Il comitato di sostegno al progetto del Pse ha lanciato la campagna per il ‘Sì’
A giudicare dal vasto sostegno politico, il progetto di Polo sportivo e degli eventi (Pse) previsto a Cornaredo non dovrebbe temere il voto popolare in programma il prossimo 28 novembre. Esponenti di tutti i principali partiti (fanno forse eccezione i Verdi) sono attivi nella associazione ‘Io sostengo il polo’ che ha lanciato la sua campagna in una conferenza stampa.
Il motto del comitato, presieduto da un volto noto della Rsi, Eugenio Jelmini, è quello dell’occasione da non lasciarsi sfuggire. ‘Saliamo sul treno della storia’ ha detto, ‘non esiste un piano B’ ha aggiunto riferendosi alla teoria alternativa di un nuovo progetto basato unicamente sulla parte sportiva e finanziato direttamente dal Comune, grazie ai bassi tassi di interesse oggi praticati dalle banche. Volantinaggio, presenza sulle reti sociali, cartellonistica, e aperitivi in tutti i comuni di Lugano saranno le strade con cui gli ‘amici del polo’ tenteranno di convincere gli elettori di Lugano della validità di questo progetto. Anche sportivi più o meno noti prestano il loro volto sul materiale di propaganda, al motto di ‘sì allo sport’.
Che prevede, ricordiamo, una partnership pubblico-privato volta a realizzare il nuovo stadio calcistico da 10mila posti, e un palasport dotato di una sala principale da 4mila posti (e per i concerti) nonché di altre sale per diverse attività sportive. Sono inoltre previsti zone verdi e altri stabili di carattere abitativo e commerciale, in particolare le due torri, una delle quali verrebbe ri-affittata al Comune per ospitare uffici dell’amministrazione cittadina oggi dislocati in centro. Una sorta di leasing, che avrebbe il pregio di non appesantire improvvisamente i conti della città, dilazionando sul lungo periodo i costi dell’operazione, decisamente ingenti, 167 milioni di franchi per la sola parte sportiva, con un aumento del moltiplicatore d’imposta ipotizzato di 2 o 3 punti percentuali.
Il gruppo del ‘Sì’ dunque intende controbattere punto su punto gli argomenti dei referendisti, che vertono sull’ipotesi di costruire solo, e direttamente la parte pubblica del Pse, dunque senza le torri e tutto il contestato corollario ‘bituminoso’. “Non siamo intervenuti durante la raccolta delle firme per evitare polemiche” spiega Jelmini, “ora siamo qui ad argomentare con concetti chiari in modo positivo e propositivo. Il Pse viene da lontano, dal 2012 ed è una soluzione chiara volta a riqualificare un quartiere un po’ abbandonato. Si andrà a utilizzare solo il 55% della superficie disponibile quando sarebbe stato possibile farlo in misura maggiore”. Un progetto giusto dunque, non una ‘colata di cemento’, ormai maturo a livello tecnico e politico, e che le società sportive, a Lugano ve ne sono ben 140, attendono da troppo tempo. Prima fra tutte il Football club Lugano. Michele Campana, Coo dell’Fcl. “Da sette anni chiediamo fiducia alla Lega (calcio, ndr) presentando proprio questo progetto. Se dovesse cadere in votazione popolare, con l’inevitabile slittamento di anni per un nuovo piano, il futuro del Lugano nella massima serie sarebbe seriamente messo in discussione. “Ci sono altre città che hanno l’impianto a norma ma la squadra di calcio in B. Realtà che come si può immaginare sarebbero ben pronte a soffiare il posto del Lugano in Super League. Senza contare le problematiche dell’attuale Cornaredo, ormai popolato da topi che scorrazzano pure negli spogliatoi. Situazione precaria anche per la palla a spicchi, come ripetuto dal presidente del Lugano basket Alessandro Cedraschi, che come Campana fa parte del comitato di sostegno. Anche qui si parla di palestre fuori norma ma tollerate, delle difficoltà logistiche per gli allenamenti, della convivenza con altre necessità dentro edifici scolastici, peraltro non adatti alla pratica della pallacanestro, “col fondo in tartan che fa male alle ginocchia”. Servono, dice, “luoghi che invoglino la gente a partecipare, attirino sponsor e interessi mediatici. Sono molte le attese da parte delle società sportive, dai pallavolisti alle prese con soffitti troppo bassi, ai ginnasti impossibilitati a organizzare grossi eventi, agli schermidori costretti ad allenarsi nei corridoi”.
Ma c‘è chi pure apprezza l’impatto urbanistico proposto dal Pse. Ad esempio la socialista Chiara Orelli Vassere (intervenuta come pure il leghista Andrea Sanvido e il pipidino Lorenzo Beretta-Piccoli) per sostenere il ‘Sì’ evidenziando quella che sarebbe una “ricucitura del tessuto cittadino” in quel punto “caratterizzato da un senso di incompiutezza”. “Sono favorevole al Polo proprio perché... è un polo, che può essere volano di integrazione fra generazioni, generi, ceti sociali”. Una sorta di faro insomma per evitare a Cornaredo l’effetto ‘banlieue’, una vita ai margini della grande Lugano.
Sul piano finanziario, secondo i sostenitori la soluzione ‘tipo leasing’ per 27 anni impostata con gli investitori privati di Hrs Real Estate Sa, risulta comunque preferibile a un intervento diretto del Comune, che finirebbe per divorare in gran parte le possibilità annuali di investimento, oggi 60-70 milioni di franchi all’anno. Anche l’attuale Municipio sostiene questa strada, e presenterà la propria opinione separatamente dal comitato per il ‘Sì’.