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Tre sfumature di rosso per la presidenza del Ps di Lugano

Mercoledì l'assemblea sceglierà il post-Raoul Ghisletta. Parola ai candidati: Mattea David e Aurelio Sargenti, Tessa Prati e Filippo Zanetti, Nina Pusterla

Dall'alto a destra: la coppia David e Sargenti, la coppia Prati e Zanetti e infine Pusterla
8 giugno 2021
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La più grande sezione cantonale del Partito socialista (Ps) sta per cambiare presidente. Dopo otto anni, Raoul Ghisletta lascia la carica e l'assemblea – che si riunirà mercoledì sera al Capannone delle feste di Pregassona – dovrà eleggere il suo successore, fra tre candidature molto diverse fra loro. Due coppie che si propongono come co-presidente e una candidatura individuale: i consiglieri comunali Mattea David e Aurelio Sargenti, freschi di corsa al Municipio; la prima cittadina in carica Tessa Prati con Filippo Zanetti; e l'ex consigliera comunale nonché vicepresidente attuale Nina Pusterla.

Ghisletta ha annunciato la decisione di lasciare con la necessità di un cambiamento, anche dopo la sconfitta alle ultime Comunali (il partito ha perso il 2% al Consiglio comunale, ndr). Sargenti e David, un politico di lungo corso e una giovane leva: si tratta davvero di rinnovamento?

Ogni rinnovamento deve partire da idee ed energie nuove, tenendo conto dell’esistente e senza abbandonare i valori del socialismo. Il Ps di Lugano si occupa di una realtà multiforme e, come noi, diventa forte ed efficace se sa unire e valorizzare le molte differenze. Insieme rappresentiamo tutti i cittadini: Mattea porterà un nuovo modo di pensare, agire e immaginare, una nuova energia; Aurelio la conoscenza e una memoria storica cittadina e cantonale. Entrambi abbiamo competenze per cercare un rinnovamento consapevole e controllato e, soprattutto, abbiamo voglia di collaborare con molti perché la direzione della sezione è parte di una grande famiglia.

Prati e Zanetti, invece due giovani: non c'è il rischio che una parte dell'elettorato non si senta rappresentata?

Vedendo l’esperienza della co-presidenza cantonale, ormai in essere da un anno e mezzo, così come la co-presidenza del Ps nazionale, escludiamo che la giovinezza dei co-presidenti intacchi in modo negativo la rappresentatività di parte dell’elettorato. Anzi, crediamo che ciò possa giovare portando novità e visioni alternative. Inoltre, la collaborazione intergenerazionale sarà alla base del nostro operato.

Pusterla: prima le dimissioni dal Cc, ora questa candidatura. Un'inversione di rotta? Perché scegliere una candidatura singola, giovane?

Partiamo da prima della pandemia: incinta del nostro secondo figlio, che sarebbe nato ad aprile 2020, avevo deciso di non ricandidarmi in Cc. Poi il mondo è stato stravolto, le elezioni posticipate: responsabilmente, nonostante la fatica e grazie alla tecnologia sono rimasta in carica per superare mesi difficili. Chiuso anche il Preventivo 21, ho dato le dimissioni per dare spazio a nuove energie. Per me la politica avrebbe dovuto continuare ad essere una presenza costante ma discreta. Poi è arrivata la notte del 29 maggio, la demolizione scellerata ed abietta: è per me stato un imperativo rimettermi in gioco per dimostrare che siamo in molti a voler lottare per la giustizia e i diritti sociali, contro un agire sempre meno tollerante e sempre più totalitario. Credo che la presenza di più candidature, diversificate nella forma ma vicine nella sostanza, sia per il partito una ricchezza da tenere da conto anche dopo l’elezione.

Il tema di stretta attualità è Il Molino. Il Ps ha condannato la demolizione, ma ora come tornare al dialogo? Che futuro vedete per l'autogestione?

David e Sargenti: La demolizione è la dimostrazione che non si è capito il valore simbolico dello stabile e tanto meno si è compresa l’autogestione. Chi ha preso questa decisione non ha voluto accettare un’altra forma e un’altra modalità di fare cultura. Questo atteggiamento autoritario e intollerante non aiuta Lugano a essere un motore di crescita sociale e morale. Per tornare al dialogo occorre prima di tutto accettare che possa esistere l’autogestione, come succede in moltissime città europee; secondariamente avere la capacità, da parte dei municipali, di valutare le situazioni concrete (che non possono limitarsi al rispetto dell’ordine pubblico) e di cercare di conoscere almeno i principi che governano l’autogestione.

Prati e Zanetti: Il Municipio di Lugano ha voluto disdire unilateralmente la convenzione del 2002 e i risultati sono ora sotto gli occhi dell’opinione pubblica. Adesso tocca al Municipio trovare una soluzione che parta dal dialogo e abbandoni ogni forma di autoritarismo. Ci appare però chiaro che il dialogo potrà riprendere solo quando ci saranno degli spazi concreti a disposizione dell’autogestione. La fermata in piazza Molino Nuovo della manifestazione pacifica di sabato scorso ha in questo senso anche una lettura simbolica: adesso ci vuole un nuovo spazio per l’autogestione.

Pusterla: Prima di arrivare al dialogo ci vorrà una fase di transizione, per far emergere le emozioni che questa demolizione ha prepotentemente svegliato e permettere all’inchiesta penale di proseguire. Bisogna anche che il Municipio cominci ad esprimersi pubblicamente in chiave autocritica su quanto è avvenuto, anche sulla scorta delle reazioni solidali, gremite e trasversali, cui stiamo assistendo. Prima di costruire, bisogna creare delle fondamenta, soprattutto dopo che l’ultima cosa fatta è stata, letteralmente, demolire. Dopodiché le parti dovranno confrontarsi in uno scambio paritario di trattativa, grazie anche all’intervento di una figura mediatrice.

Altro tema grosso: il Polo sportivo e degli eventi (Pse), sul quale si andrà a votare. Da che parte state?

Prati e Zanetti: Riteniamo che non spetti a co-presidenti o presidenti decidere la linea partitica ma che questa debba essere indirizzata dalla base del partito. Perciò, se il 9 giugno fossimo scelti quali co-presidenti, intendiamo indire un’assemblea monotematica per discute assieme del tema. Vogliamo quindi prendere una decisione come partito, nel rispetto delle posizioni di ognuno, perché per noi discutere e confrontarsi sono elementi preziosi, cardine del nostro operato.

Pusterla: Dalla parte dell’assemblea del Ps, che è sovrana. Trovo che il lavoro svolto in seno al gruppo in Cc ed all’assemblea nei mesi scorsi sia notevole, metta in luce gli aspetti critici e non dimentichi quelli positivi. Certo bisognerà tenere gli occhi aperti.

David e Sargenti: Se eletti organizzeremo almeno due serate di confronto tra fautori e contrari affinché i cittadini ricevano tutte le informazioni utili per votare con scienza e coscienza. Ma rispondiamo alla domanda: Aurelio vede delle criticità in entrambi gli schieramenti ed è ben contento di avere la possibilità di ricevere informazioni e fare domande; Mattea riconosce il potenziale della struttura e i suoi punti deboli che potrebbero essere migliorati in corso d'opera, pur riconoscendo che ci siano al momento troppe domande e poche risposte. Proprio per queste perplessità è utile che su un tema così importante (dal forte impatto urbanistico e finanziario) siano i cittadini a decidere (in altri cantoni per votazioni simili è automatico).

Legami politici: quali e quante Sinistre?

Pusterla: Io credo che le forze cosiddette ‘progressiste’ debbano lavorare insieme: la rivalità appartiene a quei modelli di pensiero contro cui ogni logica di sinistra si è sempre posta, perché implica egoismo e difesa degli interessi di pochi. È evidente che ogni partito o movimento ha su tematiche puntuali visioni diverse, come è per ogni testa pensante; ma ritengo che i valori ed i pensieri che ci fanno dichiarare di sinistra debbano essere il collante che ci tiene uniti contro la prevaricazione ed il totalitarismo sempre più evidenti.

David e Sargenti: Che alla sinistra piaccia atomizzarsi è noto. Invece di ragionare sul molto che ci unisce, si discute sui dettagli che ci dividono. Uniti avremmo conseguito alle Comunali un bel risultato (come le ultime Federali dimostrano). Siamo sinistre diverse, ma abbiamo una larga base condivisa su cui costruire. Con alcuni lo stiamo facendo; dobbiamo riallacciare le fila del dialogo con altri e insieme capire che gli avversari politici sono altri, in particolare la Lega, che sa parlare alla pancia e giocare su due tavoli: quello del governo e quello dell’opposizione.

Prati e Zanetti: Le alleanze politiche sono oggi un fatto e in questi giorni si è visto il valore di avere una sinistra forte. Noi lavoreremmo per il rafforzamento del Ps e del suo elettorato e anche per il perseguimento delle nostre linee tematiche. Alleanza non deve significare perdita d’identità del partito ma incremento e consolidamento dell’area progressista.

È il 9 giugno, l'assemblea vi elegge (co-)presidenti. Esclusi Molino e Pse, qual è il primo tema sul quale vi impegnerete?

David e Sargenti: Abbiamo in mente una sezione moderna e dinamica, pronta ad accogliere chi vorrà lavorare con noi per dare più forza ai quartieri, per promuovere l’integrazione e la cultura nelle espressioni più diverse e per rafforzare la comunicazione che renda visibile il nostro lavoro. La prima cosa che faremo se eletti? Riunire la direzione e mettere sul tavolo i temi che ogni membro di direzione riterrà importanti; poi, insieme, daremo delle priorità e costituiremo dei gruppi di lavoro affinché chi vuole può liberamente farne parte e dare una mano alla sezione PS di Lugano.

Prati e Zanetti: Come speriamo emerga dalle nostre intenzioni, riteniamo che oggi la priorità vada data alla riorganizzazione del partito. Per ciò che attiene all’attualità politica, crediamo sia importare seguire con attenzione cosa succederà all’aeroporto e come si svilupperà la situazione. Ci teniamo che i soldi pubblici non vengano sprecati e soprattutto che il rilancio – fatto dai privati – sia effettivo, sostenibile e di qualità.

Pusterla: I temi su cui il Ps dovrà lavorare sono la presa a carico dei giovani, la povertà, l’inserimento sociale, lo sviluppo di una cultura il più aperta possibile. Si dovrà creare una rete collaborativa, ripartire incarichi e responsabilità per far avanzare la sezione con slancio propositivo.

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