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I Verdi liberali, non solo ambiente: ‘Obiettivo Gran Consiglio’

Il copresidente del Pvl Dias: ‘Siamo una start-up in crescita, non vogliamo una rivoluzione del sistema e ci vuole armonia con economia e innovazione’

Ti-Press
15 novembre 2021
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Radicati e in crescita a livello federale, l’ultimo Barometro elettorale Ssr li vede in salita del 2% rispetto alle federali del 2019 e attestandoli al 9,8%. Più nell’ombra per ora in Ticino, dove comunque «tante idee» sono state messe in moto raggiungendo a livello concreto, quindi passando dalla teoria ai numeri, otto consiglieri comunali. Il Partito verde liberale (Pvl) vive una sorta di Gottardograben che vorrebbe superare perché «l’ambiente è importante e al centro della nostra azione, ma il cambiamento deve avvenire anche a livello economico, di ricerca e di mentalità del Cantone». E come? Stefano Dias, co-presidente dei Verdi liberali ticinesi assieme a Marco Battaglia, è diretto: «Noi promuoviamo una protezione dell’ambiente che guardi all’economia, alla tecnologia, alla ricerca e vogliamo che tutto questo proceda in armonia». Con, in ottica cantonali del 2023, «l’obiettivo dichiarato di entrare in Gran Consiglio».

Partendo da quali concetti?

Ci piace considerarci una sorta di start-up in Ticino. Siamo in una fase iniziale di crescita, con l’intento di essere vicini al territorio, dare spazio a chi sostiene le nostre idee, innovare non solo sui temi ma anche nella modalità di fare politica. Insomma, vogliamo rappresentare una novità dove c’è spazio per coloro che si riconoscono nelle nostre idee e per chi vuole un Ticino improntato all’apertura, al cambiamento e all’innovazione.

Con quali proposte politiche? Rispetto ai Verdi voi vi caratterizzate per un ambientalismo più pragmatico e razionale, a partire dal sistema economico auspicato. Ma a essere diversa è anche la base di partenza a livello elettorale.

Non abbiamo come obiettivo la rivoluzione del sistema socio-economico in Svizzera, semmai di renderlo più sostenibile grazie allo sviluppo tecnologico, permettendo di coniugarlo con la sostenibilità attraverso una vita più responsabile e virtuosa. Il modello su cui puntiamo è quello dell’economia circolare, con il riutilizzo delle materie passando per la diminuzione dello spreco e lo sfruttare la digitalizzazione per aiutare nella riduzione dell’impatto e creazione di posti di lavoro. Intendiamo orientarci verso un’economia che porti la diminuzione dell’impatto ambientale attraverso la responsabilità individuale e l’evoluzione tecnologica.

La recente bocciatura popolare della Legge federale sul CO2 impone alla politica un cambio di approccio, non si scappa. Lei dice no a rivoluzioni: è quindi il pragmatismo la via?

Questa sconfitta dimostra che i pacchetti legislativi complessi, senza una chiara distinzione tra costi e benefici per tutte le categorie, possono portare a vanificare il lavoro fatto in tanti anni. Ora, a causa dell’urgenza della lotta al cambiamento climatico, occorre puntare su progetti più puntuali senza che questi vadano a incidere, soprattutto a livello di costi, sulla popolazione. Servono scelte pragmatiche con soluzioni positive per tutti e occorre convincere la popolazione con scelte condivise da sinistra a destra, altrimenti per ogni passo avanti se ne farà uno indietro perdendo troppi anni. Senza screditare gli avversari, senza essere polarizzanti: se un’idea è buona è buona, indipendentemente dall’area da cui arriva.

Nel vostro nome c’è l’aggettivo ‘liberali’. A livello locale in passato sono state trovate alleanze col Ppd. L’intesa col presidente del Plr Speziali sul Matrimonio per tutti o l’impegno del consigliere nazionale Cattaneo sul fotovoltaico possono indicare un avvicinamento?

Preciso subito che noi Verdi liberali siamo indipendenti, con una nostra chiarissima posizione politica e intendiamo rafforzarci anche in Ticino. Alcune collaborazioni puntuali coi due partiti citati a livello comunale hanno portato i primi frutti. Non diciamo no a priori, ma siamo disponibili all’ascolto e al confronto. Alle Cantonali correremo sicuramente da soli, dopodiché decideremo per Federali e Comunali.

Abbiamo parlato di ambiente, di economia, di auspici. Concretamente, quali sono altri temi su cui vorreste posizionare il Pvl nello scacchiere cantonale? Considerando come le Elezioni cantonali del 2023 sono dietro l’angolo e, complice la frammentazione politica, la battaglia sarà ardua.

Il Canton Ticino sta invecchiando: abbiamo una popolazione con l’età media fra le più alte della Svizzera e un calo demografico che continua da anni. Siamo convinti che su questo fronte occorra lavorare rapidamente per frenarne il declino. Inoltre siamo interessati ad approfondire il tema dell’educazione, valorizzando ulteriormente le formazioni professionali e tecniche che sono sempre più richieste sul mercato del lavoro. L’inserimento del Ticino nella Greater Zürich Area deve essere visto infine come un’opportunità per superare il Gottardograben e rafforzare gli scambi con le grandi Città a Nord delle Alpi. Come Verdi liberali promuoviamo un’apertura di spirito e di intenti non solo a livello internazionale, ma anche tra le regioni del nostro Paese.