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‘Debiti, dai candidati anche l’estratto delle esecuzioni’

Aspiranti municipali e consiglieri di Stato: iniziativa parlamentare (primo firmatario Claudio Franscella) per introdurre l'obbligo di presentazione del documento

7 maggio 2021
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Aspiranti municipali o consiglieri di Stato, debiti e precetti esecutivi. Un cocktail potenzialmente esplosivo. E allora è opportuno correre ai ripari. Colmando quella che oggi è una lacuna legislativa. Perché "è legittimo che i cittadini votanti si sentano in dovere di esigere che un politico con potere esecutivo sappia in primo luogo amministrare se stesso, prima ancora di dover decidere per la collettività": è il concetto al centro dell’iniziativa parlamentare, allestita nella forma elaborata, con cui ventidue deputati al Gran Consiglio di partiti diversi - primo firmatario dell’atto parlamentare il popolare democratico Claudio Franscella - chiedono di introdurre "l’obbligo - per i candidati al Consiglio di Stato e ai Municipi - di presentare l’estratto personale delle esecuzioni e delle ditte di cui gli stessi candidati sono amministratori”. E questo “in un’ottica di trasparenza e correttezza verso il corpo elettorale”.

Per gli iniziativisti insomma non basta l’obbligo, vigente, di produrre l’estratto del casellario giudiziale: va prodotto anche il documento attestante eventuali debiti e precetti esecutivi. Franscella e cofirmatari propongono quindi di modificare la Legge cantonale sull’esercizio dei diritti politici, intervenendo su tre articoli. A cominciare dal 47, quello sulle candidature, con l’inserimento nel terzo capoverso della disposizione che impone la presentazione del citato documento. Ovvero: "L’estratto cantonale delle esecuzioni di ogni candidato e delle persone giuridiche in cui ogni candidato ha mansioni dirigenziali, nell’elezione del Consiglio di Stato e del Municipio. Il regolamento disciplina i particolari”.

Il o i motivi dell’iniziativa parlamentare? “A scadenze regolari - si afferma nel testo - viene messa in discussione la solvibilità di questo o quell’altro candidato alle elezioni politiche”. L’opinione pubblica, aggiungono gli iniziativisti, “in maniera legittima tiene conto anche di quest’aspetto. Soprattutto negli Esecutivi si adottano decisioni importanti per l’intera collettività anche in ambiti molto delicati come quello finanziario. Si pensi, ad esempio, alle competenze in ambito di esazione delle imposte, alle procedure in via esecutiva contro i morosi, all’incasso dei crediti, al pagamento degli impegni nei limiti del preventivo, all’impiego di capitali, all’accensione e al rinnovo di prestiti secondo i bisogni di liquidità del Cantone o del Comune o alle proposte di richiesta di credito per svariati milioni di franchi per infrastrutture ecc.". Pertanto "è legittimo che i cittadini votanti si sentano in dovere di esigere che un politico con potere esecutivo sappia in primo luogo amministrare se stesso, prima ancora di dover decidere per la collettività".

"All’estratto di solvibilità - si precisa nell’iniziativa - non si vuole però dare alcuna valenza preclusiva. L’elettorato può quindi scegliere liberamente – ma con cognizione di causa (e qui sta la differenza sostanziale dal regime attuale) – di eleggere una persona insolvente”. Spiega Franscella, interpellato dalla ’Regione’: «Se ciò che si chiede con questa iniziativa verrà codificato, chiunque resterà libero di candidarsi alla carica di municipale o di consigliere di Stato: se lo farà dovrà presentare, oltre all’estratto del casellario giudiziale, come già prevede la Legge sull’esercizio dei diritti politici, l’estratto personale delle esecuzioni e se del caso della o delle ditte che amministra. Saranno poi i cittadini ad avere l’ultima parola, a decidere se eleggere o no il candidato o la candidata. Già ora gli elettori sono in grado di distinguere fra una violazione penale lieve e una grave che figurano nell’estratto del casellario giudiziale di questo o quel candidato, in futuro saranno in grado di fare la stessa distinzione con i dati contenuti nell’estratto delle esecuzioni». In ogni caso, sottolinea il già presidente del Gran Consiglio, «i cittadini e le cittadine hanno diritto alla trasparenza, a maggior ragione quando sono chiamati a votare».

’Non figureranno precetti ingiustificati’

Nell’iniziativa si fa un’altra importante precisazione: riguarda i precetti esecutivi ingiustificati. Si richiama così l’atto parlamentare inoltrato qualche anno fa a Berna dall’allora consigliere agli Stati del Plr Fabio Abate per frenare gli abusi. “Grazie alla recente revisione dell’articolo 8a della Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento (iniziativa Abate), nell’estratto esecuzioni e fallimenti figurano sostanzialmente solo i debiti e gli attestati di carenza beni effettivi - si ricorda nell’atto parlamentare ticinese -. La tutela da eventuali precetti abusivi e vessatori è dunque già prevista”.

Franscella e cofirmatari si limitano agli aspiranti municipali e agli aspiranti consiglieri di Stato. Tuttavia “nel quadro dell’esame parlamentare” dell’iniziativa “non ci si oppone ovviamente a un’estensione dell’obbligo di presentazione dell’estratto delle esecuzioni ai membri del Gran Consiglio e dei Consigli comunali, degli Uffici presidenziali dei Patriziati, alle persone designate nei Consigli di amministrazione parapubblici e ai membri dei consorzi”.

Oltre venti come detto i deputati che hanno sottoscritto l’iniziativa stilata da Franscella. È stata firmata dai popolari democratici Fabio Battaglioni, Giovanni Berardi, Alessio Ghisla, Nadia Ghisolfi, Sara Imelli, Claudio Isabella, Lorenzo Jelmini, Luca Pagani e Marco Passalia; dai leghisti Omar Balli, Michele Foletti, Sem Genini, Alessandro Gnesa, Michele Guerra, Mauro Minotti, Massimiliano Robbiani e Giancarlo Seitz; dalla liberale radicale Maristella Polli; dai democentristi Lara Filippini, Tiziano Galeazzi e Roberta Soldati.