Estero

La Chiesa pagana per soli bianchi che inquieta l'America

Intervista al leader di Asatru Matthew Flavel: ‘L'uguaglianza non esiste. Preghiamo gli dèi nordici contro l'Occidente che distrugge la famiglia tradizionale’

I Cavalieri Bianchi del Kkk in Virginia (Keystone)
13 marzo 2021
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Sono americani, si ispirano ai miti nordici, pregano Thor e Odino, guardano all’Islanda eppure sembra il Sudafrica dell’apartheid. Una religione per soli bianchi, chiamata Asatru, dove, per stessa ammissione del leader Matthew Flavel – raggiunto da La Regione – «la parità di genere e l’uguaglianza non esistono, perché tutte le persone e le cose sono diverse. Noi crediamo nelle differenze. La nostra è una fede etnica». E quindi, se sei nero resti fuori. Non che ci sia la fila di neri a voler entrare. Ma la recente espansione del fenomeno, con relativo acquisto di vere chiese per celebrare i loro riti, sta preoccupando molti, non solo tra gli afroamericani.

Dopo un primo “hof” (così, alla nordica, chiamano i loro luoghi di preghiera) inaugurato senza problemi nella cittadina di Brownsville in California, l’Asatru Folk Assembly ha trovato i fondi per altre due chiese: a Linden, in North Carolina e a Murdock, in Minnesota.

Il fantasma del Ku Klux Klan

Linden è una comunità di soli 130 abitanti non lontana da Greensboro, teatro di un massacro del Ku Klux Klan, nel 1979, il cui ricordo è ancora vivo in molti. Qui il Kkk era un’organizzazione forte, che non necessariamente doveva agire nell’ombra. I più anziani ricordano ancora le violenze e le croci in fiamme. “Quel che sta accadendo oggi è un segnale per tutti, chi professa l’odio è più vicino di quanto sembri, bisogna essere sempre vigili”, ha detto il vescovo metodista Hope Morgan Ward.


Le proteste a Murdock, in Minnesota (Twitter)

Ancora più netta è stata la reazione a Murdock, in cui quasi un centinaio dei 300 abitanti sono neri. Una petizione lanciata dal comitato locale Alliance Against Hate (Alleanza contro l’odio), ha raggiunto le 190mila firme. E ora anche le autorità locali – che avevano detto un permesso provvisorio – si stanno muovendo per capire come accogliere Asatru, che si presenta con un regolare contratto d’acquisto e non ha nessuna intenzione di andarsene ancor prima di arrivare.

Nonostante le decine di testimonianze e l’interesse di testate nazionali come il Washington Post, secondo Flavel è tutta una montatura: «I media sono disonesti. Producono fake news e inventano storie così da poter portare avanti la propria agenda. Tutto quel che ruota intorno alle questioni razziale oggi è estremamente popolare e porta audience. In tutti e tre i posti dove abbiamo una chiesa nessuno ci ha mai detto di avere problemi, nessuno ci ha trattato male. Non ho ancora sentito un nero di Murdock lamentarsi. C’era un’ispanica preoccupata. Ma chi l’ha intenzionalmente terrorizzata? Il New York Times. La verità è che a Murdock non c’è stata alcuna interazione tra noi e loro. Non abbiamo fatto nulla per preoccupare nessuno. Tutto quel che si legge è opera di media irresponsabili che fanno di tutto per metterci in cattiva luce». Intanto Facebook e Instagram hanno chiuso il loro account, gruppi antifascisti segnalano membri della chiesa che sarebbero legati ai suprematisti bianchi e l’Anti-Defamation League, che da più di cent’anni si occupa di diritti umani negli Stati Uniti, ha messo l’Asatru Folk Assembly nella lista delle organizzazioni estremiste. Lo stesso ha fatto il Southern Poverty Law Center, che lo ha incluso tra i gruppi fomentatori d’odio da monitorare: nello specifico tra quei movimenti Neo-völkish che, tra un inno alla natura e uno a un dio pagano, ammiccano al Terzo Reich di Hitler.


Matthew Flavel (ultimo a destra) con altri membri dell'Afa (Runestone)

Un leader controverso

Lo stesso Flavel, con un passato da buttafuori nei locali e un presente da Alsherjargothi – ovvero sommo sacerdote in islandese antico – sarebbe stato pizzicato nel 2018 in una circostanza tutt’altro che edificante. Era infatti tra gli oratori del Northwest Forum, simposio annuale che riunisce persone e gruppi di estrema destra, compresi negazionisti dell’Olocausto e sostenitori di un etnostato bianco. In quell’occasione si trovò anche il tempo di celebrare i cent’anni dalla nascita di George Lincoln Rockwell, fondatore del Partito nazista americano. Sebbene in quei giorni si disse onorato della partecipazione a quell’evento, oggi a domanda risponde che «si trattava di scambi di idee sulle etnie europee. E se si stava anche commemorando qualcuno di specifico, io ne ero all’oscuro».

Flavel, che non si dichiara apertamente razzista né legato a movimenti suprematisti, non nega che la sua comunità resta aperta solo ai bianchi e ricorda a più riprese il concetto di etnicità, nonché della stretta connessione tra la sua fede e l’identità europea. Un modo di lanciare la pietra runica e nascondere la mano. Tuttavia prova a spiegare meglio cosa significa fare parte di Asatru: «Noi siamo a tutti gli effetti una Chiesa. Professiamo la religione indigena europea che ha preceduto il Cristianesimo. Le nostre cerimonie, che non sono aperte al pubblico, includono la condivisione con gli dèi tramite cibo, bevande, energia, lealtà. Preghiamo le stesse divinità pregate dai nostri antenati migliaia di anni fa».

Il revival del paganesimo risale agli anni Settanta, in Islanda, dove la comunità religiosa locale continua a crescere. Tuttavia, nell’isola non c’è alcuna connotazione politica, tantomeno legata all’estrema destra. Per questo dai neopagani di Reykjavik sono piovute critiche sul ramo americano di Asatru. Flavel, però, liquida tutto con una scrollata di spalle: «Non so perché ci attacchino, non abbiamo alcun legame con loro o con il modo in cui ci dicono di praticare la nostra fede”. Insomma, Flavel e i suoi vanno più d’accordo con gli avi nordici che con i confratelli di oggi. Eppure “stiamo avendo una magnifica crescita, con fedeli in dodici Paesi differenti. Gli dèi stanno benedicendo noi e i nostri sforzi». Una crescita che verrà assecondata «comprando nuove strutture, negli Stati e non solo. Vogliamo portare avanti i valori tradizionali che la società occidentale sta in larga parte respingendo. Le forze del caos cercano di distruggere la famiglia, il suo ruolo nella società, l’orgoglio e la dignità delle nostre origini, le religioni sincere». Tutto ruota intorno al concetto di gruppo ristretto e di razza, come si legge anche sui documenti ufficiali di Asatru, che richiamano continuamente al colore della pelle. Flavel ne ha anche per gli allarmisti del coronavirus: «L’isteria associata all’imposizione di maschere e distanze sociali sta danneggiando molta più gente di quella che aiuta. Si stanno distruggendo famiglie e relazioni. Si sottovalutano i danni alla salute mentale. E se dovessi decidere io non metterei le persone sane in quarantena; non distruggerei le piccole attività come invece sta succedendo. La libertà per me è importante». Una libertà che, per chi ha la pelle nera, si ferma sulla porta della sua chiesa.