Sta per venire alla luce un’opera basata sulla vicenda di Damiano Tamagni che 13 anni fa sconvolse il Ticino. Girerà i festival e le scuole
È una mattina di inizio febbraio quando Damiano, studente di sociologia e letteratura italiana all’Università di Zurigo, prende il treno in direzione del Ticino per trascorrere qualche giorno di vacanza con i suoi familiari e amici. Nessuno può immaginarlo, ma quelle successive saranno le sue ultime ore di vita. La tragedia si consuma in pochi istanti la sera, nelle vie della città di Locarno in festa per il Carnevale. Tre ragazzi sconosciuti gli si avvicinano e con un pretesto lo picchiato furiosamente lasciandolo riverso sul marciapiede senza sensi. Trasportato all’ospedale, le sue condizioni appaiono subito gravissime. Nel frattempo i genitori sono svegliati da una telefonata che li avvisa di quanto accaduto, mentre i tre giovani che si erano dati alla fuga vengono rintracciati e arrestati. Alcune ore dopo Damiano muore lasciando un’intera comunità nel dolore e nello sconcerto. Sono pochi i dettagli di fantasia inseriti nel cortometraggio di fiction in fase di realizzazione che il regista ticinese Marco Bitonti ha deciso di basare sulla vicenda di Damiano Tamagni che nel 2008 ha profondamente scosso tutto il cantone.
«L’idea è nata cinque anni fa quando avevo appena terminato le riprese del mio primo film, ‘Take Control’, incentrato sul cyberbullismo e il sexting – racconta Bitonti –. Mentre facevo delle ricerche per trovare un nuovo soggetto da realizzare, orientato sempre verso un tema che avesse una valenza sociale, un giorno mi sono imbattuto in un articolo di giornale che riprendeva la storia di Damiano. Allora ho deciso di contattare suo papà e proporgli di realizzare un’opera audiovisiva su quanto avvenuto». Maurizio Tamagni, che l’anno successivo alla morte del figlio ha istituito una Fondazione per la prevenzione della violenza giovanile e l’aiuto alle famiglie coinvolte, ha subito accolto con favore il progetto. «Abbiamo iniziato una stretta collaborazione che ci ha portati a scrivere e lavorare insieme su quest'opera – spiega il regista –. Fin dall’inizio Maurizio si è messo a disposizione per darci tutto l'appoggio possibile e lo sta continuando a fare». Benché il film non sia realizzato per conto della Fondazione, l’appoggio di quest’ultima è totale: «L’obiettivo che perseguiamo è lo stesso, ovvero sensibilizzare sul problema della violenza e scongiurare che simili episodi si ripetano».
Il cortometraggio segue Damiano nel suo ultimo giorno di vita e in parallelo le traiettorie dei tre giovani che lo hanno ucciso. Il titolo “La violenza senza maschera” fa riferimento a come la festa per antonomasia del divertimento e dell’allegria quale è il Carnevale sia stata stravolta nella sua essenza da un atto di brutalità perpetrato senza vergogna. Quanto alla realizzazione, «l’aspetto più difficile è stato la scrittura del film perché volevamo riuscire a raccontare questa storia senza però ancorarla troppo alla realtà locale. Ci interessava darle una valenza che travalicasse i confini così che potesse parlare in modo universale a un pubblico di tutte le latitudini».
Il cortometraggio da una parte è stato pensato per avere una vita festivaliera internazionale, mentre d’altra l’intenzione è di farlo girare anche nelle scuole. «Abbiamo già ricevuto l’appoggio da parte di Skppsc - Prevenzione svizzera della criminalità, un ente che si occupa della violenza a livello nazionale. Ha dato il proprio appoggio al progetto a livello morale dicendosi disposto a distribuire il film nelle scuole tramite le Polizie cantonali con le quali collabora. Anche Pro Juventute ha aderito a livello di patrocinio, pure lei senza stanziare contributi finanziari diretti ma mettendosi a disposizione nell’ottica di sensibilizzare i giovani. E lo stesso hanno fatto tutti i Carnevali sotto il cappello di Carnevali in sicurezza».
Al momento attuale la sceneggiatura è stata portata a termine e gli attori sono stati scelti. «Siamo pronti a iniziare le riprese nel periodo di fine ottobre, inizio novembre. Nel frattempo siamo alla ricerca di finanziamenti sia privati che pubblici». A tale scopo è stata recentemente avviata una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding progettiamo.ch. Finora, grazie a 25 finanziatori, sono stati racimolati 3’560 franchi, poco più di un decimo dell’obiettivo fissato che ammonta a 28mila franchi. «Non sapendo quanti soldi riusciremo a raccogliere tramite gli enti pubblici abbiamo deciso di farci conoscere grazie alle possibilità offerte da questo sito, lanciando un appello alla popolazione affinché ci dia una mano a realizzare quest’opera a cui teniamo molto».