Militari non meglio identificati hanno assediato l’abitazione del primo ministro del Sudan, Abdalla Hamdok, dichiarandolo agli arresti domiciliari
I militari sudanesi agli ordini del generale Burhan hanno arrestato il premier Abdallah Hamdok e anche “membri civili del consiglio sovrano di transizione e un certo numero di ministri del governo”.
Lo ha riferito il ministero dell’Informazione in una nota su Facebook, aggiungendo che gli arrestati sono stati condotti in un luogo non precisato. Il primo ministro sudanese Abdallah Hamdok è stato arrestato dai militari “dopo aver rifiutato di sostenere il golpe”.
Ieri i gruppi favorevoli alla transizione a un governo civile avevano messo in guardia da possibili colpi di mano nel Paese diviso dopo la cacciata dell’ex presidente Bashir.
Intanto la televisione di Stato ha iniziato a trasmettere canti patriottici, internet è stata interrotta in tutto il Paese e le strade principali e i ponti di accesso alla capitale, Khartum, sono stati chiusi, ha riferito il ministero dell’informazione.
Decine di manifestanti hanno dato fuoco a pneumatici di auto durante raduni formatisi per le strade della capitale per protestare contro gli arresti, ha constatato un corrispondente dell’AFP.
La Sudanese Professionals Association, un gruppo di sindacati fondamentale nella guida delle proteste contro il regime del presidente-autocrate Omar al Bashir del 2019, ha denunciato un “golpe militare” e ha esortato i manifestanti a “resistere strenuamente”.
Il Sudan sta attraversando una transizione segnata da divisioni politiche e lotte di potere dopo la cacciata di Bashir nell’aprile 2019. Dall’agosto 2019, il Paese è guidato da un’amministrazione civile-militare incaricata di sovrintendere alla transizione verso un governo del tutto formato da civili. Ma il principale blocco civile - le Forze per la libertà e il cambiamento (FFC) - quello che ha guidato le proteste anti-Bashir nel 2019, si è frammentato in due fazioni.
La scorsa settimana decine di migliaia di sudanesi avevano sfilato in diverse città per sostenere il pieno trasferimento del potere ai civili e per contrastare un sit-in rivale allestito da giorni davanti al palazzo presidenziale di Khartum che chiedeva il ritorno al “governo militare”.
Il premier Abdalla Hamdok in precedenza aveva descritto le divisioni nel governo di transizione come la “crisi peggiore e più pericolosa” che deve affrontare la transizione.