Il Consiglio federale estende l’obbligo a quasi tutti i luoghi chiusi a partire dal prossimo lunedì. Le principali domande e risposte
Cos’è il certificato Covid e a cosa serve?
Un ‘documento’ (disponibile sottoforma di pdf, in una app o in versione cartacea) che attesta una vaccinazione anti-Covid-19, la guarigione dalla malattia o il risultato negativo di un test. Il suo impiego riduce il rischio di trasmissione, perché s’incontrano fra loro soltanto persone non contagiose o con un basso rischio di contagio. Permette inoltre di evitare misure più drastiche, come la chiusura di strutture o il divieto di determinate attività. Dal 1° luglio è obbligatorio per le manifestazioni con oltre mille persone nonché in club, discoteche e sale da ballo.
A partire da quale età si deve esibirlo?
L’obbligo del certificato vale dai 16 anni in su.
Chi assume i costi dei test necessari per ottenerlo?
In agosto il Consiglio federale ha deciso che, dal 1° ottobre, chi si sottopone al test per ottenere un certificato dovrà pagarlo di tasca propria.
Dove sarà obbligatorio a partire da lunedì?
Fino a quando sarà obbligatorio?
In linea di massima fino al 24 gennaio 2022. Ma la misura potrà essere revocata a dipendenza dell’evolversi della situazione epidemiologica.
Con l’obbligo di certificato cadono le altre misure di protezione (mascherina, distanziamento, ecc.)?
Sì, se il gestore della struttura interessata o gli organizzatori di una manifestazione lo riterranno opportuno.
Cosa succede in caso di inosservanza dell’obbligo?
Gli ospiti senza certificato di strutture o manifestazioni per le quali il certificato è obbligatorio saranno passibili di una multa di 100 franchi. Alle strutture e alle manifestazioni che non osservano l’obbligo potranno essere applicate sanzioni che vanno dalla multa alla chiusura dell’esercizio. Per il controllo sono responsabili i Cantoni.
Dove non sarà obbligatorio?
Anche i collaboratori di una struttura con obbligo di certificato devono esserne provvisti?
No. Un datore di lavoro può però esigere dai lavoratori, nel quadro del proprio obbligo di tutela, che siano provvisti di un certificato (es. negli ospedali). I datori di lavoro sono autorizzati a verificare se i loro lavoratori possiedono un certificato, se questo serve a stabilire misure di protezione opportune (es. mascherina, barriere di plexiglas) o all’attuazione del piano di test.
Quali regole valgono nei Paesi confinanti?
Anche loro hanno introdotto quest’estate un sistema di certificato Covid-19. In Italia, ad esempio, il ‘Green pass’ è obbligatorio da inizio agosto per mangiare al chiuso nei ristoranti, accedere ai musei o alle palestre, così come per gli operatori sanitari. Dal 1° settembre l’obbligo è stato esteso ai docenti così come ai passeggeri di treni, navi, aerei e autobus a lunga percorrenza. L’obbligo potrebbe essere esteso ad altri settori.