Bellinzonese

Approda in aula il presunto stupro a La Fabrique

Alla sbarra il 32enne accusato di avere costretto una ragazza a consumare un rapporto sessuale nei bagni della discoteca di Castione. L'imputato respinge l'accusa

Viene ripercorsa in aula la notta del 24 gennaio 2015 (Ti-Press)
22 marzo 2021
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È comparso in aula questa mattina il 32enne del Locarnese che durante una festa in maschera organizzata alla discoteca La Fabrique di Castione nel gennaio 2015 aveva avuto un rapporto sessuale con una giovane sulla ventina. 

Il procuratore pubblico Moreno Capella, titolare dell'inchiesta, è giunto alla conclusione che l'accusato – 26enne ai tempi dei fatti – abbia volutamente approfittato dello stato alcolico in cui si trovava la ragazza. Da qui l'accusa di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. L'imputato, patrocinato dall'avvocata Alix Manconi, respinge gli addebiti: secondo lui la giovane era ben cosciente di quanto andava facendo e anche consenziente. La testimonianza della ragazza, che aveva presentato denuncia in polizia, ha permesso di risalire all'autore di origini dominicane. L'uomo è stato in carcerazione preventiva per 35 giorni dopo la denuncia per stupro. 

'Era in grado di scegliere cosa voleva'

«I fatti non sono corretti», ha ribadito questa mattina l'imputato, fornendo la sua versione dei fatti. «Quella notte eravamo entrambi eravamo euforici, in un clima da discoteca. La ragazza era in grado di scegliere cosa voleva. C'è stato dialogo di approccio e lei mi ha detto che prendeva la pillola e si era appena lasciata col suo ragazzo. C'era armonia», ha affermato l'imputato, «non sono un uomo che si approfitterebbe di una donna come si vuole far credere in questo processo». 

Era stata accertata l'assunzione di alcol da parte della ragazza. «È stato trovata nel corridoio dei bagni in uno stato di semincoscienza», ha fatto presente il presidente della Corte delle Assise criminali, giudice Amos Pagnamenta. 

Esclusa la droga dello stupro

Nelle prime fasi le indagini avevano interessato anche l'eventuale somministrazione della cosiddetta 'droga dello stupro', i cui effetti sedativi/ipnotici prodotti da sostanze psicoattive inducono a non opporre resistenza e a dimenticare (amnesia) quanto fatto o subìto poche ore prima. Ma le analisi del sangue eseguite il giorno successivo all'ospedale San Giovanni non avevano dato alcun esito. 

Le altre accuse 

Oltre a questa vicenda, altre saranno giudicate dalla Corte: il pp Capella ipotizza infatti numerosi reati, commessi fra il 2014 e il 2016: lesioni semplici per un'aggressione avvenuta ad Ascona nel novembre 2014, infrazione e contravvenzione alla Legge stupefacenti e trascuranza dagli obblighi di mantenimento per avere omesso di versare gli alimenti alla figlia accumulando arretrati per quasi 10mila franchi. Questa mattina in aula, l'uomo ha ammesso di essere attanagliato dai debiti da una decina di anni.