Il presidente dell’Udc ha accusato i centri urbani di essere troppo distanti dalle vere esigenze dei cittadini
Berna (ats) - In occasione della Festa nazionale si sono rivolti al pubblico anche i presidenti di Udc e Plr: Marco Chiesa ha attaccato le città, ritenute covo della sinistra che pratica una politica parassitaria; Petra Gössi ha chiesto al suo partito più flessibilità sui problemi importanti per il Paese.
In un discorso video, il presidente dell'Udc Chiesa ha esaltato la Svizzera come luogo di democrazia diretta, indipendenza, federalismo nonché di varietà di lingue e culture. Il 46enne ticinese vede però le libertà minacciate soprattutto dal divario città-campagna. Le "città di sinistra" attuano "politiche parassitarie" che bisogna combattere, ha detto.
Secondo Chiesa, la "sinistra di lusso" e i "Verdi paternalisti" vivono "nelle loro bolle, fuori dalla realtà della maggior parte delle persone in questo paese". Allo stesso tempo, le città approfittato dei pagamenti provenienti dalle campagne. Un denaro che deve essere tolto alle città che perseguono politiche dannose.
Petra Gössi si è invece rivolta soprattutto ai membri del suo partito che, come un albero secolare, deve adattarsi costantemente ai cambiamenti dell'ecosistema per non dover improvvisamente lottare per la sopravvivenza. Occorrono flessibilità e soluzioni per i problemi politici più importanti, ha detto la 45enne svittese.
Gössi ha indicato lo sviluppo demografico come una delle maggiori sfide per la Svizzera, per la quale sono necessarie riforme incisive nel settore della previdenza per la vecchiaia. In relazione alla crisi dovuta al coronavirus e alle relazioni ancora non chiarite con l'Unione europea, la presidente del PLR ha chiesto di tutelare l'ordine economico liberale con riforme adeguate.
“L’Udc Ticino sosterrà con convinzione l’iniziativa per la riduzione a franchi 200 del canone radiotelevisivo e a mezzo del presidente nazionale Marco Chiesa e del Consigliere nazionale Piero Marchesi si attiverà per creare le premesse al lancio della raccolta a livello svizzero”. Così un comunicato dell’Udc Ticino che lamenta la scarsa copertura dei festeggiamenti del Primo d’Agosto data dalla Rsi. “Ancora oggi un’azienda composta da più di 1000 impiegati non ha trovato il tempo per seguire i festeggiamenti ticinesi del Natale della Patria organizzati dal primo partito in Svizzera, con scuse a dir poco imbarazzanti e intellettualmente disoneste”, si legge.
“Già in passato, sempre in occasione del 1° agosto la Rsi aveva snobbato la festa dell’Udc, ammettendo pure l’errore, seguendo però i festeggiamenti degli altri partiti. Le rassicurazioni di voler dedicare una maggiore attenzione alle diverse sensibilità del paese rappresentate dai partiti sono oggi state nuovamente sconfessate”, si conclude.