Nel corso della cerimonia i ricordi istituzionali e personali di autorità politiche e amici
Lugano dà l'ultimo saluto al sindaco di Lugano ed ex Consigliere di Stato Marco Borradori. Esequie alle quali sono annunciati 500 ospiti delle istituzioni e circa 7mila partecipanti. La cerimonia, introdotta da Roberto Mazza, cerimoniere, ha visto per primo l'intervento del Consigliere federale Ignazio Cassis, che ha preso la parola, innanzitutto, come suo compagno di Liceo.
E la memoria è andata agli anni Settata, a un 1968 «edulcorato», agli inizi universitari e alla comune «infatuazione» per la politica, divenuta per lui poi innamoramento. Un politico di cuore, Borradori, nel corso della sua ascesa. «C'eri sempre, per chiunque con cortesia e disponibilità», ha annotato rivolto all'amico. «La bellezza della tua persona ha ben nascosto la fragilità del vivere». Ma «fa parte della vita, avresti detto con un sorriso. Caro Marco, ci mancherai», ha concluso Cassis accompagnato da un timido applauso.
Di seguito è toccato al Consigliere di Stato Norman Gobbi ricordare il collega di partito (nella Lega dei ticinesi) e compagno di viaggio al tavolo del governo. Negli occhi delle persone, ha sottolineato, si è visto l'affetto e la vicinanza per un uomo, oltre che un politico, al servizio del Paese. Quindi Gobbi ha ripercorso i 18 anni di Borradori alla guida del Dipartimento del territorio, sintetizzabili con i quasi 700 messaggi licenziati, gli oltre 3 miliardi di franchi di investimenti stanziati e la sua 'impronta green' che lo ha portato anche a scontrarsi con il suo 'padre' politico Giuliano Bignasca. «Marco ha voluto bene al Ticino e il Ticino ha voluto bene a Marco».
Il vicesindaco Michele Foletti, dal canto suo, ha ricordato come Marco facesse sentire importanti tutti i cittadini nel solco del bene di una Città, che ha sempre amato. «Per noi municipali - ha ribadito commosso - ha rappresentato un grande esempio di sindaco in un percorso difficile e irto di ostacoli, ma i risultati ci sono e sono apprezzati». Concedendosi poi una considerazione personale, ha sottolineato come Borradori sia stato «il compagno di una avventura iniziata insieme 30 anni fa». Nel prossimo futuro, ha aggiunto rivolto alla comunità luganese, quando il dolore si sarà stemperato, per superare questo lutto sarà importante «starci vicini; farci sentire la forza di una comunità unita. Solo così potremo potare avanti l'eredità di Marco Borradori».
«Mica ci può essere Lugano e non esserci Marco (Borradori, ndr)» ha confessato l'amico Andrea Leoni, stordito dalla perdita. «Ti abbiamo conosciuto tutti e tutti sentiamo il desiderio irrefrenabile di restituirti qualcosa»: per Leoni si è trattato di un «miracolo civile» che oggi riunisce la comunità in un abbraccio corale. Per calcolare l'unità di misura in stima e affetto di Borradori, ha aggiunto, oggi ci vuole uno stadio. Infine, Leoni non ha potuto esimersi dal fare riferimento agli ultimi mesi di vita di Borradori, vissuti, ha fatto sapere, con sofferenza e incredulità per le polemiche che hanno scandito la vita cittadina e le accuse che gli sono state rivolte.
Dopo il ricordo del cugino di Borradori, Luca, accomunato a Marco dagli insegnamenti del nonno, la parola è passata al Vescovo di Lugano monsignor Valerio Lazzeri.
«(...)solo la gioia di poterci incontrare e parlare ci fa vivere veramente. Basta molte volte un sorriso o una parola buona a farci risorgere dalla tristezza e a farci uscire dall’isolamento. Il sindaco Marco ce ne ha dato molte volte una testimonianza luminosa. Il suo tratto affabile verso tutti non era un artificio. Scorreva naturalmente dai suoi gesti e dalle sue parole. L’affabilità gli veniva da dentro, come un’esigenza segreta, a cui egli ha sempre voluto obbedire nello svolgere i diversi e importanti incarichi pubblici da lui ricoperti. Mancherà a molti questa sua umanità aperta e disponibile». Così il vescovo di Lugano, monsignor Valerio Lazzeri, intervenendo oggi alle esequie del sindaco di Lugano, Marco Borradori. Il vescovo ha inoltre sottolineato: «Non fermiamoci però al rimpianto e alla nostalgia. Volgiamoci alla nascosta sorgente, a cui Marco di fatto si è abbeverato per essere così come tutti noi lo abbiamo conosciuto. Osiamo scoprire anche in noi questa linfa preziosa e nutriente, che fluisce in noi senza fare rumore». «... La memoria del sindaco Marco sia uno stimolo per tutti. Incoraggi chi deve continuare il suo compito. Ci aiuti a evitare le sterili polemiche, a trovare la via per sanare le incomprensioni e a cercare sempre il modo positivo e fecondo per superare ciò che ci divide. Ricordiamo con riconoscenza. Preghiamo per lui».
Monsignor Valerio Lazzeri, che ha aperto e concluso in preghiera il momento di commiato che ha visto i presenti alzarsi in piedi, ha dunque proceduto all'estremo saluto e alla benedizione del feretro di Marco Borradori. La cerimonia delle esequie si è conclusa con le note della Civica Filarmonica di Lugano e parole di omaggio: 'Che la terra le sia lieve, signor sindaco'. Poi il feretro si è allontanato dallo stadio di Cornaredo fra gli applausi dei presenti.