Bellinzonese

Casa anziani Sementina: braccio di ferro col medico cantonale

Dopo i due rapporti critici sulla gestione Covid nella prima ondata con 21 decessi, la Direzione ha nuovamente contestato le conclusioni di Giorgio Merlani

21 ospiti morti su 80 durante la prima ondata; zero nella seconda (Ti-Press)
10 marzo 2021
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È un autentico braccio di ferro quello in corso fra la Direzione generale e medica della casa anziani di Sementina e l’Ufficio del medico cantonale diretto da Giorgio Merlani. Tema del contendere i 21 decessi per Covid registrati un anno fa tra gli ospiti durante la prima ondata pandemica. La struttura – i cui vertici, ricordiamo, sono penalmente indagati per le ipotesi di reato di omicidio colposo e violazione della legge sulle pandemie – sostiene di avere in quel periodo adeguatamente applicato le norme previste e le direttive emanate dal medico cantonale per contenere il diffondersi del virus, con alcune temporanee eccezioni. Invece l'Ufficio del medico cantonale in due rapporti redatti fra l’estate e l’autunno scorsi (qui le conclusioni) sostiene il contrario evidenziando una serie di gravi manchevolezze che hanno favorito il diffondersi del Covid fra collaboratori e da questi agli ospiti nei vari piani. Il secondo rapporto include peraltro le osservazioni che la Direzione della struttura ha redatto e spedito alla luce del primo rapporto, ciò che ha comunque portato l’Ufficio del medico cantonale a confermare la stragrande maggioranza delle critiche della prima ora.

Municipio con ‘competenze assai limitate’

Ultima puntata, la risposta che il municipale di Bellinzona Giorgio Soldini ha dato martedì sera a un’interpellanza di Tuto Rossi (Udc) durante la seduta di Consiglio comunale. Cui si aggiunge la risposta data per iscritto all’interrogazione dei Verdi Ronnie David e Marco Noi. Dopo aver ricordato che la gestione e amministrazione delle strutture per anziani sono disciplinate da disposizioni cantonali e sottostanno in larga misura alla vigilanza cantonale, il Municipio – accusato da una parte della politica turrita di non aver saputo gestire adeguatamente la problematica – ribadisce di avere competenze “assai limitate”. Quanto alle critiche mosse dall’Ufficio del medico cantonale, prosegue la risposta di Soldini, “un primo rapporto preliminare era stato inviato alla Direzione della casa anziani, e non al Municipio, a fine luglio. La Direzione ha preso posizione inoltrando le proprie osservazioni e contestando puntualmente alcuni passaggi del rapporto, allegando la necessaria documentazione a comprova. Un secondo rapporto è stato inviato alla Direzione a fine ottobre. Nello stesso non sono state considerate, se non come note a piè pagina, le contestazioni puntuali della Direzione”.

‘Il medico cantonale non ha verificato’ 

Su questo punto Giorgio Soldini ha affermato che l’Ufficio del medico cantonale “non ha verificato se quanto asserito dalla Direzione fosse corretto oppure no, così da poter rendere definitivo il rapporto. Si ritiene pertanto questo secondo rapporto ancora preliminare, interlocutorio e non completo”. E infatti “nelle scorse settimane la Direzione ha preso posizione nuovamente sul secondo rapporto ribadendo quanto già asserito in prima battuta”, e cioè “contestando in toto o in parte quanto asserito dall’Ufficio del medico cantonale”. Eppure lo scorso 22 aprile sempre Giorgio Soldini rispondendo alla prima interpellanza presentata il 9 marzo da Tuto Rossi sul tema, aveva confermato il rispetto delle direttive del medico cantonale, quando per contro il medico cantonale stesso nel proprio rapporto scrive che in violazione alle sue direttive sono state effettuate nella struttura attività di animazione dal 16 marzo all’8 aprile quando le stesse avrebbero dovuto essere sospese; senza contare poi la presenza, il 16 e 17 aprile, ossia in pieno lockdown, di operai comunali per il tinteggio di pareti a un piano. Ed è vero – rincarava la dose Tutto Rossi – che durante la notte del 20 aprile il personale interveniva indistintamente su tutti i reparti della casa, cioè sia nei reparti Covid che nei reparti non Covid? Questo mentre le direttive del medico cantonale imponevano di separare nettamente giorno e notte il personale curante che si occupava dei reparti Covid da quello che si occupava dei reparti non Covid e che la casa anziani violando queste regole ha di fatto abolito la separazione? Soldini ha risposto rinviando alle considerazioni iniziali (vedi Municipio con competenze assai limitate) e alle contestazioni fatte e ribadite dalla Direzione sulle conclusioni cui è giunto il medico cantonale.

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