Ecco il progetto che rinnova e potenzia il comparto Cargo. Si demolisce il vecchio capannone carri, si costruisce nuova occupazione
Alzi la mano chi, fanciullo e cresciuto a Boffalora, lì alla porta nord di Chiasso, non è rimasto incantato dalla danza delle locomotive sistemate sulla grande piattaforma rotante per un intervento di cosmesi. C’era da passarci le mezze giornate, affascinati dal mondo delle rotaie sospeso fra la stazione ferroviaria e il brulicare di treni dello scalo smistamento. Presto quello come altri impianti nell’orbita dell’Officina carri resteranno un ricordo dei più e una memoria nelle immagini d’archivio. Appena ricevuto il via libera di rito, Ffs Cargo (al fianco Ffs Immobili) metterà mano all’intero comparto nel solco di un progetto che già viene definito “strategico”. Le Ferrovie, insomma, rinnovano, ampliano e potenziano, per prima la stessa Officina, poi il sistema di binari e le fosse di lavoro. Lo impongono “nuove esigenze di produzione”.
L’operazione, del resto, è di quelle importanti per le dimensioni e la complessità dell’intervento – ci si muove pur sempre in un’area ferroviaria –, ma anche per il volume dell’investimento – si sono stanziati 15 milioni di franchi – e la valenza economica che assume questa scelta operativa. Una struttura più lunga e più larga traduce anche commesse e posti di lavoro. E questa volta per la cittadina e per quello che è sempre stato uno dei più importanti datori di lavoro locali si può parlare alfine di occupazione di... ritorno.
Il faldone che racchiude intenzioni e progetti delle Ffs, depositato da qualche giorno all’Ufficio tecnico comunale e in pubblicazione sino al 16 settembre, è imponente. Nulla è lasciato al caso. Anche perché, a ben vedere, si va a toccare un pezzo della storia ferroviaria chiassese. La vecchia Officina carri – per gli addetti ai lavori la OF06 –, costruita nel 1962, si trova ormai in “cattive condizioni” e non risponde più alle necessità dettate dalla manutenzione del materiale rotabile. Tant’è che risulta inevitabile una sua demolizione e ricostruzione. Con la consapevolezza di andare a incidere su un edificio iscritto nel registro Isos per la tutela dei monumenti.
E qui le Ffs si sono mosse con cautela, sottoponendo il dossier tanto all’Ufficio cantonale dei beni culturali che al Dipartimento federale della cultura, che hanno dato preavviso favorevole. Un nullaosta che asseconda così gli obiettivi fissati, ovvero poter contare su una officina con uno schema più funzionale e adatto a fare posto a un binario in più, ma soprattutto al nuovo tornio (e dunque ai nuovi lavoratori). D’altro canto, lo spostamento degli uffici, oggi situati nel blocco annesso al capannone per carri merci, restituirà la possibilità di far rivivere la cosiddetta ‘casa gialla’, un fabbricato di servizio al momento inutilizzato ma pregevole.
Vi è, di fatto, la volontà dichiarata di “trovare un legame tra la nuova costruzione e quella precedente”, tanto da influenzare le scelte architettoniche, dalla costruzione ai materiali, passando per il profilo (che rimanda alle testimonianze industriali). L’intento, come si riferisce nell’incarto, è quello di “integrarsi al meglio nel paesaggio del comparto e di rispettare il contesto originario”. Di fatto, come si rileva ancora nella documentazione, “il riguardo per l’ambiente industriale di pregio e il richiamo simbolico alla vecchia Officina hanno rappresentato un punto cardine per lo sviluppo della nuova architettura”.
Le Ferrovie sono pronte altresì a farsi carico delle conseguenze della demolizione del capannone, all’interno del quale sono stati riscontrati “un’alta percentuale di amianto e sostanze tossiche”, e ha già messo a punto un minuzioso piano di sicurezza e smaltimento dei rifiuti.
Del resto, le Ferrovie lo sanno bene: la valorizzazione del comparto officine è parte della “rivalutazione strategica dell’intero polo ferroviario”. Ormai è un dato di fatto riconosciuto e che nel dossier è scritto nero su bianco: “Il sito di Chiasso, per la sua vicinanza al confine con l’Italia, risulta di grande importanza come punto di manutenzione lungo l’asse nord-sud, per questo motivo – si spiega – l’aggiunta di una nuova specializzazione (lavorazione tramite tornio) rende più attrattivo l’intero sito, ma richiede a sua volta un adeguamento delle infrastrutture e degli edifici che lo ospiteranno”. Le Ffs si spingono addirittura oltre ammettendo che con la mancata esecuzione dei piani “verrebbe meno la strategia di sviluppo di Sbb Cargo, che punta al potenziamento della produttività delle proprie infrastrutture nel complesso di Chiasso”. Una dichiarazione d’intenti che per le autorità comunali assume anche una valenza politica non indifferente.
Avviciniamo, però, la lente ai contenuti del progetto. Funzionali ma armoniosi, saranno queste le caratteristiche dei tre volumi che andranno a comporre la nuova Officina, saranno sormontati da tetti metallici e si distingueranno in base alle funzioni a cui saranno destinati. I piani prevedono, infatti, la creazione di un corpo centrale, che ospiterà i binari già in esercizio, un settore, a ovest, dove verrà installato il tornio – che costituirà il vero e proprio ampliamento – e i magazzini, un piano fuori terra. L’intervento include pure la sistemazione delle fosse di lavoro – due quelle attuali –, dove si inserirà appunto il tornio, utile, in buona sostanza, a rifare il profilo delle ruote dei carri ferroviari. Sarà parte dell’opera altresì la riconversione della piattaforma di giro per le locomotive a nord, che sarà abbattuta. Prenderà il suo posto un binario di lavoro per opere di manutenzione sempre sui carri. Il tutto situato nello spazio di due chilometri dell’area ferroviaria.
I lavori saranno divisi in quattro tappe distinte: dalla demolizione alle opere di genio civile, dalla carpenteria alla posa del tornio. Sommati, i vari interventi occuperanno per un anno. Anche sul fronte dell’impianto dei binari – tutti non elettrificati – si procederà per fasi: dapprima si modificherà in maniera sostanziale la geometria delle rotaie, poi si agirà sul loro armamento. Non si trascurerà nemmeno di sistemare l’area esterna, allargando il piazzale attuale e arretrando il muro di sostegno del fascio di binari così da creare una piazzola di giro e posteggi per il personale. Quanto alla tempistica, si stima che l’iter occuperà per i prossimi mesi e per l’intero 2022, quando si immagina di entrare nella fase esecutiva. Dai piani la messa in esercizio è data per il febbraio 2023.