Quindi le altre città. Locarno è la più vantaggiosa con 40 franchi per le persone sole, 55 due, 70 tre e 80 quattro o più; applica inoltre uno sconto di 30 franchi per ogni bambino sotto i tre anni e per i beneficiari Avs. Residenze secondarie: 55 franchi fino a due locali e 80 oltre i due. Simile a quella di Arbedo-Castione e Riviera la classificazione delle attività economiche e produttive. Mendrisio, come Riviera, per le economie domestiche distingue fra una persona (70 franchi) e più di due (120), mentre per le attività economiche va da un minimo di 50 per quelle domestiche e, gradino dopo gradino, sale fino ai 550 per industrie, banche, grandi magazzini e centri commerciali. Idem Chiasso (50 per single e 100 per due o più persone) dove le piccole attività economiche versano 100 franchi fino a 10 unità lavorative, 160 fino a 49 unità e 220 oltre le 50 compresi gli esercizi pubblici. Infine Lugano si comporta esattamente come Chiasso per le economie domestiche, mentre per le attività economiche chiede 200 franchi fino a 10 unità lavorative, 400 fino a 99 e 800 oltre le cento unità; gli esercizi pubblici versano invece 12 franchi per ogni posto a sedere. Concludendo: a quattro anni e mezzo dall’aggregazione (aprile 2017) Bellinzona è rimasta al palo nella diversificazione, nonostante nel gennaio 2019 si sia dotata di un regolamento unico sui rifiuti che risulta anacronistico nel confronto cantonale.

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