All’indomani della manifestazione ‘Poro TiSin’, abbiamo interpellato i sindaci di Mendrisio, Stabio e Novazzano per una riflessione sul dumping salariale
«La manifestazione autorizzata era al Mercato coperto. Sugli spostamenti faremo delle verifiche». Replica così, da noi interpellato, Samuele Cavadini all’interrogazione inoltrata oggi da Roberto Pellegrini (Udf) sulla manifestazione ‘Poro TiSin’, andata in scena ieri nel capoluogo momò. Quattro delle sette domande formulate dal consigliere comunale indagano sull’inatteso spostamento dal Mercato coperto al vicino piazzale Roncaa, dove ha sede la Plastifil, una delle ditte coinvolte nel caso. «Non abbiamo comunque avuto riscontri di problemi da parte della polizia – aggiunge il sindaco –, questo fuori programma non ha creato disagi al traffico». Sulla presenza di “un membro del Municipio”, ossia la capodicastero Politiche sociali e politiche di genere Françoise Gehring Amato, alla manifestazione, Cavadini replica: «No, il Municipio non era rappresentato. La collega era presente in qualità di sindacalista, non di municipale».
Interrogazione a parte, a Cavadini – come anche ai suoi omologhi di Stabio e Novazzano, altri comuni con vaste aree industriali – abbiamo chiesto una valutazione sul movimento ‘Poro TiSin’. «Come Comuni non abbiamo competenze in ambito di legge sul salario minimo. È chiaro che a noi interessa il rispetto delle leggi ed è pertanto importante avere delle aziende sul territorio che siano dei buoni datori di lavoro e che rispettino la dignità del lavoro». «Massima attenzione all’evolversi degli eventi» assicura dal canto suo il sindaco di Stabio. «I margini di manovra, a livello di politica locale, sono molto limitati – conferma Simone Castelletti –. Quello che stiamo facendo adesso è monitorare, vedere cosa succede e, a dipendenza degli sviluppi, capire se effettivamente metterci in contatto con le istanze superiori per fare qualcosa anche noi». Stabio è zona di frontiera e vanta un’area industriale molto sviluppata, pertanto «si tratta di tematiche sulle quali il Municipio è sempre stato e sempre sarà molto attento. Si cerca di capire quel che accade o che potrebbe accadere sul territorio e, se possibile, di agire. Come peraltro già fatto in altre occasioni in passato. Quando è emerso il problema dei posteggi abusivi, ad esempio, siamo intervenuti in maniera molto importante, togliendo i parcheggi abusivi, verificando le licenze edilizie, collaborando con le aziende e chiedendo che venissero inseriti dei piani di mobilità».
Come Stabio, anche Novazzano ha investito in anni recenti nelle infrastrutture della propria zona artigianale e industriale, e come Stabio anche Novazzano segue da vicino l’evoluzione della situazione, «anche perché abbiamo ricevuto un’interrogazione che chiede quali margini abbiamo per impedire che accadano queste cose» ricorda il sindaco. «E margini, come Comuni, purtroppo ne abbiamo veramente pochi» ammette Sergio Bernasconi. «Certo, possiamo sensibilizzare le aziende, ma non abbiamo la possibilità di venire a conoscenza di quali contratti vengono rispettati e quali no. Ci sono degli uffici cantonali preposti a questi controlli». Malgrado le mani legate o quasi, Bernasconi è molto perplesso sulla vicenda. «Sono cose che fanno riflettere. Lucrare o speculare su stipendi, in particolar modo se non di un certo livello, è qualcosa di molto triste al giorno d’oggi e in un Paese come la Svizzera. Che poi sia coinvolto un sindacato, anche se appena nato, fa ancor più riflettere. Per la pace sociale non si dovrebbe arrivare a questi punti. Se c’è un minimo da rispettare, che sia rispettato, non si cerchino delle scorciatoie. Il fatto che Ocst e Unia, che non sempre sono concordi, abbiano unito le forze, è un segnale forte».