Per gli esperti di VermögenZentrum la soluzione dell’investimento in titoli Etf è preferibile a quella assicurativa. Quest’ultima ha però altri vantaggi
Si vive più a lungo, è noto. Rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto, dopo la fine dell’attività lavorativa abbiamo davanti a noi un’aspettativa di vita più elevata. Le rendite di Avs e della cassa pensione non bastano più per mantenere un tenore di vita adeguato, quindi il terzo pilastro o un’altra forma di risparmio privato sono diventati ormai fondamentali per una vecchiaia più serena, salute permettendo. Sul mercato ci sono varie soluzioni: dalle polizze assicurative passando per i conti risparmio 3a o quelli in titoli. Su come muoversi in questo ambito non sempre agevole abbiamo parlato con Michael Imbach, responsabile per il Ticino di VZ VermögensZentrum, una società di consulenza indipendente in materia previdenziale. La società, come precisa Imbach, offre pura consulenza e non è legata a nessun istituto finanziario. «Non vendiamo prodotti finanziari nostri. Consigliamo lavoratori e anche datori di lavoro in materia di previdenza, sia essa individuale o collettiva», afferma Imbach. La questione della previdenza vincolata assume anche una valenza fiscale, visto che i fondi versati in questa forma di risparmio (polizze, conti o titoli) sono integralmente deducibili dal reddito fino a un massimo di 6’883 franchi per anno civile.
Con i tassi di remunerazione prossimi allo zero, il risparmio bancario classico è però meno conveniente. Vale la stessa cosa per i conti 3a, ovvero quelli vincolati e che premettono comunque anche un vantaggio fiscale?
Da alcuni anni anche i rendimenti sui conti 3a sono bassissimi, se non nulli. Un confronto tra i prodotti di questo tipo offerti da 60 istituti finanziari ha mostrato che in media il rendimento è inferiore allo 0,3% l’anno. L’interesse composto quindi non contribuisce molto all’aumento del capitale che in realtà cresce solo grazie ai versamenti del risparmiatore.
Cosa fare, allora?
Chi vuole risparmiare e usufruire anche dei vantaggi fiscali previsti per la previdenza 3a deve orientarsi in una soluzione in titoli. Nel breve periodo il valore può scendere in territorio negativo, ma nel lungo periodo è destinato a crescere come dimostrano le serie storiche. In questo modo al momento del pensionamento resta più denaro per vivere.
Ma quali sono i rischi di una soluzione in titoli?
Molti istituti bancari offrono fondi d’investimento attivi per il 3a. Vanno però esaminati oltre ai rischi d’investimento anche i costi di tenuta conto. Le spese possono addirittura divorare oltre l’1,5% del rendimento. E questo ogni anno. Per questa ragione suggeriamo una soluzione con Etf (Exchange traded funds).
È una sigla inglese che può spaventare i non esperti. Cosa sono in realtà?
Sono fondi d’investimento ‘passivi’ con spese di gestione molto contenute e negoziati come normali titoli finanziari (azioni od obbligazioni). Non necessitano di un management costoso come quelli dei fondi attivi. L’obiettivo di questi fondi passivi è quello di replicare il più possibile un indice di riferimento: può essere quello della Borsa di Zurigo o il Dow Jones di New York oppure quello di un gruppo di società di un determinato settore economico. Se questi indici salgono, allora aumenta il valore di questi fondi. Se i mercati invece non crescono, non vuole dire che non si guadagna perché si incassano comunque i dividendi delle società in questione. Viceversa se gli indici calano, scende il loro valore. Ma qui si ripropone la questione temporale dell’investimento: nel lungo periodo gli aumenti di valore tendono a essere più numerosi delle diminuzioni.
E se al momento di andare in pensione i corsi azionari sono bassi? Si è costretti a vendere e quindi a subire la perdita?
Stipulando una soluzione 3a in Etf presso VZ o anche presso altre società, è possibile trasferire gli averi nel proprio conto titoli privato e quindi non si è costretti a prelevare tutto al momento del pensionamento. Si può attendere quindi il momento migliore per vendere.
Sul mercato ci sono anche le polizze assicurative 3a. Cosa bisogna tenere in considerazione in questo caso?
Sì, è vero. I contratti di risparmio 3a possono essere stipulati anche presso una compagnia assicurativa. Secondo noi non è però una soluzione ottimale per la previdenza. In particolare si rischia di perdere parte dei contributi versati se, per qualche motivo, non si riesce a pagare il premio o si disdice il contratto prima della scadenza. I giovani, per esempio, appena entrati nel mondo del lavoro non sempre hanno la possibilità di versare il premio interamente deducibile fiscalmente per il 3a. Le polizze previdenziali presentano di contro alcuni vantaggi: prestazioni per i superstiti al decesso della persona assicurata e l’esonero dal pagamento dei premi in caso d’invalidità. Sia le banche, sia le compagnie assicurative offrono comunque la possibilità di stipulare separatamente polizze di puro rischio in caso di decesso o incapacità di guadagno. In sintesi, una soluzione in titoli o semplicemente un conto 3a sono di norma le scelte migliori, anche perché offrono la possibilità di definire di anno in anno se e con quale importo effettuare il versamento. Bastano anche solo 100 franchi al mese, perché prima si inizia – anche con piccole somme – e meglio è.