Bando della plastica monouso e promozione della mobilità lenta sono solo due delle pratiche virtuose dell'impegno nei confronti della sostenibilità ambientale
«Annualmente accogliamo a Locarno – una città relativamente piccola – un pubblico nazionale e internazionale numericamente importante e ciò comporta l’allestimento di strutture temporanee che hanno un impatto sull’ambiente», premette Fabienne Merlet, Responsabile marketing ed Eco Manager del Locarno Film Festival, la cui 74esima edizione è oramai alle porte (4-14 agosto). Da qui, spiega ancora, nasce l’impegno della rassegna nei confronti dell’ambiente organizzato su più fronti: dalla questione rifiuti alla mobilità lenta, al bando della plastica monouso alla sensibilizzazione del pubblico, facendo leva sul proprio potenziale di catalizzatore per promuovere pratiche virtuose e ridurre l’impronta ecologica del Pardo.
L'impegno nei confronti dell'ambiente è stato anche tematizzato nel primo rapporto di sostenibilità della manifestazione cinematografica, presentato lo scorso aprile e disponibile sul sito www.locarnofestival.ch (cfr. laRegione, 16 aprile 2021, p. 21). In generale, il bilancio mette sotto la lente la performance di un’azienda approcciandola a tuttotondo, vale a dire che non ci si limita alla sola questione economica, bensì si considerano anche gli aspetti sociali e ambientali, essendo gli elementi parte di un unico organismo. «La nostra attenzione va dall’impatto economico a quello culturale, fino a quello identitario, dove un’intera regione può identificarsi nella rassegna, che diventa elemento di sviluppo della regione in ambiti diversi», definisce il direttore operativo Raphaël Brunschwig.
L’obiettivo è scattare una radiografia e tracciare gli obiettivi da raggiungere in futuro. Naturalmente, il presupposto imprescindibile è la consapevolezza di essere una manifestazione che ha un influsso multiforme (positivo e negativo) sul territorio e, seppur non scontato, ciò che fa la differenza sono la sensibilità e la volontà di generare processi positivi.
Da una decina di anni, la rassegna è un “Climate Neutral Event”, cioè è un evento climaticamente neutro. La certificazione è data dall’organizzazione svizzera senza scopo di lucro myclimate, attiva nella sostenibilità ambientale e tutela del clima. Tuttavia «essere in assoluto un evento a emissioni zero non è realistico da concretizzare a breve termine. Agiamo quindi nell’immediato laddove è possibile», afferma il direttore operativo. «L’anidride carbonica prodotta dal Pardo viene compensata con il finanziamento di progetti myclimate che hanno come obiettivo la sostenibilità», chiarisce Merlet. Compilando delle tabelle secondo gli standard stabiliti dall’organizzazione ambientale «viene calcolato un valore che poi va compensato col finanziamento di iniziative che portano un valore equivalente in termini di riduzione delle emissioni», aggiunge Brunschwig. Fra i progetti sostenuti in questo modo dal Festival citiamo quale esempio l’installazione di digestori domestici per biogas in tutta l’Indonesia, Paese in cui il Festival è già attivo attraverso una piattaforma di coproduzione cinematografica nell’ambito di Open Doors.
Da anni gli organizzatori lavorano su riduzione, corretta differenziazione e smaltimento dei rifiuti, mirando il più possibile al riciclo e alla riutilizzazione. L’impegno è portato avanti grazie alla collaborazione con l’industria per lo smaltimento e si concretizza ad esempio con le isole ecologiche sparse su tutto il territorio. Queste strutture sono anche strumento di sensibilizzazione, «con il nostro partner Ibsa Institute quest’anno abbiamo investito sul loro allestimento dando un tocco cinefilo. Anticipo solo che Spike Lee ci direbbe “Do the Right Thing”», suggerisce Merlet. «In merito a ciò verrà anche lanciata una campagna sui social media per permettere al pubblico di essere attento al corretto smaltimento dei rifiuti durante il Festival», racconta ancora.
L’esempio virtuoso comunque lo offre la Rotonda del Festival, che sarà inaugurata venerdì. «Lo spazio traduce bene tutto il nostro impegno verso l’ambiente», dice Merlet; partendo dall’offerta enogastronomica con prodotti locali e possibilmente di stagione della mezza dozzina di food truck. L’offerta mangereccia improntata ai prodotti il più possibile a chilometro zero è una prerogativa di tutti gli spazi gestiti dal Festival, così come i suoi ricevimenti. Rivenditori e catering inoltre si impegnano a garantire i requisiti che l’organizzazione richiede, fra questi il bando della plastica monouso (una misura adottata nel 2019), sostituita da bicchieri in vetro con deposito e stoviglie riutilizzabili. E se con il Covid-19 la preoccupazione sono le norme igieniche, gli interlocutori rassicurano che da sempre «lavoriamo ottemperando agli standard di legge».
Chi ci vive lo sa, Locarno – soprattutto il centro – non è una città da girarsi in automobile, vuoi per la questione parcheggi, vuoi per il calibro delle strade che si intasano spesso e volentieri. Oltre ai disagi, il traffico privato non costituisce di sicuro un esempio positivo di attenzione alla questione climatica. Durante la decina di giorni della rassegna, confluisce nel comune un gran numero di persone che ha la necessità di spostarsi nel territorio del Pardo. Anche su questo fronte l’organizzazione favorisce alcune misure finalizzate alla promozione della mobilità lenta e consapevole e al rispetto degli equilibri della città che lo ospita. Ad esempio, un’informazione completa su tutti i mezzi di trasporto pubblico disponibili.
In più, con una serie di collaborazioni si cerca di incentivare gli spostamenti sostenibili: con l’Ffs sono proposte delle offerte combinate; AutoPostale svolge come sempre il servizio di navetta gratuita rivolta agli ospiti accreditati per spostarsi all’interno del circuito e poi ancora il Park&Ride, che permette di lasciare il proprio veicolo e spostarsi in città con mezzi offerti, come le cento biciclette elettriche messe a disposizione agli accreditati da Flyer Biketec, oppure le venti bici disponibili grazie alla collaborazione con il Dipartimento del territorio e l’iniziativa indipendente Sos Ticino - Soccorso operaio svizzero, Ticino.
Il buon esempio passa anche dai film. Basti ricordare il doppio premio (finanziato dal Dipartimento del territorio) assegnato da una giuria indipendente nell'ambito di Cinema&Gioventù ai lungometraggi che trattano questioni ambientali. «L'elemento imprescindibile per il Locarno Film Festival – tiene a puntualizzare comunque il direttore operativo – è la salvaguardia dell'assoluta indipendenza della direzione artistica nella scelta dei contenuti. Tuttavia, come dice spesso Marco Solari (presidente del Pardo; ndr), “i festival cinematografici sono un sismografo della società” ed è quindi inevitabile che oggi un tema come quello ambientale si riversi nella manifestazione, ma mai come scelta programmatica dei contenuti», chiosa.