Rilevate dal Tribunale amministrativo cantonale questioni formali nel bando di concorso, da rifare dunque. Ora per il Cantone la carta Tribunale federale.
Signori, tutto da rifare. Un invito perentorio, senza ma e senza se, quello sottoscritto dal Tribunale cantonale amministrativo (Tram, proprio questo il suo acronimo, quando si dice la beffa) in merito alla gara per la progettazione del Tram-treno del Luganese, di cui già 'laRegione' aveva anticipato lo scorso maggio la sospensione. I giudici hanno, infatti, accolto due ricorsi. Una questione che sembrerebbe più di forma che di contenuto. Secondo la Rsi, che ha potuto leggere la sentenza, la decisione del Tribunale non è intervenuta sul tracciato del progetto – peraltro protagonista di un'ottantina di opposizioni poi scese, negli ultimi due anni, a trenta – o sulle accese discussioni in merito al mantenimento della linea di collina che attualmente serve i Comuni di Sorengo, Muzzano e Collina d’Oro, ma è andata a gamba tesa sul bando decretandone la nullità e dunque una nuova indizione. Secondo i ricorrenti mancavano, soprattutto, i criteri che tenessero in considerazione l’organizzazione e l’esperienza dei team di progettazione, come capacità tecniche e organizzative.
Progetto il cui costo si aggira intorno ai 400 milioni di franchi, la Rete tram-treno del Luganese dovrebbe andare a "ridefinire l’agglomerato urbano di Lugano, andando a connettere come mai prima d’ora il basso Vedeggio, il Malcantone e il centro città" si legge nelle sue potenzialità. Appoggiato dal Cantone, che ne ha visto anche il carattere ecosostenibile, è stato definito "un progetto epocale", non solo perché dovrebbe essere una valida alternativa al mezzo privato, ma in particolar modo in quanto opera che contribuirà a rendere l’intero agglomerato luganese "più moderno e vivibile". Ora questo stop rischia di compromettere fortemente il ruolino di marcia, in quanto l'inizio dei lavori era previsto per il prossimo anno con conclusione entro il 2029.
Un bel grattacapo anche, e soprattutto, per la Città di Lugano: «Questo è un problema che colpisce molte opere sia pubbliche che private nel nostro Paese, è la ricorsite – raccogliamo ancora a caldo la riflessione di Filippo Lombardi, capo dicastero Sviluppo territoriale – e soprattutto la possibilità di rimettere in discussione bandi di concorso. Non sono in grado in questo momento di valutare nei dettagli le ragioni del Tribunale nell'accogliere questi due ricorsi, però è sicuro che ancora una volta o per errori formali o per altri motivi subiamo un allungamento importante dei tempi di realizzazione per un'opera che, credo, sia da quasi tutti ritenuta essenziale. In quanto Comune fra i più coinvolti siamo anche fra i più interessati affinché questa opera giunga quanto prima a realizzazione». Nessun confronto, per ora, con il Consiglio di Stato. Lombardi ci anticipa un incontro già agendato nei prossimi giorni per altre tematiche e nel quale il tram-treno troverà certamente uno spazio di rilievo: «Speravamo che le cose andassero un po' più lisce, anche perché con alcuni accorgimenti e correzioni le opposizioni si erano ridotte drasticamente, e questo era senz'altro positivo» si lascia poi scappare il municipale.