Dal Locarnese al Bellinzonese approfondiamo con Fart e AutoPostale le cause delle code quotidiane fra cantieri, incidenti e invasione di turisti
“Mi scusi, anche stamattina il bus era in ritardo”. È la frase che gli utenti del trasporto pubblico su gomma sono spesso costretti a pronunciare una volta arrivati a scuola o al lavoro. Una situazione che, così come in alcune zone del Luganese e del Mendrisiotto, si verifica anche nel Locarnese e nel Bellinzonese, regioni particolarmente soggette all’eterno problema del traffico sulle strade principali e secondarie. E basta un cantiere, una strada bloccata, un veicolo in avaria o un banale restringimento di corsia – magari in concomitanza con l’arrivo dei vacanzieri confederati – per mandare in tilt una rete viaria già sollecitata senza eventi straordinari. A farne le spese, oltre a coloro che si muovono con i veicoli privati, sono le numerose persone che, per scelta o necessità, optano per il trasporto pubblico su gomma. Una delle linee più utilizzate e soggette ai ritardi dovuti al traffico è la 311 che collega Bellinzona e Locarno passando da Monte Carasso, Sementina, Gudo, Cugnasco, Gerra Piano, Riazzino, Gordola, Tenero, Minusio e Muralto. Il servizio è gestito in comune da AutoPostale e Ferrovie autolinee regionali ticinesi (Fart). Verso le 17 siamo saliti a bordo di un bus giallo di AutoPostale in sosta alla stazione Ffs di Bellinzona, punto di partenza di una tratta della durata media di 50 minuti.
«In particolare al mattino – spiegano alcuni studenti – è un po’ come giocare alla lotteria: il rischio di dover giustificare a scuola un ritardo che può essere di alcuni minuti, ma che talvolta si dilata fino a mezz’ora, è sempre dietro l’angolo».
Arriviamo a Gudo dopo aver superato indenni Sementina e Monte Carasso accumulando solo tre minuti di ritardo. Dal finestrino di un bus in cui il problema dell’affollamento non si verifica in questo lunedì di ottobre, osserviamo il traffico farsi più intenso a Riazzino, dove il torpedone viaggia in maniera meno fluida rispetto alla prima tratta del tragitto. I minuti di ritardo salgono a 10, che si riducono a 7 arrivati alla stazione di Locarno e ai definitivi 6 quando scendiamo alla fermata della Rotonda, capolinea della 311. Ciò che risulta decisamente accettabile considerando l’orario di punta su una tratta di 21 chilometri e 47 fermate. Di ritorno nel Locarnese dopo una giornata di scuola a Bellinzona, alcuni studenti incontrati a bordo del bus ci confermano tuttavia che non sempre sono così fortunati. «In particolare al mattino – ci spiegano – è un po’ come giocare alla lotteria: il rischio di dover giustificare a scuola un ritardo che può essere di alcuni minuti, ma che talvolta si dilata fino a mezz’ora, è sempre dietro l’angolo».
La centrale della sede Fart di Locarno, presidiata dagli operatori per 21 ore al giorno, consente un monitoraggio in tempo reale degli spostamenti dei bus della flotta su tutte le linee del servizio pubblico. Merito della geolocalizzazione, integrata con il nuovo orario potenziato. Ne emergono informazioni di dettaglio sul posizionamento dei mezzi rispetto al punto in cui dovrebbero essere, in base della tabella di marcia (il che genera una valutazione delle ‘gradazioni’ di ritardo) e alla velocità di spostamento. L’applicazione digitale permette anche di risalire a dettagli come l’apertura delle porte e il tempo in cui sono rimaste aperte. Può tornare utile per rispondere a eventuali reclamazioni da parte dell’utenza. Fra i punti maggiormente sensibili c’è proprio quello riguardante i ritardi, con la linea 311 confrontata con condizioni esogene, esterne, tali da soverchiare quelle endogene, quindi controllabili. Claudio Blotti, direttore dell’azienda di trasporto locarnese, ricorda che la linea è soggetta a doppia concessione: ad AutoPostale da Bellinzona a Cugnasco e alle Fart da Cugnasco a Locarno (senza necessità di cambiare mezzo per l’utente a Cugnasco).
«Bus supplementari o di rinforzo sono inseriti in linea ogniqualvolta questo sia necessario e possibile. È stata inoltre reiterata la richiesta agli utenti di fare il biglietto prima di salire a bordo».
«A giocare un ruolo fondamentale rispetto ai tempi di percorrenza – conferma – vi sono elementi quali il forte traffico in determinate zone e a determinati orari, l’assenza di corsie preferenziali, la riduzione dei limiti di velocità su alcune tratte avvenuta nel corso degli anni, la presenza periodica di cantieri e, fattore importante, l’entrata (e l’uscita) in e da due contesti urbani come Locarno e Bellinzona». I margini d’intervento sono, pertanto, piuttosto ridotti e comunque difficilmente decisivi. «Bus supplementari o di rinforzo sono inseriti in linea ogniqualvolta questo sia necessario e possibile. È stata inoltre reiterata la richiesta agli utenti di fare il biglietto prima di salire a bordo». A questo proposito è stato messo in esercizio un distributore di biglietti a Tenero Piazza ed entro fine anno ne è previsto un altro a Cugnasco Posta. «Il Programma di agglomerato del Locarnese di terza generazione prevede dopo il 2026 una misura interessante per questa linea. Si propone di prolungare la linea urbana Locarno-Losone verso est (più precisamente fino a Riazzino stazione, lungo il tracciato attuale della linea 311, con corse ogni 15 minuti) e di attestare le corse provenienti da Bellinzona stazione all’Aeroporto cantonale di Locarno, con corse ogni 30 minuti. Viste le attuali criticità la nostra azienda ha chiesto alla Sezione della mobilità di valutare l’anticipazione dell’attuazione di questa misura, che contribuirà sicuramente a migliorare la qualità del servizio e la puntualità del medesimo – conclude Blotti –. Nel frattempo, comunque, ed è un elemento importante nel contesto della mobilità pubblica regionale, sarà anche entrata in funzione la nuova fermata ferroviaria a Minusio».
Già, ma cosa si cela dietro un bus del trasporto pubblico in ritardo? Le ipotesi si moltiplicano fra l’utenza spazientita che non sempre trova una risposta logica. «Basta davvero poco per prolungare i tempi di percorrenza», spiega a ‘laRegione’ Alex Malinverno, responsabile mercato sud di AutoPostale: «Tra i fattori che incidono maggiormente cito i cantieri stradali, gli incidenti della circolazione e l’affluenza straordinaria di turisti, come si è ben visto questa estate e durante le ultime settimane autunnali; come pure gli utenti poco pratici con l’acquisto dei biglietti alle fermate che finiscono per sollecitare i nostri conducenti». Partendo da un caso concreto, quello della linea 311 cogestita da AutoPostale e Fart, «vi è anche la necessità di rispettare, nel limite del possibile, le coincidenze col treno: se questo arriva in ritardo, anche il bus che attende i suoi passeggeri in stazione partirà dopo l’orario previsto», ciò che si ripercuoterà sulle quasi 50 fermate successive.
«Vi sono cause esterne sulle quali non abbiamo possibilità di manovra», evidenzia Raquel Manias che per AutoPostale settore sud è specialista della qualità dei prodotti: in primis incidenti, cantieri urgenti e non pianificati, frane e allagamenti ecc. Vi sono poi altre cause esterne «sulle quali abbiamo, o meglio avremmo, possibilità di manovra: per esempio la forte affluenza turistica, che peraltro intasa le strade con veicoli privati, potrebbe essere gestita meglio dal trasporto pubblico se gli utenti, specialmente i gruppi, avessero l’abitudine di riservare i loro spostamenti sulle nostre corse. In questo ambito peraltro Ticino Ticket registra un buon successo, ma comporta per noi anche parecchie incognite». L’elenco prosegue con i molti cantieri stradali di lunga durata, specie quelli recenti per la posa di asfalto fonoassorbente: «Lavori che portano deviazioni, semafori, traffico alternato e riduzioni dei limiti di velocità». Cui si aggiungono la mancanza di corsie preferenziali e il forte pendolarismo con veicoli privati cresciuto dopo il lockdown per la paura di contagi a bordo di bus e treni. «A pesare sulla gestione delle nostre corse – rammenta Raquel Manias – durante l’ultimo anno e mezzo è stata anche la maggior sensibilità dell’utenza in materia di distanziamento, ciò che ci ha spinti a potenziare l’offerta di bus e corse».
«A pesare sulla gestione delle nostre corse durante l’ultimo anno e mezzo è stata anche la maggior sensibilità dell’utenza in materia di distanziamento, ciò che ci ha spinti a potenziare l’offerta di bus e corse».
L’offerta viene peraltro calibrata considerando le reclamazioni dell’utenza, i dati Gps dei veicoli e il rapporto ‘Sistema rilevamento della qualità per il trasporto regionale viaggiatori’ redatto annualmente da una ditta esterna indipendente su incarico dell’Ufficio federale dei trasporti (Uft). «Letto il rapporto – annota Malinverno – definiamo le misure correttive che riteniamo necessarie e le proponiamo nel medesimo rapporto che verrà in un secondo momento verificato e confermato dai nostri committenti Uft e Sezione cantonale della mobilità. Se le misure non comportano costi aggiuntivi le implementiamo autonomamente; in caso contrario, a dipendenza del tipo di finanziamento pubblico sulla singola linea (regionale, urbana e locale) l’autorizzazione va richiesta e sottoposta rispettivamente a Confederazione, Cantone e Comuni». A ogni modo, assicura Raquel Manias, «ogni misura viene monitorata sul lungo termine per capire se produce il miglioramento auspicato». Nel 2020 molte reclamazioni hanno riguardato il sovraffollamento dei bus: «Una sensazione tuttavia molto soggettiva dettata dalla pandemia», rileva Malinverno. E comunque il trasporto pubblico è in continua crescita: dopo il cambio orario 2021 le prestazioni di AutoPostale settore sud «sono cresciute del 45%, ma solo negli ultimi quattro mesi abbiamo finalmente registrato un consistente aumento di utenti rispetto al 2019, col record di +30% ad agosto». Tornando ai ritardi, le app di Ffs e Arcobaleno forniscono informazioni utili sui tempi di percorrenza in tempo reale.
Imbottigliamenti in cui finiscono indistintamente automobilisti privati e mezzi pubblici. I nodi della viabilità sono noti, anche se la regione attorno al Lago Maggiore «non è messa poi così male rispetto ad altre realtà cantonali e svizzere», come tiene a precisare Paolo Caroni, presidente della Commissione intercomunale dei trasporti (Cit) del Locarnese. L’obiettivo per chi si occupa di mobilità resta comunque quello di trovare le soluzioni migliori per mantenere il traffico fluido e scorrevole. Cosa non sempre facile. «Da noi i problemi maggiori stanno all’entrata e all’uscita dall’agglomerato – continua Caroni –. Ovviamente si creano code in situazioni eccezionali, soprattutto in caso di incidenti, poiché la mobilità è aumentata negli ultimi decenni e le nostre infrastrutture hanno raggiunto il limite. Spesso non abbiamo valvole di sfogo e quindi tutto si blocca. C’è un manuale che abbiamo aggiornato e consegnato la scorsa estate a Polizie e Dipartimento del territorio, con le misure da adottare in caso di incidenti nella galleria Mappo Morettina».
«Un’informazione tempestiva sul territorio, con pannelli da installare alla rotonda dell’aeroporto, a Tenero, a Ponte Brolla e a Brissago. Inoltre tutti i semafori vanno spenti e al loro posto, nei nodi più critici, agenti di polizia devono regolare la circolazione».
Qual è il contenuto? «In sintesi, prevede un’informazione tempestiva sul territorio, con pannelli da installare, ad esempio, alla rotonda dell’aeroporto, a Tenero, a Ponte Brolla e a Brissago. Inoltre, in queste circostanze, tutti i semafori vanno spenti e al loro posto, nei nodi più critici, agenti di polizia devono regolare la circolazione». A proposito di semafori, c’è un’altra novità in vista: «Una delle misure Paloc prevede la messa in rete di tutti i semafori del Locarnese: alcuni sono di vecchia generazione, altri più moderni e intelligenti. I nuovi impianti dovranno essere in grado di comunicare fra loro per modulare il traffico a dipendenza delle esigenze». A causare le code sono spesso i cantieri. «È mia opinione personale – afferma l’intervistato – che nella nostra situazione, con una rete stradale al limite, i lavori debbano durare il meno possibile: vanno eseguiti di giorno e di notte, ovviamente rispettando le normative previste in questi casi». Infine, un accenno alla A2-A13, con il progetto in galleria: «La soluzione non è per domani e dipende ora soprattutto dalle autorità federali. Noi dobbiamo muoverci affinché i tempi si accorcino, come ha fatto il Cantone assumendosi la progettazione. Resta l’incognita dell’interregno: cosa fare nella lunga, lunghissima, attesa? Misure cantonali sono state bocciate in votazione. Ora l’arteria è in mano all’Ustra che sta studiando delle misure, nella speranza di mitigare i problemi delle colonne fino alla realizzazione dell’agognata galleria».
«A ogni incidente o guasto che si verifica, sulle strade del Locarnese succede il patatrac. Purtroppo di bacchette magiche per risolvere il problema non ve ne sono e prevederli è impossibile», commenta in modo pragmatico l’ingegner Marco Fioroni, capo della filiale bellinzonese dell’Ufficio federale delle strade (Ustra). Prossimamente, aggiunge, «ci troveremo con i Corpi di polizia per vedere se sia possibile migliorare ulteriormente quella che è la tempistica d’intervento. Constatazioni, rimozioni di veicoli accidentati o in panne, operazioni di soccorso in generale sono tutte pratiche che vanno, se possibile, velocizzate. Ogni minuto conta quando il traffico è intenso. Con la Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia (Cit) abbiamo elaborato e predisposto un piano di gestione delle emergenze in galleria che andrà implementato anche per quanto attiene alle strade cantonali. Non risolverà del tutto il problema ma aiuterà sicuramente tutti gli addetti. Questo piano prevede diverse misure, tra cui la regolazione dei semafori. Nel caso di chiusura della galleria essi devono passare inizialmente sul giallo intermittente, in attesa che gli agenti di polizia o gli ausiliari del traffico riprendano la gestione manuale a ogni incrocio della regione».
«Non possiamo penalizzare e additare i turisti come la causa d’ogni male. Come non possiamo limitarli nei loro spostamenti una volta giunti in Ticino».
E mentre si elaborano possibili soluzioni, preoccupa il flusso autunnale di turisti che giungono da Oltre Gottardo durante le settimane di vacanze scolastiche. «Non possiamo penalizzarli e additarli come la causa d’ogni male – si affretta a precisare Fioroni –. Come non possiamo limitarli nei loro spostamenti una volta giunti in Ticino. Bisognerà insistere, cosa che si sta facendo da qualche tempo, incoraggiandoli a giungere nel Locarnese con i mezzi pubblici attraverso agevolazioni».
Una delle soluzioni adottate in molte grosse città è la creazione di park & ride all’entrata dei centri urbani congestionati dal traffico. «Ve ne sono già diversi, tuttavia molti automobilisti vi rinunciano – spiega Fioroni – perché la possibilità di combinare l’uso del veicolo privato con il trasporto pubblico spesso non funziona per via degli orari o delle destinazioni non servite. Senza dimenticare che molti dei veicoli sulle nostre strade appartengono ad aziende, artigiani e fornitori di servizi o merci. Non è quindi la panacea dei problemi, anche se sicuramente aiuta ad alleggerire la pressione sulle arterie stradali».
Il problema, dunque, è destinato a rimanere sul tavolo ancora a lungo. Il potenziamento dell’offerta dei trasporti pubblici e un radicale cambiamento di mentalità in merito al loro utilizzo rimangono le sole carte da giocare possibili.