Sono stati processati dalle Assise criminali, la sentenza verrà pronunciata lunedì
Chili e chili di eroina, cocaina e altre sostanze passano regolarmente dal Ticino, corridoio di transito fra l’Italia e il Nord Europa: non è una novità. Qualche ‘mulo’ rimane impigliato nella rete dei controlli. È il caso di due giovani processati a Lugano, pizzicati sul treno, diretti verso l’Italia. Proprio per evitare i controlli alla stazione di Chiasso, facevano conto di scendere prima e prendere un taxi. Ma sono stati catturati presso la stazione Ffs di Lamone dalle guardie di confine, insospettite dalla presenza di uno zaino. Dentro, la bellezza di 3 chili di eroina. Era lo scorso 15 aprile. Da allora i due, un 29enne gambiano residente in Olanda e una 21enne ceca residente in Germania, sono in carcere. Rischiano una condanna pesante. Il procuratore pubblico Zaccaria Akbas ha proposto condanne a 7 anni per lui e 7 anni e mezzo per lei, più 10 anni di espulsione dalla Svizzera per entrambi. La Corte delle Assise criminali, presieduta dal giudice Siro Quadri ha deciso di prendersi il suo tempo: la sentenza verrà pronunciata lunedì.
Come spesso succede in queste situazioni non è semplice leggere in modo nitido l’organizzazione dei traffici internazionali di droga, e il ruolo delle persone implicate. In questo caso dalle poche e contraddittorie risposte fornite agli inquirenti, risulta che i mittenti fossero dislocati fra l’Olanda e la Germania, una banda di immigrati africani a quanto pare. ‘L’uomo di Amsterdam’ che dirigerebbe le operazioni resta di sconosciuta identità, anche se ci sarebbero dei sospetti. Il giudice Quadri ha mostrato una fotografia all’imputata, che non ha riconosciuto il soggetto. I destinatari della droga sarebbero sia in Italia che in Svizzera, particolarmente nella zona di Aigle (canton Vaud) dove la 21enne ha svolto due ulteriori spedizioni. Precisamente, avrebbe consegnato a non meglio identificate persone un imprecisato quantitativo di cocaina, per poi tornarci in seguito, lo scorso marzo, assieme al 29enne gambiano, per l’incasso di 7’140 franchi in banconote sporche di cocaina. Si conosce questo particolare perché i due vennero fermati sulla via del ritorno dalla polizia nel Canton Soletta. La magistratura solettese ha poi inspiegabilmente desistito dal procedere nell’inchiesta.
Per la pubblica accusa il gambiano aveva una posizione preminente rispetto alla 21enne ceca. La richiesta di pena più alta per quest’ultima si spiega col maggior numero di ‘viaggi’. I difensori Luca Loser e Marina Gottardi invocano forti riduzioni della pena.