Come emerso già ieri, il presidente bianconero si riprende le proprie quote e resta in sella in veste di amministratore unico. ‘Ci metto la faccia’
Come ampiamente prevedibile, in quanto emerso già ieri con le parole di Angelo Renzetti che metteva fine alle speranze legate al passaggio delle sue quote nelle mani di Thyago Rodrigo de Souza, l'Fc Lugano resta nelle mani del presidente. "Il Lugano Sa - recita il comunicato del club che anticipa le spiegazioni che Renzetti sta fornendo in una conferenza stampa convocata d'urgenza - comunica che, nel corso di un’assemblea totalitaria della società tenutasi in data odierna, è stata decisa la revoca con effetto immediato degli amministratori signori Thyago Rodrigo de Souza e Giammarco Valbusa. Angelo Renzetti torna così a essere l’amministratore unico della società".
Fine della storia, delle speculazioni e della presa in giro messa in atto da imprenditori che, alla luce dei fatti, di soldi nel Lugano non ne hanno portati. Semmai, ne hanno spesi, si pensi ai contratti onerosi di Demba Ba e dell'allenatore Braga, la cui posizione è al vaglio della dirigenza che resta al comando della società bianconera, uscita molto provata - Renzetti in primis - da una vicenda sconcertante che quantomeno ha un lieto fine, l'uscita di scena dei sedicenti nuovi proprietari.
A dare la notizia che tutti si aspettavano è stato il direttore generale del Fc Lugano, Michele Campana: «In data odierna si è tenuta un'assemblea generale totalitaria degli azionisti del Fc Lugano Sa, alla presenza del presidente Angelo Renzetti e dell'azionista di minoranza Leonid Novoselskyi. Nel corso dell'assemblea è stata decisa la revoca con effetto immediato degli amministratori De Souza e Valbusa, ragion per cui fin da subito Angelo Renzetti torna a essere amministratore unico della società».
Si è dunque conclusa come purtroppo ci si poteva aspettare la telenovela del passaggio di proprietà della società bianconera nelle mani dell'imprenditore italo-brasiliano... «Siamo finiti nell'occhio del ciclone – afferma Renzetti visibilmente commosso e provato – e per l'ennesima volta ci metto la faccia. In primo luogo, voglio chiedere scusa a tutti gli sportivi e ai luganesi. Ho portato avanti una trattativa senza avere le garanzie necessarie, ma l'ho fatto in buona fede, perché quando ci si trova in una situazione di necessità si ha la tendenza a vedere il bicchiere mezzo pieno. Adesso ci tocca rimettere in carreggiata la società, abbiamo davanti una montagna. Io ci sono, perché sono alla testa di questo club da 10 anni e non voglio assolutamente che questa avventura possa finire male. Ci metterò tutto il mio impegno per ripristinare la situazione. Di quanto è successo spero di poter parlare il meno possibile, perché guardare negli specchietti retrovisori serve a poco, adesso bisogna rimboccarsi le maniche per cercare di ricreare in seno al club quello spirito di gruppo e di famiglia andato perso e che è sempre stato la nostra forza».
Thyago De Souza e Giammarco Valbusa se ne sono andati, ma hanno lasciato in eredità un paio di contratti onerosi al quali bisognerà far fronte... «È uno dei problemi da affrontare, in particolare quello dell'allenatore. Penso di poter dire che difficilmente potrà essere Abel Braga a guidare la squadra. Bisognerà anche capire cosa lui si aspetta di trovare a Lugano, di certo non una squadra da Champions League come si è sentito dire. Non si può pensare di non fare dei ragionamenti su un tecnico che non conosce nulla del calcio svizzero e che a un mese dall'inizio del campionato non ha ancora preso possesso delle sue funzioni. Umanamente mi dispiace, ma in linea di principio credo proprio che si andrà nella direzione di una separazione. Per quanto riguarda Demba Ba, lui è una figura della quale potremmo avere bisogno. Lo ha portato Leonid e mi piacerebbe che rimanesse a Lugano, ma in primo luogo occorrerà parlargli per capire quali sono le sue aspettative e le sue ambizioni».
La società va rimessa sui binari giusti, per cui andranno compiuti sacrifici anche a livello sportivo... «Dovremo assolutamente lavorare nel mercato in uscita per ridurre la rosa. Ho già preso contatto con persone in grado di darmi una mano e ci sono dei contatti in altre squadre interessati ad aiutarci con la cessione di giocatori in prestito. Questo non vuol dire smantellare la squadra, perché per ogni giocatore in partenza dovrà essercene un altro in entrata: alla fine disporremo del numero giusto di giocatori, non uno in più, non uno in meno. Ovvio, però, che se dovessero piovere offerte interessanti sui pezzi più pregiati della nostra rosa, non potremmo assolutamente trattenerli. Lo ripeto, siamo ai piedi di una montagna e la salita sarà lunga e faticosa».
Angelo Renzetti non vuole però sentir parlare di possibile fallimento, parola che un groppo in gola gli impedisce perfino di pronunciare... «Al momento è l'ultimo dei miei problemi. Adesso dobbiamo guardare avanti con fiducia e rimettere le cose a posto. Se ci riusciremo averemo compiuto un vero exploit».
Nella conferenza stampa di lunedì, Leonid Novoselskyi aveva lasciato intendere che i rapporti con Renzetti erano sempre più testi... «Leonid è una persona che stimo e che mi ha aiutato tanto. Ci sono state delle problematiche che hanno alterato il nostro rapporto, ma oggi ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che il Lugano viene prima di qualsiasi altra cosa. Ho visto un Novoselskyi diverso e ne sono molto contento».
De Souza se n'è andato, ma sembra che la notizia della decisione dell'assemblea non lo abbia turbato più di tanto... «Ha accettato serenamente. Proprio poco fa ho ricevuto una sua telefonata nella quale mi assicura di essere ancora interessato all'acquisto del Lugano, magari più in là nel tempo, e di essere pronto a portare delle sponsorizzazioni. A me non costa nulla credergli. L'importante è essere al volante e non nel baule: se poi mi dovrò fermare strada facendo a raccogliere Thyago lo farò volentieri».
All'inizio della stagione di Super League manca un mese. E il Lugano non ha ancora un allenatore... «Per il momento abbiamo svolto due allenamenti, tra l'altro alla presenza di una quarantina di giocatori vista la marea di ragazzi in prova giunti da non so dove, mentre lo Zurigo ha già fatto dieci sedute. Siamo in ritardo, questo è chiaro. Per questa sera ho convocato una riunione con lo staff tecnico e con il direttore Campana per capire come muoverci. Io un nome in testa ce l'ho, ma voglio sentire anche la loro opinione, perché spesso sembra che io abbia solo certezze, ma invece ho anche molti dubbi».