Chiusa l’inchiesta penale nei confronti di un 44enne italiano estradato a febbraio che ha parzialmente ammesso i raggiri nei confronti di decine di clienti
È cresciuta, raggiungendo cifre da capogiro – alcune milioni di franchi – l’inchiesta sulla presunta truffa che vede sotto accusa un 44enne italiano, arrestato ed estradato lo scorso febbraio dalla vicina Penisola, in seguito alla denuncia di decine di clienti che si sono visti raggirati dopo aver affidato i loro investimenti all’uomo, ai vertici di tre società di Lugano, in cambio di guadagni finanziari che nella realtà non si sono mai realizzati, ma che anzi hanno prodotto gravi perdite. Le società si chiamavano, dal momento che nel frattempo sono finite in liquidazione o fallite, Ad Valorem Vault Sa, Ad Valorem Premium e Globus I.M.G. Sa, tutte con sede a Lugano.
L'indagine – titolare dell’inchiesta è la procuratrice pubblica, Raffaella Rigamonti – è conclusa. E per il 44enne, una volta firmato l’atto d’accusa da parte del magistrato, si prospetta il rinvio a giudizio, con tutta probabilità davanti a una Corte delle assise criminali di Lugano per i titoli di reato di truffa qualificata e, in parte subordinatamente, di furto. Complessa la dinamica del caso in odor di reati patrimoniali ma, in estrema sintesi, alle decine di clienti, a fronte dei loro investimenti che avrebbero dovuto generare buoni redditi, veniva prospettata dall’amministratore delle società una “garanzia di affidabilità”: le loro somme, infatti, venivano depositate in banca, in “sicure” cassette di sicurezza. Salvo poi sparire, assieme all’autore dell’ingente voragine finanziaria, riparato in Italia e poi acciuffato a inizio anno in Toscana e da quel momento in detenzione preventiva al penitenziario La Farera. Il 44enne, dopo aver rastrellato le somme dai clienti – tutti cittadini italiani che avevano riposto piena fiducia nel ‘professionista’ e nel frattempo costituitisi accusatori privati nella causa penale – con i loro averi realizzava investimenti in oro, le cui ‘riserve’ avrebbero dovuto fare da garanzia, venendo tuttavia sempre meno. Dopo importanti perdite, infatti, il 44enne avrebbe tentato di risollevare gli affari con il classico (e quasi sempre fallibile) metodo del ‘buco tappa buco’, fino a perdere ogni controllo della situazione finanziaria. Di qui la vicenda ha assunto sempre più i toni della presunta truffa.
Il 44enne è difeso dall’avvocato luganese Costantino Castelli. L’uomo ha chiarito durante l’inchiesta agli inquirenti i fatti, la cui qualifica giuridica dovrà essere dibattuta in aula, in un processo in programma nei prossimi mesi.