Spettacoli

Parole, musica e insalate di matematica: era Luigi Albertelli

Scrisse 'Zingara', e da 'Ufo robot' in poi cambiò il linguaggio della musica per bambini: 'Volevo che si smettesse di rivolgersi a loro come a degli idioti'.

Luigi Albertelli, 1934-2021
21 febbraio 2021
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"C’è tanta gente che ha studiato il basso su Daitarn 3”, faceva notare il maestro. “Ulteriore dignità musicale a quelle sigle arrivò più tardi da Guccini, che ci faceva suonare ‘Ufo Robot’ durante i suoi concerti e poi faceva il finto offeso. Ma il valore aggiunto lo diede Luigi, le sue insalate di matematica e i libri di cibernetica”. Così, nell’aprile del 2019 a laRegione, il maestro Vince Tempera aveva sintetizzato l’importanza delle liriche di Luigi Albertelli, il paroliere dei cartoni animati e di tanta altra musica italiana spentosi all’età di 86 anni nella sua città natale, Tortona, a causa di una caduta accidentale avvenuta in casa.

Classe 1934, prima di approdare al mondo dello spettacolo, Albertelli fu nazionale di atletica leggera (staffetta) e insegnante di educazione fisica. Dall’incontro col concittadino Enrico Riccardi, nel 1969 nacque ‘Zingara’, tre milioni di copie vendute in più lingue, proposta a Gianni Morandi e da questi rifiutata. Proprio con ‘Zingara’, affidata poi a Bobby Solo e Iva Zanicchi, Albertelli vinse il Festival di Sanremo di quell’anno. Per il testo di quella canzone, il paroliere – che nel 1987 a Sanremo vincerà ancora, nelle Nuove Proposte, con ‘La notte dei pensieri’ cantata da Michele Zarrillo – dichiarò di essersi ispirato a un romanzo di David Herbert Lawrence, ‘La vergine e lo zingaro’, letto due anni prima.

Musica ’per adulti’

Direttore artistico della Ricordi negli anni Settanta, talent scout, un migliaio di canzoni depositate, 27 volte al Festival dei fiori come autore, di Albertelli è la versione italiana di ‘Sixty Years On’ di Elton John, diventata ‘Ala bianca’ per i Nomadi, così come un paio di traduzioni di Dylan (‘Lay Lady Lay’ e ‘Farewell Angelina’); sue sono le liriche di ‘Un corpo e un’anima’ su musica di Umberto Tozzi, portata al successo da Wess & Dori Ghezzi; sue, ancora, le parole di alcuni dei più grandi successi, anche europei, di Drupi (‘Vado via’, ‘Piccola e fragile’), il tormentone di Adriano Pappalardo ‘Ricominciamo’, ‘La mia estate con te’ di Fred Bongusto e altri concetti pop affidati a grandi interpreti come Mina (da ‘Giorni’ a ‘Fiume azzurro’ a ‘Sempre sempre sempre’, cantata con Celentano), Nada e Patty Pravo (l’intero album ‘Biafra’).

Per Mia Martini, Albertelli ha scritto 23 canzoni, è il paroliere più cantato da Mimì; per Milva, ‘Da troppo tempo’, “una delle più belle canzoni del mio repertorio, mi ha sempre emozionata. Ciao Luigi”, scrive La Rossa sulla sua pagina social. E poi Caterina Caselli, Iva Zanicchi, Sandro Giacobbe (‘Sarà la nostalgia’) e Fiordaliso, nell’evergreen senza confini intitolato ‘Non voglio mica la luna’. Ci sarebbe anche Zucchero, al tempo di ‘Un po’ di Zucchero’, album arrangiato da Tempera e disconosciuto dal Fornaciari, nato in contrasto con la casa discografica e contenente il singolo d’esordio ‘Una notte che vola via’, Sanremo 1982, che fu tutt'altro che un gran successo (arriverà Michele Torpedine, ex manager di Giorgia e Bocelli, oggi dietro Il Volo, a cavare d'impiccio la futura stella dell'italian blues con il mutuo da pagare).

Musica ‘per bambini’

“Non avevo mai fatto sigle per bambini, perché le reputavo figlie di un Dio minore. Ma ero un cretino”. Così Albertelli spiega il suo esordio nel settore a Mauro Agnoli, in una vecchia e fondamentale intervista presente in rete. “Quel cavallo lo chiamai io Furia, perché non sapevo cosa scrivere”. E nel 1977, ‘Furia’, il cavallo del West che nella fantasia di Albertelli beveva solo caffé “per mantenere il suo pelo il più nero che c’è”, vendette un milione e 800mila copie’. “È da lì che mi porto la maledizione di Mal”, racconta l’autore: “Tu mi hai rovinato la vita!”, dice facendo il verso all’ex cantante dei Primitives, col tempo sempre più identificato con quella canzone, che scherzosamente gli rinfaccia le stimmate (“Ma la gente ti chiama per fare le serate e cosa ti chiede? Furia. E allora va bene così, no?”). Le canzoni (perché di lì a poco arriverà anche ‘Furia soldato’) che accompagnano il telefilm nascono dalla sinergia con gli Oliver Onions (i fratelli Guido e Maurizio De Angelis).

Il sodalizio con Tempera e i cartoon arrivano un anno dopo con ‘Ufo Robot’: “Eravamo alla Fonit Cetra io e Luigi”, raccontava Tempera a laRegione. “Aspettavamo il cantante Renato Pareti, che era in ritardo di tre ore. Il direttore artistico della Fonit Cetra ci dice che hanno un cartone giapponese in uscita tra un mese, e che serve un minuto di musica”. Malgrado il cartone sia programmato di pomeriggio, Tempera giura che non farà “una cosa alla Zecchino d’Oro”, e ne esce la colonna sonora ‘Atlas UFO Robot’, con dentro strumentisti del calibro di Ares Tavolazzi, Ellade Baldini, Julius Farmer, lo stesso Tempera e l’esordiente Fabio Concato (in ‘Procton’), a mettere in musica i testi di Albertelli. Che, sempre ad Agnoli, dice: “Volevamo cambiare l’approccio-tipo delle canzoni per l’infanzia, quel vecchio rivolgersi sempre ai ragazzi come degli idioti, e non come individui consapevoli”. Dice Albertelli: “In queste canzoni ci ho messo lo stesso impegno e la stessa passione che ho messo nell’altro repertorio. Non ho mai scritto una canzone per mestiere, perché difficilmente, scrivendo per mestiere, un successo rimane nella storia così a lungo». Seguiranno ‘Nano nano’, sigla di Mork & Mindy con l’alieno Robin Williams, ‘George e Mildred’ e ‘Capitan Harlock’, censurata nella sua prima versione perché il “pirata tutto nero” che ”il suo teschio è una bandiera” per la Rai era apologia del fascismo. Rai che poi tornò sui suoi passi. Arriveranno poi ‘Remi le sue avventure’ (“Dolce Remi”), ‘Anna dai capelli rossi’, la sopraccitata ‘Daitarn III’, La Pincipessa Sapphire, ‘Hello! Spank’, ‘Tekkaman’ e, dalla collaborazione con Augusto Martelli, ‘La ballata di Bo e Luke’ (sigla di ‘Hazzard’) e ‘Dallas’ (“Com’è verde, ma com’è verde l’America”). “Ma il periodo magico delle sigle, per Albertelli – riferito all'epoca di Tempera – rimane quello”.

E tutto il resto

Ci sarà anche un Albertelli autore al fianco di Serena Dandini e Piero Chiambretti, e ancor prima con Mike Bongiorno in ‘Pentathlon’ e ‘Telemike’. E un Albertelli pubblicitario nei jingle di Coca Cola, Sprite e Brooklyn. Ci sono stati pure, più recenti, un Albertelli podcast – l’autobiografia ‘Le storie del maestro’ è pubblicata anche in questo formato, l’ultimo episodio ‘Il marmorino’ nel giorno della sua scomparsa – e radiofonico, che in ‘Ma che musica maestro!’, sul canale ufficiale della diocesi di Tortona, RadioRpn, conversava con molti grandi della musica come Ellade Bandini, lo scorso 8 febbraio, o come Ron, che ieri scriveva: “Uomo e artista straordinario, dose di energia, purezza e di talento! Mi manchi amico mio”.