Una nuova associazione no profit raccoglie fondi per rendere più accessibili i trattamenti contro alcuni effetti delle terapie farmacologiche
«Poter concretizzare il progetto rivolto alle persone malate di cancro – ‘Estetica senza frontiere’ – è per me molto importante, soprattutto perché posso essere d’aiuto». Ivana Salidu è un’estetista e massaggiatrice diplomata di Locarno, con una formazione specializzata in estetica oncologica Apeo (sciogliendo: Associazione professionale di estetica oncologica), dal 2015. Questa figura di estetista specializzata è nuova e «si affianca a quelle mediche, nel totale rispetto dei ruoli», assicura la nostra interlocutrice che, in qualità di professionista del settore, è stata coinvolta anche nell’ambito degli Apero Rosa dell’associazione Triangolo.
Da una manciata di anni, racconta Ivana a ‘laRegione’, segue alcuni malati tumorali che sono sottoposti a una terapia farmacologica e indirizzati da lei da medici e infermieri. «Sono donne e uomini di età diverse. La più giovane ha 32 anni, la più anziana 80». L’intervistata ha uno studio dove poter accogliere i pazienti: «Tendenzialmente lavoro lì, se le condizioni delle persone lo permettono. In alcuni casi mi è capitato anche di seguirne alcune a domicilio, come ad esempio durante il lockdown».
L’esperienza con questa particolare tipologia di “clienti” ha spinto Ivana a dare vita alla neonata associazione Estetica senza frontiere, fondata a settembre di quest’anno con sede a Locarno, ma che si prefigge di operare su tutto il territorio cantonale. Insieme a lei, nella squadra ci sono altre tre donne: Emanuela Farris Stefanini, Siri Lindstedt, Astrid Berri. Lavorano tutte in campo sociale, illustra l’intervistata, e ognuna porta la sua professionalità per sostenere il progetto.
I benefici dei trattamenti di estetica oncologica contro le tossicità cutanee determinate dalle terapie farmacologiche contro il cancro sono riconosciuti e basati su uno studio clinico certificato, illustra. Tuttavia – e qui sta il problema cui la neonata associazione senza scopo di lucro vuole far fronte – questi interventi non sono coperti dalle casse malati, perché non sono riconosciuti. «Anche se bisogna dire che alcune assicurazioni malattia iniziano a proporlo nelle prestazioni complementari, rimborsando una parte del trattamento, naturalmente solo se prescritto da un medico».
L’intento dell’associazione è dunque «rendere il più accessibili possibile le cure estetiche a pazienti oncologici, che sono benefiche al momento della diagnosi e per tutto il percorso di terapia farmacologica, così anche dopo», sottolinea Ivana. I trattamenti di cura riguardano cute, mani, piedi, unghie: «Basti pensare che i farmaci possono debilitare a tal punto da rendere difficoltoso allacciarsi i bottoni della giacca».
Gli interventi in questo ambito specializzato dell’estetica sono soprattutto di contenimento delle tossicità per far sì che non degenerino e diventino quindi invalidanti. «Preparare la pelle è importantissimo»: attraverso il trattamento, l’estetista specializzata può «alleviare gli effetti dolorosi e debilitanti, nonché lenire i fastidi delle cure contro il cancro, che potrebbero verificarsi anche per lunghi periodi di tempo». Questo tipo di lavoro sulla cute «si traduce in una migliore qualità di vita».
Dal punto di vista umano ed emotivo, Ivana racconta che nella formazione seguita c’è una parte dedicata alla psico-oncologia. «Le prime volte era più difficile». Anche la comunicazione in principio non è scontata: «Superato però il primo impatto, gli incontri diventano man mano più facili, anche perché la persona capisce che chi si trova davanti ha preparazione e formazione adeguate, che sono basilari».
Uno fra gli obiettivi a corto termine è «raccogliere fondi per avviare l’associazione e permettere di farla conoscere». Per informazioni su Estetica senza frontiere consultare www.esteticasenzafrontiere.ch; per sostenerla (c’è ancora più di un mese di tempo) andare sulle piattaforme di crowdfunding: www.eroilocali.ch o www.progettiamo.ch.