Sindacati soddisfatti che si sia avviato un dialogo. I contenuti delle discussioni restano però segreti nell'interesse dei lavoratori coinvolti.
Non trapelano informazioni dopo il primo incontro, tra i sindacati (Unia e Ocst) e i rappresentanti della Burberry, in merito al licenziamento collettivo previsto presso i due punti vendita al Fox Town di Mendrisio. Le parti si sono trovate questa mattina presso la sede dell'Ocst, a Lugano. Oggetto della discussione i 15 tagli che l'azienda vorrebbe effettuare al personale, composto attualmente da 35 collaboratori. Stando a nostre informazioni, inoltre, si tratterebbe d'impiegati da diversi anni al servizio del noto marchio di moda britannico. «Le discussioni sono state avviate e questo è senza ombra di dubbio un primo punto positivo – ha affermato al termine del confronto Giorgio Fonio, segretario regionale Ocst Mendrisiotto –. In merito a quanto è stato discusso invece preferiamo non esprimerci. La trattativa è ancora in corso e per tutelare gli interessi dei lavoratori rinviamo ogni giudizio a quando sarà trovato un accordo». Una fumata bianca che non sembra comunque essere prevista in tempi brevi, gli stessi che avevano invece portato dalla mancata apertura dei negozi avvenuta lunedì mattina a un primo colloquio tra le parti stamane. «La prossima tappa sarà quella di confrontarci con i lavoratori e le lavoratrici. A fissare il ritmo di marcia della trattativa non sono i sindacati, ma i collaboratori e le collaboratrici coinvolti nella vicenda», ha invece dichiarato Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia per la regione Ticino e Moesano. Già domani è previsto un incontro tra i sindacati e i dipendenti per fare il punto della situazione e decidere quali sono i prossimi passi da intraprendere.
Il primo colloquio, a cui sicuramente ne seguiranno altri, si è tenuto a distanza. Presenti presso l'edificio di via Serafino Balestra vi erano infatti solo i sindacati e i rappresentanti legali dell'azienda. I responsabili di Burberry erano invece collegati da remoto. Al termine dell'incontro, durato circa tre ore, gli avvocati del marchio con sede centrale a Londra hanno fatto sapere che avrebbero dovuto consultarsi con i propri assistiti prima di rilasciare dichiarazioni alla stampa. Una presa di posizione che non ci è però stata fatta pervenire.
Si è invece potuto capire quali sono stati i toni utilizzati durante il faccia a faccia tra chi si è seduto al tavolo della discussione. «Il confronto è stato lungo e franco. Era importante per noi poter incontrare fisicamente un rappresentante dell'azienda e parlare guardandoci negli occhi. Il percorso ora si concentra sul poter evitare il maggior numero possibile di disagi ai lavoratori», ha commentato Fonio. Non è invece ancora il momento per sbilanciarsi su quale piega potranno prendere le discussioni in futuro. «Al momento è presto per dare un giudizio sulla trattativa. In ogni caso questo genere di valutazioni vanno fatte dai lavoratori e non dai sindacati», ha proseguito Gargantini.
La vicenda, va ricordato, era cominciato lo scorso 28 giugno quando ai dipendenti era stata comunicata da parte dell'azienda l'intenzione di ridurre il personale. Una misura, avviata attraverso l'apertura di una procedura di consultazione a seguito di un possibile licenziamento collettivo, che aveva subito fatto intervenire i sindacati. A loro era stato infatti dato incarico da parte dei lavoratori d'intavolare una discussione con l'azienda. La mancanza di dialogo, denunciata da parte di Unia e Ocst attraverso un comunicato, ha raggiunto il suo apice lo scorso venerdì quando il brand ha comunicato la conclusione della procedura attraverso una mail fatta recapitare ai dipendenti. Da qui la conseguente mancata apertura dei due negozi avvenuta ieri per forzare la mano e aprire una trattativa. Una mossa che si è rivelata vincente e ha permesso di arrivare ora a un dialogo che, si spera, possa risolversi positivamente.