Tramite l’Area relazioni esterne, il Cantone ha testimoniato alla Prefettura del Vco la disponibilità a mettere in campo uomini e mezzi elvetici
Una forma di collaborazione transfrontaliera nell'emergenza. È quanto successo, almeno sulla carta, a margine del vasto incendio che ha colpito un'ampia superficie boschiva nell'area tra Cavaglio e Traffiume, in Valle Cannobina. Il Cantone Ticino, tramite la sua Area delle relazioni esterne, ha infatti preso contatto con le autorità d'oltre confine per testimoniare la disponibilità di un aiuto elvetico nelle operazioni di spegnimento.
L'iniziativa, inusuale e significativa, nasceva dal fatto che il rogo avrebbe potuto direttamente o indirettamente toccare il territorio ticinese. Una conseguenza diretta è ad esempio il fumo che dall'alta colonna levatasi dalla zona incenerita è “volato” fino sul Malcantone. Tramite l'Area delle relazioni esterne è stato così contattato il prefetto del Verbano Cusio e Ossola, Angelo Sidoti. Gli obiettivi: in primo luogo accertarsi dell'entità dell'incendio, e secondariamente chiedere se da parte italiana vi fosse l'intenzione di pronunciare una richiesta di assistenza da parte del Cantone. In parole povere, il Ticino si è detto disponibile a mettere proprie forze a disposizione qualora quelle presenti nel Vco si fossero ritrovate in difficoltà per domare le fiamme.
Che questa disponibilità avesse un senso è stato dimostrato dalla risposta giunta a stretto giro di posta, che formalizzava una richiesta d'intervento delle forze di Protezione civile del Cantone Ticino. Parallelamente, è risultato che una medesima richiesta di intervento era stata formulata dallo Stato italiano tramite Berna. Bellinzona aveva quindi anticipato un'azione che si sarebbe poi sviluppata ad un altro livello.
Concretamente, all'occorrenza, uomini e mezzi svizzeri erano pronti per intervenire su suolo Italiano, anche via aria. Fra le soluzioni ipotizzate v'era infatti quella della messa a disposizione di un elicottero Superpuma dell'Esercito, che si sarebbe alzato in volo per gettare acqua laddove necessario. In questo senso, tutto era pronto per un sopralluogo che consentisse di valutare la portata dell'incendio e le possibilità di intervento.
Fortunatamente, comunque, la situazione in Valle Cannobina è nel frattempo cambiata in meglio. Le fiamme continuavano ieri a divampare, ma il rogo, nel pomeriggio, veniva considerato meno preoccupante. «Questo incendio è così vasto che fa paura, ma finalmente la situazione sembra essere sotto controllo», ha dichiarato il sindaco di Cannobio Gian Maria Minazzi. Minazzi si è espresso dopo una notte in cui le squadre da terra hanno lavorato per tenere sotto controllo le fiamme che, scese dalla Valle Cannobina, stavano minacciando il Comune lacustre.
Giovedì mattina sono tornati in azione due Canadair (uno arrivato da Genova, l'altro da Roma) e due elicotteri. Oltre ai velivoli, sul posto risultava essere attiva oltre una cinquantina di uomini. La zona che destava più preoccupazione è quella del Monte Giove. Le fiamme si dirigevano a nord, proprio in direzione della Svizzera. Nella serata di ieri restava ancora aperto il fronte dal lato di Cavaglio. Intanto, l'alta colonna di fumo continuava ad impressionare per la sua vastità e l’odore acre del legno bruciato si sentiva nitidamente fino a Verbania. Grazie all’intervento dei mezzi è stato possibile impedire l'espandersi del fronte del fuoco e l'aumento dei danni, già particolarmente importanti.
Due tedeschi che vivono in una baita con alcuni animali tra Traffiume e Cavaglio sono stati recuperati e messi in salvo con l’elicottero perché le fiamme erano arrivate pericolosamente vicino a loro; un’altra donna tedesca è stata salvata dai pompieri quando era accerchiata dalle fiamme. Alcune baite sono poi state distrutte dal fuoco e in zona si sono sentite le esplosioni di bombole a gas.
Quanto all'incendio sviluppatosi sui Monti della Gana, nella zona del Sassariente, risultava ieri mattina in buona sostanza spento. Questo, stando ad un flash informativo diramato dal Corpo civici pompieri di Locarno, “grazie al lavoro svolto ieri e alle basse temperature misurate nella notte in zona”. Per altro, onde evitare una ripresa, ieri sono stati effettuati lavori di bonifica nella zona del bosco. Erano attivi una quindicina di militi di montagna del Corpo pompieri di Tenero-Contra e del Corpo civici pompieri Locarno. A supporto delle operazioni era presente un elicottero civile.