Estero

Caso Eitan, mandato di arresto internazionale per il nonno

La Procura di Pavia critica la polizia cantonale per aver fatto proseguire ‘in maniera del tutto inopinata’ l’auto con a bordo il bimbo dopo un controllo

Shmuel Peleg (Keystone)
10 novembre 2021
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Un mandato di cattura internazionale spiccato dalla Procura di Pavia per Shmuel Peleg, nonno del piccolo Eitan, il bambino sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone, e per G. A. A., un 50enne israeliano legato ad un’agenzia di contractor Usa: lo riferisce il Corriere della Sera. Secondo i magistrati lombardi, i due avrebbero orchestrato il “piano strategico premeditato” che ha portato alla sottrazione del bambino dalla casa degli zii a cui era stato affidato e al suo trasferimento in Israele con un volo in partenza dall’aeroporto di Agno. Il bambino nelle scorse settimane era stato riaffidato alla zia paterna Aya Biran, che risiede in provincia di Pavia.

Secondo le carte dell’indagine diretta dal procuratore facente funzioni di Pavia Mario Venditti, l’azione sarebbe stata portata a termine “con tecniche paramilitari e di intelligence”, ma c’è il forte sospetto di alcune complicità decisive.

Shmuel Peleg, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha prelevato il bambino l’11 settembre scorso alle 11.30 dalla casa di Travacò Siccomario (Pavia) in cui vive con la famiglia della zia Aya a cui è stato affidato dal giudice tutelare Michela Fenucci, in un incontro autorizzato. Sull’auto presa a noleggio si trovava anche l’altro uomo, che, come riferisce il Corsera, si era presentato a un’udienza di fronte al giudice Fenucci come “legale israeliano” nello staff di difesa di Peleg e della ex moglie, ma, alla richiesta del tesserino da parte del magistrato, “il balzano avventore, traccheggiava per poi definirsi con formula più vaga come il “consulente legale di una società di Tel Aviv”, come annotato dal giudice delle indagini preliminari (gip). L’uomo, come accertato dalla polizia, è stato più volte in Italia negli ultimi mesi con il nonno di Eitan e la sua ex moglie, e, per via dell’indirizzo email utilizzato, risulta collegato ad Academi, compagnia militare privata Usa impiegata in Iraq ed Afghanistan.

La Golf con a bordo Eitan e i due uomini non è stata controllata al confine di Chiasso, anche perchè un problema tecnico ha fatto sì che nel sistema di allerta Schengen, a cui aderisce anche la Svizzera, non risultasse il divieto di espatrio pronunciato dal giudice italiano. Anche il fermo per un controllo alle 14.10 da parte della polizia cantonale nei pressi dell’aeroporto di Lugano-Agno ha portato a un qualsiasi approfondimento, tanto che il gip sottolinea come gli agenti abbiano fatto proseguire l’auto “in maniera del tutto inopinata", nonostante il bimbo viaggiasse in compagnia di due adulti che non risultano suoi parenti ed è pendente una denuncia di smarrimento del suo passaporto israeliano. Nessun controllo anche allo scalo luganese, da dove i tre, dopo tre ore, raggiungono Tel Aviv a bordo di un Cessna proveniente dalla Germania e noleggiato per 42mila euro. Come scrive il gip, Eitan, rimasto solo, ha tentato di "abbarbicarsi — scrive il gip Villani — a quel che rimaneva del suo mondo: la zia tutrice, lo zio, i cuginetti, i piccoli amici di Travacò. È in questo contesto, che Peleg, col determinante apporto del 50enne, lo rapisce strappandolo alle relazioni più care e prossime e rassicuranti”.

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