Il Consiglio federale ha distinto tre settori in cui l'impiego del certificato sarà escluso, volontario o richiesto. Decisione attesa il 18 giugno
Inizia a delinearsi il certificato Covid in Svizzera: ci saranno tre settori (rosso, arancione e verde) a seconda dei quali l'attestato di vaccinazione/guarigione/test negativo sarà obbligatorio, legato alla situazione epidemiologica oppure non necessario. Lo ha indicato oggi il Consiglio federale, che prevede l'introduzione di questa sorta di "Covid Pass" a partire dal mese di giugno e il suo impiego "soltanto per il tempo necessario".
Tutte le persone in Svizzera dovranno avere accesso al certificato Covid, che verrà rilasciato a chi è vaccinato, guarito dal virus (allo stato attuale è valido per tre mesi), oppure risultato negativo a un tampone nelle ore precedenti.
Anche chi non può o non vuole farsi vaccinare avrà la possibilità di ottenere un certificato sottoponendosi a un test. Tuttavia, i test "fai da te" non basteranno per ottenere un certificato, poiché "non sono abbastanza precisi", ha spiegato il governo in un comunicato odierno, precisando che invece per i bambini e gli adolescenti fino all'età di 16 anni dovrà essere concesso l'accesso anche senza certificato.
"Il certificato Covid non è un vincolo, ma una soluzione che ci aiuterà a uscire dalla crisi", ha affermato in conferenza stampa il consigliere federale Alain Berset, precisando che si tratta di uno strumento che non è pensato per durare a lungo e da utilizzare solo dove "ha senso".
Nel settore verde il certificato Covid non sarà necessario, ha assicurato il "ministro" della sanità. Non sarà ad esempio impiegato in luoghi della vita quotidiana come negozi, trasporti pubblici, scuola o sul posto di lavoro.
Non ci sarà bisogno del certificato nemmeno per le manifestazioni private e religiose, né per i contatti con le autorità: qui il certificato è esplicitamente escluso poiché sono in gioco compiti dello Stato o libertà e diritti fondamentali.
Il settore arancione invece riguarda i luoghi frequentati da un gran numero di persone che rientrano "soltanto parzialmente" nella vita quotidiana: il Consiglio federale include tra questi bar, ristoranti, strutture sportive e per il tempo libero, sale cinematografiche, nonché manifestazioni fino a 1'000 persone e visite a ospedali e case di cura.
Attualmente, in questo settore l'impiego del certificato non è previsto. "Tuttavia, se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare e vi fosse il rischio di un sovraccarico del sistema sanitario, l'accesso sarà limitato alle persone con un certificato per evitare chiusure", ha sottolineato Berset. Secondo il Consiglio federale, grazie all'andamento della campagna di vaccinazione c'è motivo di credere che non sarà necessario.
Tuttavia, "sarà possibile, su base volontaria, impiegare il certificato", ha spiegato il consigliere federale. Ciò significa che un bar, un ristorante, un cinema o un centro fitness potrà limitare l'accesso solo alle persone in possesso di un certificato Covid. In questo modo potrà rinunciare a piani di protezione, a limitazioni della capienza o all'obbligo della mascherina.
Secondo Berset, l'obiettivo è di tornare alla normalità - senza bisogno di utilizzare ulteriormente il certificato Covid - ma se la situazione dovesse deteriorarsi è necessario esaminare come evitare nuove chiusure.
La terza area, di colore rosso, riguarda invece "i luoghi sensibili dal punto di vista epidemiologico": sono inclusi ad esempio i grandi eventi - oltre le mille persone - e le discoteche.
In questi casi sarà obbligatorio essere in possesso del certificato Covid per potervi accedere. "Anche qui dovrà però essere limitato nel tempo", ha spiegato Berset. Il Consiglio federale prevede nelle prossime settimane una riapertura nel settore dei grandi eventi con un aumento graduale del numero massimo di partecipanti.
Il settore rosso include anche il traffico internazionale di passeggeri, poiché "probabilmente molti Stati richiederanno un certificato Covid all'ingresso". L'Ufficio federale dell'informatica e della telecomunicazione sta lavorando per realizzare un attestato compatibile con l'Unione europea che sia sicuro e il più semplice possibile.
L'attuazione e le corrispondenti modifiche dell'ordinanza saranno inviate in consultazione ai cantoni il prossimo 11 giugno e una decisione verrà presa la settimana successiva.
I primi certificati, tuttavia, inizieranno a essere rilasciati già dal prossimo 7 giugno e saranno disponibili alla popolazione entro la fine del mese, ovvero quando verosimilmente entreranno in vigore le misure legate all'uso del certificato.
A giugno inizierà dunque l'attuazione che durerà anche più di un mese, ha precisato Berset, chiarendo che i primi attestati rilasciati - almeno fino a metà-fine giugno - serviranno principalmente per poter viaggiare all'estero. Il certificato Covid, ha poi aggiunto il friburghese, sarà certamente necessario anche per più tempo per i viaggi internazionali.