La coalizione reagisce così alla proposta del Consiglio federale di acquistare 36 velivoli
Il Consiglio federale vuole acquistare 36 aerei da combattimento "assolutamente sovradimensionati" per più di 5 miliardi di franchi, sostiene il Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE), reagendo alla scelta del F-35A del costruttore americano Lockheed Martin. La decisione sarà combattuta con un'iniziativa popolare.
Il GSsE parla di un approccio "completamente sbagliato" della politica di sicurezza. La coalizione si dice indignata dalla "testardaggine del Consiglio federale a non fare alcun compromesso" nel quadro dell'acquisizione di nuovi aerei da combattimento dopo la risicata maggioranza alle urne dello scorso settembre, quando il 50,2% dei votanti aveva accettato di spendere 6 miliardi di franchi per rinnovare la flotta. Ma il Dipartimento della difesa non ha fatto un solo passo nella direzione degli oppositori, denuncia il GSsE.
Secondo quest'ultimo il F-35 è un aereo perfetto per compiere attacchi in territorio nemico, ma è poco efficace nei combattimenti aerei diretti su brevi distanze, e pare poco adatto alla missione principale e unica in Svizzera: la polizia aerea. Inoltre presenta costi di ciclo di vita enormi e diverse centinaia di difetti di sicurezza, di cui una decina particolarmente gravi, sostiene il GSsE, preoccupato anche per la sicurezza dei dati e la sovranità della Svizzera.
Il Partito socialista parla di una "decisione assolutamente incomprensibile" di acquistare "36 aerei da combattimento di lusso e costosissimi". Come il GSsE, in una nota il PS afferma che il F-35 non è adatto ai compiti, comporterà costi esorbitanti e anche la questione della sicurezza dei dati e della sovranità preoccupano: "con gli F-35 i servizi segreti americani siederanno sempre in cabina". Inoltre la scelta di un aereo statunitense costituisce "un nuovo affronto ai membri dell'alleanza europea della sicurezza comune". Anche il partito si aspettava poi "maggiore modestia" da parte del Consiglio federale dopo l'esito della votazione del 27 settembre.
In maggio GSsE, PS e Verdi avevano annunciato congiuntamente che - non potendo ricorrere allo strumento del referendum contro decisioni in materia di armamento - avrebbero lanciato un'iniziativa qualora venisse scelto il F-35. Ora rendono noto che lo faranno in agosto.
La Società svizzera degli ufficiali (Ssu) accoglie invece con favore la "decisione coraggiosa" del Consiglio federale, fondata su "una valutazione tecnica completa e professionale" dei quattro tipi di velivolo in corsa. Il F-35A ha "ottenuto di gran lunga il miglior risultato globale e al contempo presenta i costi totali più bassi".
Soddisfatta anche l'Associazione per una Svizzera sicura, che si dice pronta a rifare campagna contro il GSsE con un' "ampia alleanza" composta da rappresentanti di diversi partiti politici, della società civile e di organizzazioni economiche, militari e aeronautiche.
Secondo l'associazione, con la scelta del F-35 "il Consiglio federale attua la decisione del popolo del settembre 2020". Ha scelto il modello che meglio risponde alle esigenze e il meno costoso per l'acquisto e a lungo termine. Poiché altri sette paesi europei hanno già scelto il F-35A, la Svizzera potrà inoltre continuare a contribuire alla protezione dello spazio aereo europeo.
Per l'UDC l'acquisto di nuovi aerei da combattimento rappresenta un "investimento per la sicurezza, utile a lungo termine". Il partito critica gli "antimilitaristi di sinistra" che lanciano un'iniziativa: la decisione del popolo dello scorso settembre dev'essere rispettata, affermano in una nota puntando il dito soprattutto contro i socialisti, "che pur sono rappresentati in Consiglio federale". Quanto alla scelta del modello di aereo per difendere il paese e mantenere la pace, essa spetta alle istanze specializzate dell'esercito e al governo.
Da parte loro i Verdi liberali prendono atto della decisione odierna e la esamineranno con un occhio critico. È importante che l'aereo scelto risponda a tutti i requisiti e non esaurisca completamente il budget, si legge in un comunicato. Bisogna anche tenere conto degli adattamenti necessari all'infrastruttura così come dei costi d'esercizio e di manutenzione. Altri aspetti importanti sono criteri ecologici come il rumore e il consumo. Bisogna infine valutare la possibilità di cooperazione tecnica e operativa con i paesi vicini.
Quanto ai costruttori, Lockheed Martin naturalmente si rallegra della scelta, mentre Airbus, che era in corsa con l'Eurofighter, "prende atto" della decisione e l'americana Boeing, che proponeva il F/A-18 Block III Super Hornet, si dice "delusa". Il quarto aereo in lizza era il Rafale della francese Dassault.