Gianella (Plr): ‘Un altro approccio’. Guerra (Lega): ‘Tirare la cinghia’. Agustoni (Ppd): ‘No ad aumento delle imposte’. Durisch (Ps): ‘Cambiare registro’
«Ogni partito ha la sua visione del Paese, ed è sempre interessante confrontarsi. Ma a un certo punto la lista dei desideri di ognuno deve diventare una lista condivisa perché, sennò, l’impegno di riequilibrare le finanze entro il 2025 non sarà mantenuto». La capogruppo liberale radicale Alessandra Gianella accoglie il Preventivo 2022 presentato oggi (con 135 milioni di disavanzo) volgendo già lo sguardo al futuro: «Serve un serio cambio di approccio, a partire dalla Commissione della gestione. Sul come analizzare i messaggi correnti, ma soprattutto dovremmo iniziare a dedicare più tempo per discutere, dibattere e trovare un punto d’incontro su elementi condivisi: tutto questo non è mai stato fatto». L’auspicio di Gianella è «che dalle prossime riunioni si cominci a entrare in una visione di Paese vera, non si deve più limitarsi al dire di farlo ma prendersi il tempo, e l’impegno, di farlo». Anche perché se la politica a volte è lenta, «queste cifre mostrano che c’è una resilienza dell’economia ticinese, la crisi la stiamo accogliendo un po’ meglio del previsto. La politica faccia la sua parte».
Per il leghista Michele Guerra «l’attuale situazione finanziaria è sotto stretto monitoraggio, ormai da due anni, della nostra Sottocommissione finanze. Ed è una situazione gravemente compromessa e fuori controllo, che prevede deficit ricorrenti di 200 milioni l’anno per i prossimi anni e l’aumento del debito pubblico di un miliardo di franchi». Fortunatamente, continua, «dal 2015 al 2019 abbiamo condotto un importante risanamento dei conti che ci ha permesso di presentarci alla pandemia più robusti: ma la situazione rimane gravemente compromessa e richiede un intervento». Per uscirne «come sempre, le possibilità sono due. Una da noi non condivisa, l’aumento di tasse e imposte, cioè scaricare sul cittadino già tartassato il peso economico della pandemia. Una da noi condivisa, cioè ridurre le uscite». Questo, sottolinea Guerra, «non significa però fare tagli draconiani e smantellamenti, ma fare ciò che farebbe qualsiasi famiglia in difficoltà: tirare la cinghia». In sostanza, «spalmare su tutto il bilancio pubblico e i Dipartimenti un margine di risparmio che noi riteniamo esista». Ma, conclude il deputato leghista, «Attenzione! Non dovessimo farlo oggi, tra due o tre anni il governo a furia di accumulare perdite si troverebbe obbligato ad aumentare a tutti tasse e imposte. E questo noi vogliamo evitarlo come la peste».
Quello presentato oggi dal Consiglio di Stato per il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni è «un Preventivo di transizione, ma non si capisce verso cosa si stia transitando perché dal governo non c’è un’indicazione politica su come pensano di riequilibrare i conti. Questo è l’ultimo anno in cui si possono lasciare così le cose, già se nel 2023 avessimo un Preventivo simile saremmo costretti ad aumentare le imposte e noi abbiamo già ribadito la nostra contrarietà a far pagare alla popolazione l’incapacità di riequilibrare i conti». Ad ogni modo, Agustoni osserva che «se le cifre sono queste, rientrare non sarà un esercizio particolarmente drastico: il bilancio del Cantone è di 4mila milioni di franchi, 135 sono qualcosa attorno al 3%. Con un impegno forte da parte di chi è interessato a mettere a posto i conti, si può raggiungere l’obiettivo senza danneggiare le fasce deboli o farlo generalmente pagare alla popolazione».
Il capogruppo socialista Ivo Durisch annota dal canto suo che «la nostra ricetta non è sicuramente un blocco delle spese, perché inciderebbe soprattutto su quella sociosanitaria e non lo accetteremmo». Ciò detto, per Durisch «bisogna smettere di rincorrere l’attrattività fiscale e cominciare a diventare attrattivi per famiglie e giovani, con servizi e prestazioni adeguati, una politica familiare seria e creare posti di lavoro per i giovani ben retribuiti e con opportunità di crescita». In questo modo, «a medio termine possiamo anche risanare le finanze del Cantone, abbandonando il miraggio che i nuovi contribuenti facoltosi ci risolvano problemi che la politica della maggioranza del Gran Consiglio ha creato da sola».