Il Municipio di Locarno fa rimuovere il vessillo arcobaleno della campagna per il ‘Matrimonio per tutti’. ‘Comunque, favorevoli alla modifica legislativa’
Il messaggio è arrivato, la bandiera si può anche togliere. È il succo della decisione del Municipio di Locarno di rimuovere da uno dei pennoni di Palazzo Marcacci la bandiera arcobaleno che sostiene la campagna per il “Matrimonio per tutti”, al voto popolare federale il 26 settembre.
In una nota, lo annuncia la Città non senza confermare di “essere favorevole alla modifica legislativa”. Ma proprio poiché ritiene che il messaggio verso la popolazione sia ormai stato recepito, la bandiera può tornare in un cassetto. La decisione non è probabilmente del tutto estranea al ricorso inoltrato da un privato cittadino contro l’esposizione della bandiera a Locarno e ad Arogno, gli unici due Comuni ticinesi (sui 108 contattati) che avevano raccolto l’invito del coordinamento della campagna nazionale.
L’esposizione del vessillo era stata decisa a maggioranza dalla compagine municipale “per dare un segnale contro ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale delle persone”, sottolinea Locarno. La scelta era stata operata anche da altre città svizzere, fra cui Ginevra e Losanna. L’esecutivo di Locarno “non voleva con questa decisione urtare la sensibilità di nessuno, bensì ribadire la sua opposizione a qualsiasi forma di discriminazione in quest’ambito”. Tanto più che “Palazzo Marcacci è anche la sede dove si celebrano i matrimoni civili e dove è stata ufficializzata la prima unione domestica registrata della Svizzera il 2 gennaio 2007”.
Contro la decisione, per altro, è stato interposto un ricorso al Consiglio di Stato. A questo proposito “l’esecutivo auspica potrà portare a una decisione formale di un tribunale che chiarirà quali siano i margini di manovra di un organo democraticamente eletto nell’ambito di una votazione popolare avente per oggetto una modifica legislativa di ordine superiore”. Secondo informazioni raccolte dalla “Regione”, sia Locarno, sia Arogno sono state invitate dal Servizio ricorsi del Consiglio di Stato a prendere posizione sull’esposizione della bandiera e lo dovranno fare entro martedì. Il ricorrente aveva per altro chiesto al governo di evitare scambi di allegati per evitare che la decisione arrivasse quando non sarebbe più servita, ovverosia dopo il 26 settembre.
Il Municipio si dice infine “consapevole che su questa tematica vi sia un importante dibattito e ha tenuto conto delle varie sensibilità espresse. Il messaggio che si voleva lanciare, ovvero quello dell’opposizione a qualsiasi forma di discriminazione basta sull’orientamento sessuale, è stato raggiunto”.